Concetta Grassidonio, detta Cettina, ha settantacinque anni e soffre di Alzheimer. Un tempo è stata una cantante da pianobar semi-professionista, tanto da essere letta "Miss Cantante Italia 1970". Non ricorda moltissime cose per via della malattia, ma le canzoni della sua epoca, quelle se le ricorda quasi tutte:. “Non ho l’età” di Gigliola Cinquetti, “La prima cosa bella” di Nicola Di Bari, “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri, “Il cuore è uno zingaro”, sempre di Nicola Di Bari. Canta davanti agli altri anziani del centro Diurno Alzheimer “Stella del Colle”, in via dei Cappuccini a Firenze, gestito dal Consorzio Zenit. E gli altri ospiti cantano insieme a lei.
La musica la rende viva e le tiene accesa la memoria. In passato ha tenuto tanti concerti in giro per l’Italia, prima in Sicilia dove è nata, poi in Piemonte dove si è trasferita con la famiglia (con tanto di manifesti in giro per le strade). Una volta, all’apice della sua carriera, ha suonato in un evento promosso dall’ideatore del Festivalbar Vittorio Salvetti. Il canto ha sempre accompagnato la sua vita, anche quando poi è diventata ragioniera.
Oggi, a distanza di quarant’anni dai successi canori, Concetta non ha perso la tenerezza e la musicalità della voce. Si sente da come canta. E si vede anche da come si muove. Dentro il centro Alzheimer, ogni volta che parte la musica inizia a fluttuare e muoversi dolcemente, allarga le braccia, ascolta il sottofondo musicale e intona i ritornelli. E soprattutto, sorride. “La musica è stata la mia vita sin da quando ero bambina – dice – Vengo da una famiglia di musicisti e sin da piccola ho imparato a suonare col pianoforte. Adesso non faccio più serate e concerti come facevo da giovane, ma canto da sola, canto per me stessa, mi fa star bene. La musica mi tiene compagnia, fa bene alla mia anima”.
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