Mostre: inaugurata ‘Dai binari della morte alla prigioni della mente’

Inaugurata dal consigliere Maurizio Sguanci la mostra “Dai binari della morte alle prigioni della mente” che presenta le foto di Claudio Tamburini dedicate al delicato tema della Shoah e dei manicomi.

Scrive in catalogo il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo: “La Shoah non è stata un destino. È stata una scelta, una scelta terribile. Una scelta che è costata tante vite umane innocenti e tanta umiliazione che ha calpestato la dignità umana in modo efferato ed estremo. Gli ospedali psichiatrici con terapie inappropriate sono una pagina oscura frutto di ignoranza e pregiudizi. Una brutta pagina dunque anche se non assimilabile in alcun modo agli orrori della Shoah. Nelle fotografie esposte i luoghi spogli e privi di vita hanno la forza di raccontare con delicatezza ma anche con efficacia le esperienze umane che lì si sono consumate: la morte, il dolore, la paura, l’umiliazione, il rifiuto.”

“Per il tema dell’Olocausto ho iniziato ad elaborare – ha detto Claudio Tamburini - questo progetto, leggendo un libro che mi ha scosso, coinvolgendomi emotivamente dalla prima all’ultima pagina: “L’ultimo sopravvissuto”, di Sam Pivnik, le cui parole sono illuminanti su quanto accaduto, e sull’abisso in cui sprofondava l’umanità in quegli anni. Mentre per il tema dei manicomi, ho avuto l’opportunità di visitare questi luoghi e, al loro interno, ho percepito lo stato di disagio e sofferenza che queste persone erano costrette a provare quotidianamente, vivendo in quella che per loro era non solo una prigione fisica ma anche mentale. È nata, quindi, l’idea di poter unire insieme questi due temi e dare vita a quella che è la mostra dal titolo “Dai binari della morte alle Prigioni della mente”.”

“Tamburini è un fotografo bravissimo che racconta storie e non realizza delle semplici foto – ha detto Maurizio Sguanci consigliere regionale – e qui racconta due mondi del disagio: i campi di concentramento e i manicomi. Il filo conduttore della mostra è l’umanità e la medicina che diventa disumana, una mostra che vale la pena di visitare, che racconta emozioni. Una mostra che è stata apprezzata dalla comunità ebraica e dal dipartimento di psichiatria di Firenze. Una memoria che non va persa.”

Fonte: Ufficio stampa

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