Nuove RSA Sovigliana, In Comune per Vinci fa esposto alla Corte dei Conti

Con il voto in consiglio comunale dello scorso 10 settembre delle delibere propedeutiche all'avvio dei lavori, sembrava essere 'messa in cantiere'  la realizzazione delle due nuove RSA a Sovigliana nel comune di Vinci. Eppure, a guardare l'oggetto delle critiche delle opposizioni, in particolar modo sull'ipotetico 'sconto' che il Comune avrebbe fatto al costruttore privato per realizzare l'opera (qui l'approfondimento di gonews.it), non sembra proprio un fulmine a ciel sereno il tentativo di fermare il progetto chiedendo il parere della Corte dei Conti.

Oggi il gruppo In Comune per Vinci ha infatti reso noto di aver fatto un esposto alla Corte dei Conti in merito all'oggetto delle delibere votate dal consiglio comunale per verificare "l’eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazione di disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse pubbliche", si legge nell'oggetto dell'esposto.

"L'esposto - spiega Giuseppe Pandolfi di In Comune per Vinci - parte dalla percezione che il privato abbia dettato le condizioni e l'Amministrazione, offuscata dalla eventuale crescita di PIL e posti di lavoro, ha fatto lavorare i propri uffici per acconsentire a tutti i desiderata del privato. Vogliamo chiedere alla Corte dei Conti di verificare se tale comportamento sta nella legge oppure no". Poi precisa: "La nostra posizione è chiara: siamo contrari alla cementificazione a prescindere, anche se il Comune avesse ottenuto adeguati benefici per la comunità in termine di oneri di urbanizzazione e servizi saremmo stati contrari. Ma nel merito delle determinazioni ci siamo accorti che qualcosa non quadrava, si è voluto venire in contro oltremodo alle volontà del costruttore. È possibile agevolare il privato per un'opera considerata utile, a discrezione del sindaco, ma entro certi limiti".

Sarà la Corte dei Conti, insomma, a dover tracciare quei 'limiti' e a esprimersi se le delibere in questione siano all'interno o all'esterno del cerchio.

  • Acquisizione di via Alfieri

La delibera n.57 prevede l'espropriazione e l'acquisizione di un tratto di via Alfieri che di fatto permetterà il collegamento tra il progetto delle RSA e le strade pubbliche. Si tratta di un piccolo tratto (quello in blu) che permetterà alla strada senza sfondo che serve gli edifici e il parcheggio delle RSA di collegarsi alle arterie stradali di Vinci.

Secondo In Comune per Vinci "l'acquisizione del demanio non aveva nessuna utilità pubblica se non quella di rendere operativa la RSA, invece il Comune l'ha acquisita e dovrà per forze di cose intervenire con risorse proprie per adeguarla al nuovo traffico dell'area, come peraltro era stato indicato espressamente nella delibera prima di essere modificata togliendo ogni riferimento. Secondo noi questi erano lavori che dovevano essere a carico del costruttore".

 

  • Gli oneri urbanistici straordinari

Secondo In Comune per Vinci l'Ente avrebbe di fatto 'svenduto' l'opera abbassando il più possibile gli oneri di urbanizzazione a partire dai cosiddetti oneri di urbanizzazione straordinari, che in termini molto semplificati sarebbero il pagamento del 50% all'Ente calcolato sulla base di 'utile' fatto dal costruttore dopo la realizzazione dell'opera.

"Si è scelto - spiega In Comune per Vinci - un criterio per calcolare l’importo dovuto che ha condotto ad una quantificazione esigua, e oltre a questo si è data una valutazione molto alta del valore dei terreni prima della variante in virtù della loro destinazione fabbricabile residenziale, cosa questa che ha ridotto lo scarto con il valore delle aree dopo la variante. Ma in realtà quelle residenze non erano più realizzabili con la decadenza del vecchio Regolamento Urbanistico e la adozione del nuovo Piano Strutturale nel dicembre 2023"

  • Gli oneri di costruzione

Il dissidio più forte, però, sarebbe sui cosiddetti oneri di costruzione, cioè l'imposta che si paga per ottenere il permesso di costruire e che varia a seconda della tipologia di immobile. Il costruttore è tenuto a pagare un importo che, nel Comune di Vinci, varia da 1 a 10% del costo dell'opera. La percentuale è decisa sulla base appunto di una tabella che stabilisce il Comune. Su un'opera come questa da 9 milioni di euro stimati, quindi, il costruttore potrebbe pagare o 90mila euro o 900mila. Secondo la precedente tabella il tipo di opera rientrava in una percentuale del 6%, in linea con altri comuni come Quarrata dove lo stesso costruttore ha pagato il 5% per costruire nuove RSA.

