Accorpamento 'Gonnelli', decisione "di un'arroganza inaudita" tra 'storicità' e periferia

Una decisione "di un'arroganza inaudita". L'accorpamento dell'Istituto Gonnelli di Gambassi-Montaione, 'sacrificato' sull'altare della 'storicità' del Galileo di Firenze su decisione unilaterale della sindaca della Città Metropolitana, è ormai una questione politica che riesuma la vecchia diatriba tra centro e periferia, tra accentramento e decentramento delle istituzioni, tra dirigenza regionale dei partiti e sezioni locali, con la MetroCittà messa ormai sul banco degli imputati e il PD 'conteso' tra Firenze ed Empoli.

I sindaci Sergio Marzocchi e Paolo Pomponi, intervistati da gonews.it e RadioLady 97.7, fanno nomi e cognomi e parlano appunto di una decisione "arrogante": "Ci sentiamo una periferia di terzo o quarto livello - spiega il sindaco Pomponi - maltrattata e bistrattata da una presa di posizione di un'arroganza inaudita e politicamente vergognosa. Un comportamento deprecabile di cui il mandante è la sindaca di Firenze Sara Funaro supportata anche dalla politica regionale".

 

La vicenda è nota: il Governo prevede tagli alla scuola attraverso l'accorpamento di istituti scolastici, la Regione dà come riferimento il requisito minimo dei 600 studenti, pienamente raggiunto dal 'Gonnelli', ma "in maniera francamente pilatesca", come etichetta Pomponi, dà alla Metrocittà la possibilità di dare ulteriori criteri oltre quelli numerici. La Città Metropolitana tira fuori dal cilindro il requisito della 'storicità' del Galileo, e, attraverso un "comunicato arrivato di sabato" indica il Gonnelli come scuola sacrificale.

Il paragone con il noto mito greco, "siamo soli come Davide contro Golia", rende bene l'idea degli umori che si respirano. Uno scontro tra centro e periferia, una "battaglia supportata dai rappresentanti politici locali, delle istituzioni, dalla società civile del nostro territorio contro questa Firenze-centricità che noi vogliamo rifuggire", spiega Pomponi.

Sono state  tante le prese di posizione negative, dal M5S al centrodestra, ma anche nel Partito Democratico: "Nel mio consiglio comunale il PD è opposizione, - spiega Marzocchi - ma grazie del PD locale per le prese di posizione che hanno dimostrato attaccamento al territorio, cercando di recuperare quella identità territoriale che sembrava persa.  Se infatti il 'pd fiorentino' va avanti per la sua strada, e il PD regionale non si espone troppo, "all'ultimo messaggio il segretario Fossi non mi ha risposto - ci dice Pomponi - da quanto so credo sia d'accordo con il salvare il Galileo, spero sia una notizia distorta", forti, anzi fortissime, sono state le prese di posizione del PD Empolese Valdelsa, e di importanti esponenti locali dal senatore Dario Parrini al consigliere regionale Enrico Sostegani, che arrivano persino a mettere in dubbio la ratio della Città Metropolitana come rappresentante istituzionale se incapace di uscire dalle mura fiorentine.

Ci sarebbe peraltro da chiedersi se di fronte a prerogative del consiglio metropolitano tali da incidere così fortemente sulla vita delle persone sia stato davvero un 'affare', almeno in termini di rappresentanza democratica, sbaraccare le Province e sostituirle con un organo che di fatto decide, ma senza essere eletto direttamente. Il tema sarebbe troppo complesso, eppure bisognerebbe affrontarlo.

Nello scontro 'territoriale' ci finiscono anche i sindacati: se la CISL ha preso posizione contro l'accorpamento, Marzocchi non le manda a dire alle altre sigle: "Pensavo che un sindacato rifiutasse la negazione di un diritto. L'ignavia è vergognosa, si esprimano contro gli interessi fiorentini".

La decisioni sull'accorpamento sarà presa definitivamente nel prossimo consiglio metropolitano, ma la sensazione è che una maggioranza anti-accorpamento al momento non esista. I sindaci Pomponi e Marzocchi hanno annunciato che saranno presenti a Firenze durante le votazioni: "Vogliamo guardare negli occhi i consiglieri, soprattutto quelli della periferia, per vedere con quale coraggio penalizzano la nostra periferia", dice in sindaco di Montaione.

I sindaci rivolgono quindi un monito ai consiglieri "dei contadi" fuori Firenze: "Si salva il Galileo perchè è storico. È un pretesto vergognoso. Anche le nostre scuole hanno una storia. Quello che succede a Gambassi e Montaione può succedere altrove, il pretesto si può trovare sempre per affermare la politica fiorentina. Bisogna essere contro i pretesti, a prescindere dalla bandiera di partito. I consiglieri dimostrino di essere contro la pretestuosità della sindaca Funaro e del PD Firenze", dice Marzocchi, "posso capire che i consiglieri fiorentini difendano il loro orticello, anche che chi ricopre quel ruolo dovrebbe fare l'interesse di tutto il territorio, ma i consiglieri della periferia dovrebbero capire che oggi tocca a noi e domani a loro", incalza Pomponi.

Marzocchi lo ripete più volte: "Non è una questione di campanilismo". Le difficoltà non sono questione di campanile, ma concrete difficoltà gestionali: "Avere sei plessi scolastici, 3 per comune, unire ulteriori plessi in Comune distante decine di km è un problema. Non è solo la quantità degli iscritti, ma la gestione pratica. Le problematiche che noi possiamo avere non è solo questione di prestigio, di come portare avanti i progetti educativi, di fare o meno il tempo pieno. Decisioni che domani saranno demandate a autorità lontana da noi togliendoci quella autonomia necessaria", così Pomponi. 

La scelta, effettivamente, pecca di logica. Per preservare la 'storicità' del Galileo (e forse, diciamola tutta, anche la dirigenza), che concretamente significa accorparlo al Michelangelo, distante poche centinaia di metri, si sceglierebbe di accorpare il Gonnelli ad un altro istituto "a minimo 10-15 km di distanza", come spiega Marzocchi secondo cui invece sarebbe logico "che gli accorpamenti vanno fatti dentro le mura delle città".

Dopo le proteste e lo scenografico 'No' umano creato con i corpi di chi l'istituto lo vive, in particolare studenti e insegnanti, i sindaci hanno annunciato che il preside dell'Istituto sta organizzando una manifestazione in via Cavour a Firenze "per mostrare la contrarietà" al progetto che dovrebbe tenersi rima del voto in consiglio metropolitano.

Giovanni Mennillo

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