Toscana Diffusa: una legge per assicurare crescita sociale, culturale ed economica in tutto il territorio

Iniziato l’iter, in commissione Bilancio del Consiglio regionale, guidata da Giacomo Bugliani (Pd), della proposta di legge Valorizzazione della Toscana diffusa. Un testo presentato dal presidente della Regione Eugenio Giani nel corso di un evento, lo scorso 20 settembre, al Palaffari, alla presenza di sindaci, rappresentanze istituzionali e delle categorie economiche e sociali.

 

Già approvato ad agosto dalla Giunta, l’articolato si compone di 27 articoli, interessa due terzi dei Comuni toscani e si propone di ampliare e rendere strutturale l’insieme degli interventi messi in campo dalla Regione, le esperienze già consolidate e quelle pilota portate avanti negli ultimi anni, così da promuovere una crescita equilibrata e la parità dei diritti di tutti i residenti in Toscana.

 

La vicepresidente della Commissione Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) intende approfondire le tipologie di finanziamento di cui saranno beneficiari i 172 Comuni che rientrano nella definizione di Toscana Diffusa e su quali settori si interverrà. “Mi pare un testo disorganico, serve entrare dentro alle misure per capire cosa effettivamente si vuole fare”, dichiara.

 

E sulla lista delle amministrazioni comunali coinvolte, approfondimenti sono chiesti anche dal consigliere Andrea Pieroni (Pd), che parla di “legge manifesto” e di “interventi generici”. Per dare corpo agli intenti previsti della proposta di legge, “lodevoli e condivisibili”, sarà necessario capire se si potrà aprire ad altri Comuni o se la lista è invece da considerarsi rigida e già formata.

 

Perplessità sono espresse da Marco Casucci (Lega). “Pare un tentativo di fare qualcosa senza avere gli strumenti adeguati. Non ci sono variazioni di risorse e la maggior parte dei finanziamenti sono europei”, afferma il consigliere che è anche vicepresidente del Consiglio regionale e che si interroga “se l’eventuale approvazione della legge determinerà l’abrogazione delle altre”.

 

Il consigliere Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia) lamenta l’assenza del governatore in Commissione: “Si rischia di fare di una proposta di legge importante un’occasione persa per una vaghezza di fondo. Sembra più una legge su Giani diffuso”. Anche la definizione di Toscana diffusa, contenuta nel testo all’esame, non sembra chiara a Fantozzi. “Ci sono Comuni che sono cintura alle grandi città che soffrono della desertificazione dei servizi”, chiarisce.

 

La consigliera Valentina Mercanti (Pd) insiste sul fatto che il testo all’esame non presenta nuovi oneri ed “è dimostrazione del fatto che si cerca di fare il punto di quanto fatto in quattro anni”. “Abbiamo fatto interventi per i Comuni delle aree interne ed oggi le misure adottate trovano una cornice in questa proposta. “Bene che per la prima volta venga posta attenzione a quelle che comunemente vengono chiamate periferia, ma una volta capito l’elenco dei Comuni cerchiamo di capire anche altre zone che in questa polarizzazione rischiano di restare fuori”, raccomanda Mercanti che lancia l’ipotesi di una proposta di risoluzione, “magari all’unanimità”, che tenga conto del confronto in Commissione.

 

--------

La proposta di legge in sintesi

Promuovere lo sviluppo equilibrato della Toscana e ogni sua specificità, sostenendo i territori più fragili con la consapevolezza che la loro valorizzazione può rivelarsi utile anche ad alleggerire la pressione e la congestione sulle aree più attrattive.

Il concetto di Toscana diffusa è stato declinato nel PRS 2021-2025 (Piano regionale di sviluppo) come l’insieme di Comuni che, per caratteristiche intrinseche (morfologia del territorio, ovvero montanità) o estrinseche (distanza, e dunque accessibilità, rispetto ai luoghi di concentrazione degli insediamenti, delle opportunità di lavoro e dei principali servizi alle persone e alle imprese), si trovano ad affrontare la sfida della perifericità dall'asse centrale che rischia di esacerbarne lo spopolamento e portare a veri e propri

fenomeni di abbandono.

 

Se da un lato i tratti distintivi di queste aree sono la persistenza di dinamiche demografiche negative, la bassa densità di insediamento umano e imprenditoriale, dall’altro rappresentano l’identità e il cuore della Toscana. Sono i luoghi della memoria e dell’immaginario collettivo, che racchiudono testimonianze di notevole interesse storico, architettonico e artistico, immerse, il più delle volte, in ambienti di grande pregio naturalistico e paesaggistico che hanno caratteristiche rurali e potenzialità di sviluppo inespresse, legate ad una migliore valorizzazione del proprio patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale (piccoli borghi) e nelle quali va comunque garantito un pacchetto minimo di servizi.

 

Nei 27 articoli della proposta di legge si richiama distintamente il concetto di Toscana diffusa per declinarlo in specifiche disposizioni di settore:

  • gli atti di programmazione (PRS/DEFR) individuano in via generale i territori della Toscana diffusa in base a criteri definiti; se non altrimenti disciplinato tale definizione dei territori viene presa come riferimento per tutte le politiche regionali che intendono intervenire nella Toscana diffusa;
  • in via specifica, nell’ambito del DEFR (Documento regionale di economia e finanza) per ciascuna politica settoriale è possibile definire “sub/territori” per la Toscana diffusa, individuati in base a criteri propri della politica;

 

Le risorse che si intendono adoperare per dare attuazione alla norma sono i fondi europei e nazionali per la coesione e lo sviluppo economico e territoriale. La Regione quindi, nella programmazione di queste risorse, cercherà di massimizzare il contributo delle azioni settoriali promuovendo un approccio integrato e valorizzando il coinvolgimento dei territori anche attraverso la rete dei centri di facilitazione digitale intesi come punti di dialogo, comunicazione e informazione.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

Notizie correlate



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

torna a inizio pagina