Per In Comune per Vinci, invece, "è stata creata una specifica categoria ad hoc, il 'servizio di interesse pubblico' che porta la percentuale di oneri di costruzione a 1%, il minimo. Su un'opera il cui costo stimato è 9 milioni, significa che si passa da un'entrata ipotetica di 500mila euro come sarebbe stato da vecchie tabelle a soli 90mila euro", spiega Pandolfi.

"Contestiamo poi il danno futuro - continua - perché la nuova tabella mette sullo stesso piano un'associazione o una chiesa che volesse fare un oratorio e palestre private o cliniche private. Perché avvantaggiare così il privato? Qui un costruttore sta costruendo RSA che darà a una cooperativa, si parla di puro profitto non di servizio di interesse pubblico". Per Pandolfi è un "pericoloso lascito", una "eredità mortale, che potrebbe produrre danni in futuro".

  • Oneri primari e secondari

La legge prevede che il costruttore sia chiamato a pagare anche oneri primari, cioè opere direttamente collegate all'opera realizzata, come ad esempio una fognatura, e oneri secondari, ossia quelle opere considerate necessarie per il contesto urbanistico, come un giardino o una scuola, e calcolate sulla base del volumetraggio occupato.

Per In Comune per Vinci anche questo calcolo sarebbe stato fatto al ribasso, infatti è stato inserito nel computo di questi oneri secondari anche la realizzazione di una rotonda all'accesso di via Alfieri, che ricordiamo è stata acquisita dal Comune propedeuticamente alla realizzazione delle RSA, e di un collegamento per le acque piovane verso il sistema generale di viale Togliatti.

"Si dichiara quel collegamento del sistema come 'non funzionale' alla realizzazione del progetto, - spiega Pandolfi - ma ad oggi quell'area non ha bisogno di un collegamento perché è zona agricola. L'accumulo di acque piovane è un problema che si pone a seguito della realizzazione delle RSA. Si va nuovamente incontro al privato scomputando dagli oneri secondari, che in teoria dovevano essere a favore della collettività, per opere che servono direttamente alle RSA"

 

"Privato ha dettato condizioni"

Insomma, per il gruppo di opposizione si sarebbe assecondato in tutto e per tutto le necessità del costruttore, e lo si sarebbe fatto, peraltro, sulla base di un contratto preliminare di compravendita nella quale il costruttore dettava nero su bianco le condizioni: si esercitava infatti il diritto di recedere il contratto "qualora il Comune quantificasse [...] gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria ed il contributo sul costo di costruzione dovuti per la realizzazione dell'intero progetto sopra descritto da realizzarsi nell'Area in un importo complessivamente superiore ad euro 150.000".

"Nel 2021 la società si è già scelto il luogo, una intatta collina a ridosso della frazione di Sovigliana, e ha già stipulato un contratto preliminare di acquisto con i proprietari dei terreni individuati. E in tale contratto ha posto, preliminarmente, una serie di condizioni in merito a procedure urbanistiche che il Comune avrebbe dovuto adottare. Condizioni queste che sono state tutte approvate dall’ente locale. La percezione che abbiamo avuto è quella di una totale sudditanza verso il privato, che avendo fatto balenare alla amministrazione il miraggio di una “grande occasione” da cogliere al volo ha condotto il gioco sin dall’inizio", si legge nella nota di In Comune per Vinci.

In Comune per Vinci critica insomma le scelte del Comune, il quale avrebbe favorito l'interesse privato senza nemmeno chiedere in cambio adeguate contropartite: "Sappiamo che spesso i Comuni- spiega Pandolfi - alle prese con problemi di bilancio, danno il via libera a costruire per ottenere fondi. Qui non è stato così. L'Amministrazione poteva mettere delle condizioni, ad esempio un tetto massimo di costo mensile per gli ospiti delle RSA per offrire un servizio accessibile a tutti. Ma non vi sono impegni dal punto di vista del contenimento delle tariffe, solo una “riserva” di 5 posti non convenzionati per i residenti di Vinci che potranno pagare il 5% in meno, cifra irrisoria su tariffe che si aggirano sui 3000 euro al mese". Si critica infine l'aggiramento della normativa degli 80 posti massimi, su cui avevamo già fatto un approfondimento.

Tutti questi aspetti sono ad oggi atti legittimi su cui si chiede una verifica. Starà solo alla Corte dei Conti decidere se l'Ente abbia agito correttamente o se avviare ulteriori istruttorie per accertare eventuali irregolarità e conformare eventuali ipotesi accusatorie. Insomma, ad oggi, i dubbi sollevati restano tutti nell'ambito del 'politico', cioè della legittima scelta amministrativa fatta dalla Giunta in merito ad un'operazione edilizia sul territorio comunale. Che la decisione della Corte accolga l'esposto o lo respinga, resta la valutazione politica che con tutta probabilità sarà una delle bandiere sventolate tra le opposizioni di Vinci per i prossimi 5 anni.

Giovanni Mennillo

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