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Come cambierà la Fiorentina con Raffaele Palladino allenatore?

Quello di Raffaele Palladino è sicuramente uno dei nomi più interessanti che si siano distinti negli ultimi anni, a proposito di un allenatore e di un sistema di gioco. L'ex calciatore che ha conosciuto numerose piazze e diversi tifosi ha immediatamente imposto un suo modus operandi che ha convinto in molti e che, nell'ambito di un Monza appena promosso, che veniva dalle 5 sconfitte consecutive di inizio campionato, è stato immediatamente in grado di generare fluidità, grande manovra e offensività da parte della rosa. Il grande salto, dopo due anni in maglia biancorossa, c'è stato con l'approdo alla Fiorentina che risulta reduce dalle cocenti delusioni europee con Italiano e che tenta il tutto per tutto soprattutto per giungere nei piani alti della classifica del nostro campionato. Ma si tratta davvero di un progetto che potrà essere riuscito o Palladino e la Fiorentina rappresenteranno un amore non in grado di sbocciare del tutto?

Come è cambiata l'attenzione per il calcio negli ultimi anni

Inquadrare il ruolo di Raffaele Palladino alla Fiorentina vuol dire anche, in qualche modo, sottolineare come il calcio sia cambiato nelle sue definizioni principali e nel suo modo di rapportarsi alla persona e al singolo tifoso. Un po' perché si insegue un miglioramento dei numeri di share e di visione, un po' perché il mondo richiede un'attenzione differente al dettaglio, anche il calcio ha velocemente migrato verso un'interpretazione differente, fatta di spettacolo e propositività. Non è più il tempo del catenaccio e del contropiede, delle squadre difensiviste a tutti i costi e di sistemi di gioco poco propositivi. Il mondo cambia e con esso le persone che lo abitano: basti pensare a quanto cambia nel quotidiano per chiunque, con la volontà di multitasking e di intrattenimento che può essere offerta praticamente da qualsiasi cosa, che si tratti di una serie TV da consumare in binge watching, di una canzone da ascoltare in streaming o di una puntata su piattaforme di casino online, che abbattono anche quelle distanze fisiche che potevano esserci in passato. Anche il calcio si è adeguato a questa tendenza smart e Palladino ne è uno dei più giovani e interessanti interpreti, con gioco dal basso, costruzione e inserimenti a farla da padrona.

Che cosa cambierà con Palladino alla Fiorentina

Nonostante posizionamenti in campionato sempre favorevoli, benché a tratti sottovalutati, e due finali europee di fila purtroppo perse entrambe, la Fiorentina di Vincenzo Italiano ha sempre palesato dei limiti che si sperano essere superati da quella del nuovo allenatore ex Monza. Ma come giocherà la Viola con Palladino e quali saranno le grandi differenze? Innanzitutto, si parla di nomi nuovi in termini di organico, a dimostrazione di un investimento tutt'altro che banale per la Fiorentina che ha deciso di puntare forte su un ringiovanimento della rosa: via Milenkovic e Bonaventura, due perni della passata gestione, e dentro Pongracic e Colpani, tra gli interpreti più interessanti della scorsa stagione. Cambia anche la prima punta, con Nzola assolutamente deludente e con la scommessa Kean che è stato pagato complessivamente 18 milioni di euro alla Juventus. Il tutto, in un assetto tattico notevolmente differente, che risolve in parte quei problemi di sovrabbondanza degli esterni e di difficoltà della seconda puntata che erano stati incontrati con Vincenzo Italiano.

Il modulo di Raffaele Palladino propone due trequartisti, o sotto punte, che diano manforte a Moise Kean, con nomi come Barak e Ikoné che potrebbero tornare in auge data una nuova collocazione in campo che sia maggiormente congeniale allo stile di gioco dell'allenatore. E ancora, calciatori come Parisi e Dodó potrebbero essere maggiormente premiati da un gioco che ha reso Carlos Augusto, al Monza, un esterno ambito dalle migliori squadre del nostro campionato, tanto da essere acquistato dall'Inter. Il neo più grande della gestione di Italiano è stato quello di stile di gioco, difensivamente parlando, che spesso ha causato grandi difficoltà soprattutto in termini di contropiede, portando la Fiorentina a perdere numerose partite: con un assetto che comprende tre difensori e maggiore solidità, parte di questi problemi dovrebbe essere superata, anche se c'è da valutare il comportamento di difensori come Martinez Quarta nella nuova difesa a 3.

Restano dei nei: il primo riguarda il portiere, benchè sia stato acquistato David De Gea dal mercato degli svincolati, dal momento che il portiere spagnolo è comunque fermo da un anno e bisognerà capire come riuscirà a integrarsi bene alla Fiorentina e se partirà titolare, di fatto capendo anche quale sarà la collocazione di Terracciano nell'organico. Il secondo ha a che fare con il centrocampo: vero è che gli investimenti sono stati realizzati in questo ruolo, ma la Fiorentina si trova ancora con una mediana che non ha il suo interprete e che potrebbe portare Amrabat (che ancora professa amore per il Manchester United) a giocare. C'è, insomma, ancora da fare qualcosa sul mercato ma l'organico e la struttura ci sono per puntare ad un buon posizionamento in campionato.

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