Aggressione in ospedale a Empoli, FdI: "Servono più guardie armate"

“Quanto successo nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Empoli la scorsa settimana desta una crescente preoccupazione. Un uomo dopo aver aggredito i sanitari, un altro paziente e una guardia giurata è scappato dall’ospedale per poi essere fortunatamente intercettato in tempi rapidi dalle forze dell’ordine. L’uomo a piede libero per la città e in quello stato, era potenzialmente un pericoloso per l’intera collettività. L’episodio ci pone di fronte a due questioni: il problema dell’incolumità del personale sanitario e di tutti coloro che gravitano attorno al mondo ospedaliero, e la gestione dei pazienti psichiatrici nel sistema delle Rems.
Anzitutto vorremmo comprendere la dinamica di quanto successo al San Giuseppe di Empoli e per questo presenteremo una interrogazione regionale. Devono essere trovate soluzioni che garantiscano la sicurezza negli ospedali e la gestione dei pazienti psichiatrici violenti” lo dicono il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Sanità Diego Petrucci e il consigliere del centrodestra a Montelupo Fiorentino Federico Pavese, nonché dirigente provinciale e regionale FdI.
“Alcuni reparti sono più a rischio di altri - sottolinea Petrucci – per questo da tempo propongo alla Regione Toscana di fare una mappatura in base al grado di pericolosità. È logico che le psichiatrie e i pronto soccorso necessitino di un servizio di vigilanza rafforzato.
Come Fratelli d’Italia da diversi anni chiediamo una maggiore presenza delle guardie armate nei luoghi più a rischio ma l’ultima volta che abbiamo presentato una proposta simile ci siamo sentiti dire dal Pd che volevamo militarizzare gli ospedali. Per questo ripresenterò un atto in Consiglio regionale che vada in questa direzione e mi auguro che questa volta la maggioranza non si limiti a fare discorsi ideologici ma abbia la volontà di trovare proposte concrete.
Quotidianamente ascoltiamo di infermieri, oss e medici aggrediti dai pazienti: è inaccettabile che nel 2024 alcune categorie vadano a lavorare temendo per la propria incolumità”.

Fonte: Ufficio stampa



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