"Apprendiamo oggi dalla stampa che l'Amministrazione Comunale ha perso la causa al TAR intentata da INWIT in opposizione al regolamento Cosap 2021 (Canone occupazione suolo in area pubblica), con il quale si imponeva alle compagnie telefoniche un canone speciale di 18.000-22.000 euro per ciascuna SRB (Stazione Radio Base) per un totale di 160.000 euro. Un canone molto superiore a quello richiesto, a metro quadro occupato, per altre ordinarie attività private.
Non è chiara la data della sentenza del TAR né i dettagli; tuttavia, è un elemento di riflessione per l'AC, per noi e per la cittadinanza tutta.
Va detto che simili cifre, molto superiori ai canoni ordinari a metro quadro, derivano dal fatto che precedentemente, agli albori della telefonia mobile, 20 anni fa, quando le SRB erano poche e male accettate dalla popolazione circostante, anche se lontane dalle abitazioni, erano le stesse compagnie telefoniche che offrivano previo contratto simili cifre così elevate ai privati, ai Comuni ed altri enti pubblici per avere l'autorizzazione e l'uso di suolo pubblico.
Negli anni, come andiamo dicendo da tempo, la normativa nazionale approvata dal parlamento con qualunque maggioranza, è stata riscritta sotto esclusiva dettatura della lobby delle compagnie telefoniche, oggi peraltro tutte straniere e sotto controllo dei fondi d'investimento americani che agiscono in regime di monopolio finanziario. Non vi è stato nessun contrappeso, solo il gioco speculativo della lobby della telefonia e dei sottostanti fondi di investimento, gli stessi che troviamo dietro la vicenda della Multiutility Toscana.
Oggi, oltre alla cittadinanza tutta, anche i Comuni fanno le spese di questa miopia del legislatore nazionale intrappolati dal potere che è stato messo in mano alle compagnie telefoniche.
Noi pensiamo che abbia fatto bene l'A.C. di Empoli a resistere in giudizio davanti al TAR per non farsi sottrarre quei 160.000 euro annui per 8 antenne in area pubblica, ma che avrebbe fatto altresì molto meglio ad agire presso ANCI (Associazione Nazionale Comuni d'Italia) e parlamentari toscani per impedire che andasse avanti questa umiliante sottomissione dello Stato agli interessi speculativi delle compagnie telefoniche e di chi ne regge i fili".
Stop5GEmpoli-Valdelsa
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