Ogni Mostra Mercato Nazionale del tartufo bianco di San Miniato ha un'immagine che la contraddistingue e che ne vuole sottolineare il senso. Quella di quest'anno, giunta alla 53esima edizione, intende festeggiare il 70esimo anniversario della cavatura del tartufo più grande del mondo, che era un tartufo bianco di San Miniato.
Non sfugge all’occhio, nell'immagine che caratterizza quest'anno la Mostra, la presenza in primo piano di un uomo inginocchiato accanto al suo cane: non un signore qualunque ma Arturo Gallerini detto “Bego”, il tartufaio che nel 1954 scovò nei boschi di Balconevisi il tartufo più grande del mondo; 2.520 grammi di pepita bianca che un commerciante di Alba decise di donare all’allora presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower. Un tartufo eccezionale – tutt’oggi il più grande di sempre a distanza di settant'anni – che dopo aver attraversato l’Oceano Atlantico finì nelle mani dell’uomo più importante del mondo, l’ex comandante delle forze alleate in Europa durante il secondo conflitto mondiale.
Di questo tartufo irripetibile è presente una riproduzione all’interno del Mutart, il museo del tartufo delle colline samminiatesi aperto da pochi mesi nel centro di San Miniato su iniziativa di Fondazione San Miniato Promozione. Ma i collegamenti non finiscono qui, perché Bego e il suo cane Parigi, che troviamo nel manifesto della mostra mercato 2024, sono proprio quelli immortalati nel monumento al tartufaio che si può apprezzare nel centro di San Miniato, unica città al mondo ad avere una statua dedicata all’arte della cerca e cavatura del tartufo. A ribadire che i boschi di San Miniato sono speciali c’è quel claim che recita “Biggest truffle's land” (in inglese per universalizzare il messaggio), la terra del tartufo più grande (del mondo). Che non è l’unico, visto che anche un secondo tartufo gigantesco è stato rinvenuto a San Miniato pochi anni fa, nel 2018, superando di pochi grammi i due chili; anche questo maxi tartufo è stato riprodotto e si può vedere all’interno del Mutart, accanto al suo fratello maggiore.
Ma torniamo all'immagine del manifesto: in secondo piano si ergono gli alberi tipici dei boschi tartufigeni e poi c’è il richiamo alla terra, che può donare questi frutti preziosi solo se ricominceremo a rispettarla. La Mostra promuove da tre anni gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo sostenibile, in particolare quelli per una produzione e un'alimentazione sostenibile, per la salvaguardia della biodiversità e per il controllo del riscaldamento globale, perché senza un rinnovato equilibrio nel rapporto fra uomo e natura non potremo continuare a godere del tartufo, che oltre a essere re della tavola è sentinella della qualità ambientale degli ecosistemi. Tutte queste sfaccettature dell’universo tartufo sono presenti nel Mutart, che celebra le colline samminiatesi e si appresta a prendere parte alla sua prima mostra mercato, di cui sarà uno dei principali punti di interesse. La 53° Mostra Mercato andrà in scena nei seguenti weekend: 16 - 17 novembre, 23 - 24 novembre, 30 novembre -1 dicembre.
Fonte: Fondazione San Miniato Promozione - Ufficio stampa
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