Riunione congiunta mercoledì 6 novembre per le commissioni Sviluppo economico e rurale e Ambiente e territorio presiedute da Gianni Anselmi (Pd) e Lucia De Robertis (Pd) che hanno avviato il processo di ascolto per stabilire le norme per l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili in Toscana.
Hanno partecipato alla prima giornata di audizioni i rappresentati dei comuni e delle province di Grosseto e Livorno, i rappresentanti di Anci e Upi toscana e l’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni. Come ha ricordato in apertura della seduta il presidente Anselmi dopo il decreto del Governo nazionale la Regione ha 180 giorni per legiferare. L’obiettivo è quello di “trovare una chiave per scrivere una norma evoluta, avanzata ed esemplare” tenendo conto delle specificità territoriali. E per arrivare a una proposta di legge per la transizione energetica verranno ascoltati comuni e province di tutta la Toscana.
Ad aprire le audizioni è stato l’intervento dell’assessora Monni che ha sottolineato come 180 giorni per elaborare un testo di legge siano pochi vista la complessità della materia.
“Sul territorio - ha spiegato - ci sono già molti squilibri e il mercato si è autoregolato. L’obiettivo è quello di raggiungere la produzione da fonti rinnovabili richiesto dal Governo e dall’Unione europea non insistendo sempre sulle stesse aree, non danneggiando l’agricoltura e tutelando il più possibile il paesaggio toscano. Verranno definite le aree idonee e sottoposte alla discussione con i comuni che le potranno rimodulare”. L’assessora Monni ha sottolineato come “il territorio delle province di Grosseto e Livorno sia particolarmente aggredito con le tante domande già in corso di valutazione al Ministero competente”. Per quanto riguarda l’energia eolica ha assicurato che, visto l’impatto per l’ambiente e il territorio, “non ci saranno percorsi accelerati, ma procedure accurate e puntuali. Sull’agrivoltaico l’idea è quella di arrivare a una definizione nella legge ricalcando il modello degli agriturismi, considerando questa fonte di energia uno sviluppo dell’impresa agricola e un’integrazione del reddito”. “Serviranno aree oggettivamente utilizzabili - ha concluso l’assessora Monni - perché a preoccuparci è l’eccessiva frammentazione delle aree. È necessario costruire un sistema che tenga, evitando processi di cambiamento troppo forti, perché il problema vero è il cumulo nelle diverse aree”.
Diversi gli interventi dei rappresentanti di Enti locali, Anci e Upi toscana. Per i sindaci e i presidenti delle province di Grosseto e Livorno diverse richieste e tante preoccupazioni. C’è la richiesta di personale per gestire gli iter burocratici e la preoccupazione diffusa di cancellare ampie parti di un territorio che vive di agricoltura e turismo. La salvaguardia del territorio è ritenuta fondamentale e per farlo sarebbe utile l’inserimento di vincoli paesaggistici. Attenzione poi all’aggressione del territorio rurale e al rischio di costruire impianti in aree a rischio alluvione.
Sui territori agricoli la principale preoccupazione riguarda la tenuta economica di aziende in crisi che spesso cedono alla tentazione di vendere alle società che progettano e realizzano gli impianti. Sulle decine di progetti già presentati e in corso di valutazione la richiesta alla Regione non è di fermarli, ma di arginarli con istruttorie attente e severe evitando troppe procedure semplificate. Da tutti viene apprezzato il percorso di coinvolgimento prima della scrittura della legge e viene offerta la massima collaborazione con le province che si dicono disponibili a un ruolo di coordinamento per concertare i criteri da applicare nelle diverse aree.
Durante il dibattito il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi ha difeso l’intervento del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida “con l’obiettivo di ridurre, per quanto possibile, la pressione sui terreni agricoli”. “I piani di riferimento a livello normativo ci sono – ha spiegato il consigliere Capecchi – ma va trovato un difficile equilibrio tra semplificazione eccessiva e il rischio di sanzioni da parte dell’Unione europea. Per questo serve una riflessione anche a livello Ue, perché non si possono applicare le stesse regole in territori molto diversi. Paesaggio e produzione agricola sono dei veri tesori per la Toscana e vanno salvaguardati. Come ad essere salvaguardata deve essere la competenza pianificatoria dei comuni”.
Per il consigliere regionale del Partito democratico Francesco Gazzetti deve essere profuso il massimo impegno per disegnare i principi generali, come è importante il confronto con il mondo dell’associazionismo ambientale. È fondamentale poi evitare ulteriori lacerazioni e per questo “il tema toscano dei territori può essere una straordinaria modalità”.
Il portavoce dell’opposizione Marco Landi ha detto di “credere nella differenziazione nella gestione dei territori”. E ha sottolineato come nell’Aula del Consiglio regionale si diano troppo spesso colpe al Governo anche quando non ci sono.
Nella sua replica l’assessora Monni ha ringraziato i partecipanti alle audizioni “il livello maturità del confronto dimostra la qualità degli amministratori toscani”. “Analizzeremo le proposte - ha aggiunto - per trovare una sintesi. Il ruolo di comuni e province è fondamentale. Tutti vogliamo raggiungere gli obiettivi posti dal Governo e dalla Ue. I cambiamenti climatici sono sempre più evidenti anche in Toscana con periodi di siccità che si alternano a piogge estreme. La conversione energetica è un processo da affrontare senza assolutismi. I procedimenti autorizzativi sono importanti e si deve sburocratizzare con giudizio. Non è possibile come nel caso del parco eolico di Manciano che un progetto bocciato a livello regionale sia poi autorizzato a livello nazionale e per difendere le nostre ragioni ricorreremo in giudizio in ogni sede”.
A conclusione delle audizioni il presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Anselmi ha ringraziato tutti i partecipanti sottolineando che l’obiettivo “in un virtuoso intreccio con la Giunta” è di arrivare a una norma condivisa. “La proposta di legge - ha aggiunto - arriva nei tempi che ci vengono dati. Ora è necessario fare un percorso senza elementi di speculazione politica. Vogliamo dare una mano alla transizione ecologica ed energetica, ma dobbiamo farlo con lo spirito del buon pianificatore. Ci sono territori sulla costa dove storicamente si trovano grandi centrali di produzione energetica, a cui sono stati chiesti di recente nuovi sacrifici, e in alcuni casi gli stessi territori sono aggrediti da queste proposte”.
“Il fotovoltaico ha vincoli più severi – ha spiegato il presidente Anselmi – rispetto a eolico e agrivoltaico. L’eolico va inserito nelle aree che scontano delle procedure di valutazione ordinarie, mentre l’agrivoltaico va trattato come elemento complementare delle attività produttive nel rispetto delle produzioni agricole toscane autoctone. Manca una definizione di agrivoltaico e questo rischia di compromettere il nostro lavoro. È necessaria poi una tutela degli spazi e per questo i comuni sono al lavoro sulle comunità energetiche e il piano regionale di sviluppo va in quella direzione”. “Lo Stato - ha concluso - chiede alle Regioni un contributo sulle produzioni rinnovabili, un sacrificio alle campagne e ai territori quando dispone di vaste aree demaniali perfette per questo tipo di impianti, come quelle incluse nei SIN (Siti di Bonifica di Interesse Nazionale) dove insistono industrie dismesse o in via di ristrutturazione”.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
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