Ius Scholae, FdI Empoli: "Dal PD poche idee e confuse"

Il PD, dopo aver presentato una delibera in materia di “ius scholae” in occasione del consiglio comunale dello scorso 30 settembre, ritiene di tornare sull’argomento con il sindaco Mantellassi per spiegare alla gente, che evidentemente non ne ha capito il senso, come mai, quando era al governo, non ha approvato né lo “ius scholae”, né, tantomeno, lo “ius soli”: ancora una volta assistiamo ad un panegirico autocontemplativo ridotto a emotività demagogica e strumentale che, da solo, spiega le ragioni per le quali, come Fratelli d’Italia Empoli, non si poteva non votare contro.

Per Cosimo Carriero – presidente di Gioventù Nazionale Empoli e capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia – è evidente che il PD tenti di inserirsi sul dibattito che afferisce alla concessione della cittadinanza italiana agli stranieri cavalcando il clima di riaccesa attenzione sul tema, dimenticando che la normativa italiana in materia non è più restrittiva di quella in vigore in molti altri Stati europei e i dati Eurostat (2022) certificano che l’Italia è al primo posto in Europa per la concessione di nuove cittadinanze agli stranieri. Per Fratelli d’Italia l’acquisizione della cittadinanza deve rappresentare l’esito di un percorso di integrazione. Per questo siamo contrari allo ius soli, mentre, in passato, ci siamo espressi a favore di ipotesi di allargamento della cittadinanza ai ragazzi stranieri che avessero completato due cicli scolastici (scuola dell’obbligo) in Italia. Tuttavia, come più volte ribadito dal governo, quello dello ius scholae non è, al momento, un tema della nostra agenda politica né rientra tra le priorità del programma di governo del centrodestra. Per queste ragioni abbiamo votato contro una delibera priva di significati concreti, il cui fine è tendere a concedere la cittadinanza per esclusivi fini demagogici e strumentali, senza avviare quei necessari processi di verifica dell’integrazione per assicurarsi che i minori stranieri abbiano effettivamente acquisito una conoscenza approfondita della cultura e della lingua italiana.

Per Francesca Peccianti – coordinatrice di Fratelli d’Italia Empoli e consigliera comunale - lo ius scholae, così come lo vorrebbe il PD, tende a rendere troppo facile l’ottenimento della cittadinanza italiana, senza un’adeguata verifica dell’integrazione effettiva dei minori stranieri. Peraltro, come sottolineato da molti di coloro che si pongono su posizioni critiche in merito a questo istituto giuridico e dagli addetti alla sicurezza dello Stato, non va sottovalutato il timore che lo ius scholae possa incentivare l’immigrazione irregolare, dato che questa legge potrebbe essere percepita come un incentivo alle famiglie a trasferirsi in Italia, nella speranza di ottenere la cittadinanza per i propri figli attraverso il percorso scolastico e, di conseguenza, per loro stessi. Lo ius scholae, infatti, non prevede che la cittadinanza venga concessa in base alla dimostrazione di una conoscenza approfondita della cultura e della lingua italiana, ma solo in base alla frequenza scolastica. Lo ius scholae, ancora, così come proposto, non prevede una verifica dell’integrazione culturale e linguistica dei minori, garantendo che i nuovi cittadini abbiano una conoscenza solida della società italiana. Ancora, non si prevede neanche il coinvolgimento delle famiglie nel processo di integrazione, ad esempio attraverso corsi di lingua e cultura italiana per i genitori: e questo per creare un ambiente familiare più favorevole all’integrazione dei minori stessi. In ultimo, ma non ultimo, lo ius scholae non tiene conto della valutazione del comportamento e dell’integrazione sociale dei minori da parte degli insegnanti e del personale scolastico al fine di assicurare che la cittadinanza venga concessa a chi ha dimostrato un reale impegno nell’integrarsi. Il percorso scolastico dovrebbe riconoscere l’importanza dell’educazione non solo come mezzo per acquisire conoscenze, ma anche come strumento per l’integrazione culturale e sociale come approccio per favorire una cittadinanza consapevole, partecipativa, e per favorire un approccio più completo e rigoroso all’integrazione dei nuovi cittadini nella società italiana.

Anche per Danilo Di Stefano – componente del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia Empoli – il tentativo del PD di far passare lo ius soli attraverso lo ius scholae è una proposta irricevibile che banalizza la concessione della cittadinanza, in un momento in cui lo Stato è impegnato nella lotta all’immigrazione irregolare. In Europa, peraltro, nessun Paese concede la cittadinanza in maniera incondizionata e automatica ai bambini nati sul territorio nazionale da cittadini stranieri. La condizione più comune per lo ius soli in Europa è che i genitori abbiano risieduto nel paese per un certo periodo di tempo prima della nascita del bambino (ius soli temperato). Il termine cittadinanza – prosegue Di Stefano - indica il rapporto tra un individuo e lo Stato, ed è in particolare uno status al quale l’ordinamento giuridico ricollega la pienezza dei diritti civili e politici. La disciplina in materia di cittadinanza, in Italia, fa capo principalmente alla legge 91/1992. La cittadinanza italiana si acquista per ius sanguinis, cioè se si nasce o si è adottati da cittadini italiani. Esiste una possibilità residuale di acquisto della cittadinanza secondo lo ius soli, se si nasce sul territorio italiano da genitori apolidi o se i genitori sono ignoti o non possono trasmettere la propria cittadinanza al figlio secondo la legge dello Stato di provenienza. La cittadinanza può essere richiesta anche dagli stranieri che risiedono in Italia da almeno dieci anni e sono in possesso di determinati requisiti. In particolare, il richiedente deve dimostrare di avere redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali, di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica. Si può diventare cittadini italiani anche per matrimonio. Ogni cittadino di un Paese membro della Ue, oltre alla cittadinanza del paese di origine, gode della cittadinanza europea, come previsto il trattato di Maastricht (TUE). La cittadinanza dell'Unione europea comporta una serie di diritti e doveri: la libertà di circolazione e di soggiorno su tutto il territorio dell'Unione; il diritto di votare e di essere eletto alle elezioni comunali e a quelle del Parlamento europeo nello Stato membro di residenza; la tutela da parte delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro in un paese terzo nel quale lo Stato di cui la persona in causa ha la cittadinanza non è rappresentato; il diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo e ricorsi al mediatore europeo. Ebbene, per tutte queste ragioni di buon senso, e non certo per creare discriminazioni tra cittadini, siano essi maggiorenni o minorenni, che i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Empoli hanno votato contro la delibera presentata dal PD.

In conclusione, nel ribadire che, se un’occasione si è persa per dimostrare sinceri sentimenti di accoglienza e di integrazione a favore delle famiglie di stranieri residenti in Italia e dei loro figli, questa occasione l’ha persa il PD presentando delibere pasticciate, ideologiche e strumentali, corrette in corso d’opera come quella sulla cittadinanza onoraria, auspichiamo che il PD impari ad assumersi la responsabilità delle proprie idee, traducendole in atti concreti e votandole quando è al governo, e la finisca di fare il paladino dei diritti dei più deboli quando a governare sono gli altri, dato che, questo teatrino, ormai, gli italiani lo conoscono fin troppo bene!

FdI Empoli

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