Battaglia di Piombino: le parole di Ferrari in occasione dell'81esimo anniversario

Francesco Ferrari

"Prima di tutto un sentito ringraziamento a tutti i presenti alla cerimonia di oggi, alle autorità civili e militari, ai rappresentanti delle Forze dell'Ordine, alle associazioni d'arma, dei partigiani, dei reduci e dei combattenti. Un ringraziamento particolare va al dottor Giovanni Brunetti di Istoreco Livorno, nonché ricercatore dell'Università di Verona, per essersi unito a noi oggi in occasione di questa importante ricorrenza cittadina.

La cerimonia in memoria della Battaglia di Piombino è sempre un momento sentito in città: ci consente di restituire all'attualità un episodio importante per la nostra storia ma anche per quella dell'intera Nazione. Quelle giornate di settembre del 1943 videro cittadini, operai, lavoratori del porto e dell'acciaieria combattere al fianco di marinai, finanzieri e soldati per difendere la città dall'occupazione tedesca.

Se in molti altri luoghi del nostro Paese i presidi militari non riuscirono a fronteggiare l'avanzata tedesca a seguito dell'Armistizio, a Piombino andò diversamente. I nostri concittadini di allora dimostrarono coraggio, forza e orgoglio. Si unirono per difendere la propria città e il suo futuro. Il loro futuro. Il nostro presente. Non si arresero.

Misero da parte le differenze e si concentrarono su ciò che li univa costruendo una delle primissime forme di Resistenza contro il Nazifascismo in Italia. Dimostrarono che vincere era possibile, che la libertà non era perduta per sempre, che si poteva ricostruire un Paese di cui essere fieri. Dimostrarono che, uniti, era possibile recuperare l'orgoglio di essere italiani. Tra quegli uomini e quelle donne comuni diventati eroi nazionali tengo a ricordare in particolare chi in quei giorni perse la vita: i marinai Giovanni Lerario e Giorgio Perini, il brigadiere della Finanza Vincenzo Rosano e Nello Nassi.

La Battaglia di Piombino è un episodio importante per tutta la Nazione perché è qui, prima che altrove, che civili e militari si unirono in una lotta comune affermando quei principi e quei valori che, poi, diventarono il cardine della Liberazione in tutto il Paese: la libertà, la democrazia, il rifiuto della sopraffazione.

La Resistenza fu espressione di posizioni sociali e politiche diverse ma ognuno degli uomini e delle donne che vi parteciparono erano uniti da quell'insieme di valori che, poi, diventarono i principi fondanti dell'Italia democratica, sanciti dalla nostra Costituzione e guida ancora oggi delle Istituzioni e della società.

Nei decenni successivi, però, allontanandoci sempre più dagli anni della guerra e della Resistenza, il filo della memoria ha perso tensione, si è allentato il legame tra le nuove generazioni e un passato, non così remoto, che è stato fondamento dell'Italia che conosciamo. Talvolta é mancata l'occasione di far conoscere ai più giovani, colonna portante del futuro del nostro Paese, il valore e il prezzo che i loro predecessori hanno pagato per garantire a tutti noi un'Italia libera, democratica e fondata sull'uguaglianza.

Cerimonie come quella di oggi, oltre a commemorare gli eventi e i caduti, servono proprio a questo: a riallacciare il filo della memoria. Ma non è sufficiente. Occorre compiere uno sforzo ulteriore, quotidiano, per ripulire gli eventi dalla retorica, restituirgli l'umanità della storia, e raccontarli ai più giovani così che non possano essere dimenticati, così che le generazioni sempre più lontane da quelle che hanno vissuto i fatti in prima persona possano comprenderne a fondo il significato. Perché il fascismo, inteso come sopraffazione di qualcuno su qualcun altro, come violenza, come imposizione di una verità assoluta e rimozione delle differenze come valore per la società, è un rischio ancora presente e attuale.
E quindi, oggi, in nome e memoria di chi ha combattuto per un'Italia libera, dobbiamo impegnarci affinché i nostri figli restino vigili, affinché comprendano il significato profondo della libertà, affinché siano sentinelle della democrazia."

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino

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