Incendi boschivi, il primo bilancio dell’anno è positivo: minori roghi e meno estesi

E’ piovuto più del solito quest’anno, a primavera e a giugno, e forse anche per questo – ma anche per le forze e l’organizzazione messe in campo e i non troppi eventi in contemporanera - ci sono stati meno incendi di boschi o meno gravi.

“E’ stato un anno più fortunato, ma è un dato che non può farci stare tranquilli – commenta la vice presidente ed assessore all’agricoltura della Toscana, Stefania Saccardi - perché le stagioni con cui ci confrontiamo sono sempre più siccitose e con temperature altissime, che non sono mancate neppure stavolta. Per cui il rischio incendi è sempre molto alto”.

Settembre si chiude in ogni caso con un bilancio decisamente positivo per la Toscana. Al Centro regionale antincendi boschivi della Pineta a Monticiano nel senese - eccellenza di formazione dove si addestrano non solo forestali e volontari toscani ma di tutto il Paese e dove oggi sono intervenuti la comandante regionale dei carabinieri forestali Cinzia Gagliardi, Luca Torrini per i vigili del fuoco, rappresentanti del coordinamento del volontario e delle associazioni - si tirano le somme e nei primi nove mesi dell’anno si contano in tutta la regione 210 incendi boschivi: quasi la metà (ridotti del 44 per cento) rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Un successo. Meno incendi rispetto al 2023 (quando se ne registrarono 242), meno incendi rispetto al 2022 (571) e al 2021 (405).

Inoltre si è ridotta (ad un terzo) anche la superficie boscata percorsa dalle fiamme: fino al 30 settembre, un dato per ora stimato in attesa dei rilievi ufficiali, risulta di 283 ettari rispetto agli 855 della media decennale, dove 145 ettari di quest’anno sono l’esito di soli quattro incendi (a gennaio a Roccalbegna in provincia di Grosseto, il 27 luglio e 25 agosto nel senese a San Casciano dei Bagni e a Abbadia San Salvatore, il 13 agosto a Massa). Un abisso rispetto ai 2.065 ettari di bosco bruciati nel 2022, i 1.567 del 2019, i 1.277 del 2018 (l’anno dell’incendio a Calci sui Monte Pisani) e i 2.079 del 2017.

“Per questo – annota Saccardi – è importanto che la macchina continui a lavorare e lavori bene: in collaborazione con i quattromila volontari che sono sicuramente un valore aggiunto e che ringrazio, in collaborazione con vigili del fuoco e carabinieri forestali ed utilizzando a Monticiano il centro di addestramento e formazione di altissimo livello della Pineta”.

Luglio ed agosto, come spesso accade, sono stati anche quest’anno i mesi più impegnati per l’Organizzazione antincendi boschivi toscana: 74 incendi nel primo mese e 85 nel secondo.

“A parità comunque di numeri in questa regione le conseguenze sono sempre minori rispetto ad altre: merito della macchina dell’antincendio boschivo ben organizzata ed addestrata” sottolinea la vice presidente. E questo fa bene all’ambiente ma anche ai bilanci pubblici.

Quando brucia un bosco si crea infatti una ferita nell’ecosistema ma c’è anche un costo vivo proporzionato alle forze di ‘lotta attiva’ dispiegate. L’incendio dello scorso luglio a Galceti di Prato, che ha bruciato otto ettari e mezzo, è costato ad esempio 86 mila euro: 82 mila il rogo del 25 agosto scorso ad Abbadia San Salvatore in provincia di Grosseto che ha mandato in fumo 32 ettari di bosco.

Per questo è importante investire sulla prevenzione. “Gestendo bene i boschi per evitare gli incendi – riassume Saccardi – ma anche coinvolgendo la popolazione per scongiurare comportamenti a rischio ed istruendo i cittadini su cosa fare durante un incendio, per ridurre i pericoli per loro e i soccorritori”. Un aspetto di educazione e mobilitazione attiva su cui l’assessore si è soffermata a lungo durante l’intervento.

Tornando ai numeri, la provincia toscana con più incendi boschivi è Grosseto (51): seguono Firenze (33) e Siena (32). Ma se si guarda la superficie percorsa dalle fiamme è invece Siena la più colpita: 93 ettari di superficie boscata, prima anche per la superficie non boscata attaccata dal fuoco (185 ettari contro i 150 di Massa Carrara e i 140 di Grosseto). Quanto ai cosiddetti ‘incendi di vegetazione’, dove l’antincendio regionale interviene a supporto dei vigili del fuoco che ne ha competenza, si contano 299 interventi in tutto l’anno (82 nel fiorentino, 36 nel grossetano e 38 nel senese).

 

Investiti 16 milioni di euro

Per mantenere ed aggiornare la complessa macchina organizzativa che opera nella previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi la Toscana investe circa 16 milioni l’anno, compreso il contratto per gli elicotteri. Il 40 per cento è destinato alla prevenzione.

