Spetterà a loro orientare al servizio. “Da questa sinergia dipenderanno i corretti invii degli utenti”
La sperimentazione dello Psicologo di Base è partita poco più di un mese fa per la Asl Toscana centro nel Quartiere 5, il più popoloso di Firenze con circa 110mila abitanti e 4 Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), per un totale di più di 100 tra medici di famiglia e pediatri che hanno il compito di orientare i pazienti sul servizio. Con ciascuno di loro in questi giorni l’Unità Operativa Complessa di Psicologia dell’Azienda è impegnata in incontri di persona e on line per comunicare informazioni sulle funzioni dello Psicologo di Base, sui tipi di problematiche che devono intercettare e sulle modalità di invio. Perché, lo ricordiamo, lo Psicologo di Base è quel professionista che accanto al medico di famiglia, offre assistenza psicologica primaria e fa interventi di sostegno su specifiche problematiche emergenti.
Può trattare, cioè, problematiche cosiddette di “adattamento”, un problema di coppia momentaneo, somatizzazioni legate a stress, il disorientamento emotivo dopo una diagnosi di tumore. Ma non fa psicoterapie né interventi su situazioni di patologia, queste di competenza dei Servizi Specialistici (Serd, Salute Mentale Adulti, Salute Mentale Infanzia e Adolescenza, Disturbi del comportamento alimentare). E poiché il servizio non è ad accesso diretto, la distinzione fra i casi in cui indirizzare verso il servizio di psicologia di base o verso lo specialista, è compito appunto del medico di famiglia o del pediatra.
A Firenze l’ultima attivazione del servizio in ordine di tempo è partita al presidio Dallapiccola il 1° ottobre, mentre dalla metà di settembre il servizio è attivo presso le Case della Salute Morgagni e Le Piagge. Trattandosi di una sperimentazione per la Asl Toscana centro con 3 Psicologi di Base (8 in totale in tutta la Toscana), questi potranno accogliere solo gli invii dei medici delle 4 AFT del Quartiere 5 di Firenze.
Creare un modo di operare condiviso fin da subito fra tutte le figure professionali coinvolte, renderà il percorso più semplice, se al termine dei 18 mesi di sperimentazione l’obiettivo è definire un modello di rete psicologica pubblica.
“Non è un servizio se tutto si risolve con l’invio allo psicologo di base e stop – spiega Rosanna Perone, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Psicologia - L’obiettivo è creare una sinergia semplice ed efficace con i medici, partendo dalla consapevolezza che il servizio nasce dalla collaborazione di più figure con l’obiettivo di prevenire, intercettando il prima possibile forme di disagio psicologico che potrebbero evolvere in condizioni psicopatologiche e problematiche di tipo bio-psico-sociale rilevanti. La risposta che abbiamo avuto dai medici finora è stata molto positiva”.
I medici vengono incontrati direttamente dallo Psicologo di Base nella Casa di Comunità, le strutture individuate dalla Regione Toscana come luogo rilevante per la tutela della salute e per questo anche come il punto di partenza della sperimentazione del servizio. Poi ci sono i medici delle AFT da cui, come dalle Case di Comunità, possono partire gli invii di utenti allo psicologo di base.
“Come prevede la delibera regionale – conclude la dottoressa Perone - per la realizzazione degli obiettivi del progetto sperimentale dello Psicologo di Base è prevista l’integrazione multidisciplinare, cioè la creazione di una sinergia tra i medici di famiglia, i pediatri, gli specialisti e gli Psicologi di Base. L’obiettivo rimane quello di porre al centro il cittadino e i suoi bisogni”.
Fonte: Ufficio Stampa AUSL Toscana centro
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