Leggerissimo: speciale Premio Pozzale-Luigi Russo

Sono stati da poco scelti i tre titoli vincitori della nuova edizione del Premio Letterario Pozzale-Luigi Russo, il concorso nato e sviluppatosi a Empoli. Si tratta di "Grande meraviglia" di Viola Ardone, "Il narratore postumo" di Sergio Zatti e di "Il senso della natura" di Paolo Pecere. Proponiamo oggi tre mini-recensioni dei tre libri vincitori, ricordandovi che potete votare la Selezione dei Lettori a questo link.

Grande meraviglia - Viola Ardone

Molte persone conoscono Viola Ardone per "Il treno dei bambini" o per "Oliva Denaro". In "Grande meraviglia" tornano quelle atmosfere sognanti e da film che contraddistinguono la scrittura dell'autrice napoletana.

In questo romanzo, che potremmo definire di formazione, si segue la vita di Elba, cresciuta in un manicomio dove era stata messa la madre. All'indomani della legge Basaglia, i manicomi chiudono e Elba viene portata a casa dal dottor Meraviglia: dopo questa sorta di liberazione, tra i due nascerà un rapporto speciale.

È un libro che, pur ambientato quarant'anni fa, è modernissimo per le tematiche. Non solo per la salute mentale, ma anche per come la vita sa essere feroce e bellissima al contempo.

Il senso della natura - Paolo Pecere

Del rapporto tra uomo e natura si è parlato e si parla molto ancora oggi. "Il senso della natura" di Paolo Pecere però non è solo un semplice saggio, è un viaggio attraverso il legame uomo-natura, scritto con l'esperienza di chi ha girato il mondo e conosce ampiamente la materia.

Lo possiamo catalogare quasi come un trattato filosofico sulla natura, ma detta così fa tornare in mente le ore sui banchi di scuola al liceo. In realtà quest'opera di Pecere è un mondo con all'interno altri mondi: spazia dall'Ecuador al Sud Est Asiatico, dal Ruanda alle metropoli come New York. Non è un viaggio solo geografico, bensì pure temporale.

Non si pensi ai saggi come a qualcosa di grigio, questo libro tocca delle corde emotive che non sappiamo di avere e arriva perfino a far commuovere. In un momento in cui l'ecologia trova molto spazio in letteratura, bisogna partire da 'instant classic' tipo questo.

Il narratore postumo - Sergio Zatti

Un'autobiografia dell'autobiografia può esistere? In un certo senso sì, lo conferma "Il narratore postumo". Battute a parte, il saggio di Sergio Zatti è una approfondita e interessante riflessione sull'io in letteratura.

È un momento in cui specialmente la narrativa è piuttosto satura di autobiografie, un fenomeno diffusosi grazie ai - o per colpa dei - social network. Come si parla di sé? Come se ne scrive? Qual è la storia dell'autobiografia? Sono alcune delle domande alla base del documentatissimo libro di Zatti, un vero e proprio tuffo nella storia della letteratura.

E quindi si trovano Rousseu ma anche Proust o Freud e non solo: si studiano i processi di scrittura ma anche di costruzione della memoria. Nota di merito anche per l'ultima parte dedicata alle autobiografie eccellenti come Woolf o Dante.

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