Tutti i cittadini sono invitati a segnalare i principi di incendio al numero unico di emergenza 112. Devono, inoltre, conoscere e rispettare scrupolosamente il divieto di abbruciamento di residui vegetali che interessa tutto il territorio regionale nei mesi di luglio e agosto, nonché le norme che regolano un corretto abbruciamento nei restanti periodi dell’anno, a cominciare dal divieto di accensione in presenza di vento.

Anche mantenendo puliti gli spazi verdi intorno alle proprie abitazioni e strutture ricettive si può contribuire alla difesa del patrimonio boschivo: particolare attenzione è necessaria per i terreni incolti, da dove negli ultimi mesi sono partiti numerosi principi di incendio che hanno finito per allargarsi alla vegetazione vicina, fino ad arrivare a interessare il bosco. Non meno importanti sono le azioni di prevenzione che devono portare avanti i gestori di reti infrastrutturali del Paese come Terna, Ferrovie o Snam.

Cittadini attivi e forze in campo

La Regione, insieme ad Anci (l’associazione dei Comuni), sta promuovendo pure la costituzione di comunità antincendi boschivi, dove le persone diventano parte attiva, nell’azione di contrasto agli incendi boschivi, creando e mantenendo intorno alle proprie strutture e fabbricati fasce dove la vegetazione è meno densa e quindi meno pericolosa nel caso di passaggio del fuoco. Sono quattro le comunità inaugurate fino ad oggi: a Calci, a Vicopisano, a Portiglioni nel comune di Scarlino, a Castiglione delle Pescaia.

Nei mesi di maggiore attività operano nell’organizzazione antincendi boschivi toscana una sala operativa regionale (Soup), sette sali provinciali (Cop Aib), 170 direttori delle operazioni di spegnimento, 400 operai forestali di Comuni e Unioni di Comuni, 4.000 volontari addestrati, 38 unità specializzate Gauf (gruppo addetti all’uso del fuoco, 65 logisti, dodici direttori delle operazioni di spegnimento per gli incendi più complessi, otto analisti di campo, sei analisti di sala, seicento mezzi allestiti e un flotta regionale di dieci elicotteri.

 

Con meteo estremo anche l’antincendio boschivo si deve riorganizzare

Cambia il clima nel mondo , cambiano gli incendi e cambiano le strategie. In Toscana si è registrato il più grande incendio degli ultimi trenta anni nel mese di settembre, nel 2018, a Calci, ma anche un vasto incendio sull’isola d’Elba nell’ottobre 2021 e un ottobre caratterizzato da decine di eventi in successione negli anni 2018, 2021 e 2023.

“Di fronte a eventi di tali dimensioni come quelli nel corso di questa estate a cui abbiamo assistito nel Mediterraneo in Portogallo, in Turchia o in Grecia, oppure in Italia sul Gargano o in provincia di Roma – sottolinea e spiega la vice presidente della Toscana, Stefania Saccardi -, anche le più evolute organizzazioni di antincendio boschivo si trovano inermi, non potendo contrastare il fenomeno con un approccio esclusivamente emergenziale. L’ambizione è, quindi, spostare avanti il raggio di azione dell’attività, non limitarci a rincorrere il problema, ma farci trovare preparati di fronte alla simultaneità di eventi sempre più intensi”.

In Toscana anni di fortissimo impegno sono stati di recente il 2012 (nei mesi invernali e estivi), l’estate 2017 e 2022 e l’inverno 2019, oppure ci sono stati incendi caratterizzati da alte velocità ed elevate intensità, come a Calci nel 2018 (1100 ettari distrutti) o a Massarosa in provincia di Lucca a luglio del 2022 (900 ettari).

“Negli ultimi dieci anni il periodo a rischio per lo sviluppo di incendi si è allungato - prosegue Saccardi -. Per fronteggiare periodi di rischio così lunghi e intensi occorre mettere in campo organizzazioni di anticendio boschivo sempre più flessibili, spiegate al massimo livello di operatività quando necessario ma ridotte al minimo dei periodi di minor rischio”.

L'Organizzazione Aib toscana ormai da tempo viene modulata nel corso dell'anno in funzione dell'andamento dell'indice di rischio per lo sviluppo e la propagazione di incendi boschivi, con servizi aggiuntivi previsti durante lo stato di allerta: una scelta strategica sia in termini operativi, sia di costi che altrimenti diventerebbero insostenibili.

Per far questo è basilare il continuo monitoraggio delle previsioni meteo e degli indici di rischio, che facciamo con la pubblicazione di un bollettino giornaliero e con un’analisi di approfondimento settimanale, nei periodi di maggior rischio condivisa con il personale operativo dell’organizzazione che si forma con una media di ottanta corsi l’anno tenuti dal Centro regionale di Monticiano.

Nel 2024, nell’ambito delle attività di addestramento, sono state organizzate una quindicina di esercitazioni sul territorio, incontri di valutazione ed analisi dopo ogni incendio per i principali eventi e lezioni di applicazione di fuoco prescritto, per specializzare tecnici ed operatori.

Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa

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