Inviato parere negativo, l'assessore Nesi: "L'uomo non può uccidere un fiume per i propri bisogni e le proprie paure"
Prosciugamento dell’alveo repentino, lunghi periodi di "secca" totale, morie diffuse di pesci, danni all’ecosistema fluviale, perdita di valore paesaggistico, sono gli elementi che evidenziano la criticità in cui versa il torrente Pesa. Acque SpA ha chiesto all’Autorità Idrica Toscana di mandare in approvazione un progetto per un nuovo pozzo idropotabile a Montelupo, il numero 10, per andare gradualmente a sostituire il pozzo numero 4 profondo 14 metri di meno.
Il campo pozzi di Montelupo alimenta anche parte degli acquedotti di Capraia e Limite ed Empoli. Esso, insieme a quello di Ginestra, agli innumerevoli pozzi sparsi sul Virginio, e ai campi pozzi di media valle gestiti da Publiacqua SpA, e di alta valle gestiti da Acquedotto del Fiora SpA compongono il quadro dei prelievi idropotabili dall’aquifero sotterraneo della Pesa.
Cinque milioni e mezzo di metri cubi di acqua vengono chiesti al torrente ogni anno per le sole necessità acquedottistiche. A queste devono aggiungersi i pozzi agricoli, quelli produttivi, quelli domestici, oltre ai prelievi illegittimi. In bassa val di Pesa la risorsa sotterranea è in diretta comunicazione con l’acqua superficiale e, quando la falda si abbassa troppo, il fiume secca totalmente.
L’amministrazione di Montelupo, capofila del Contratto di Fiume Pesa, si è fermamente espressa contro questa decisione che va in senso opposto rispetto alle decisioni in quel contesto condivise. È così che è stato inviato un parere negativo nell’ambito della "Conferenza dei servizi" finalizzata alla realizzazione del Pozzo 10.
Secondo il Comune infatti il progetto che viene approcciato come elemento di semplice manutenzione dello stato attuale, non tenendo conto del grave stato in cui versa il torrente Pesa, e approcciando la questione ambientale con attenzione limitata all’acqua. Come se la presenza dell’acqua non fosse l’elemento fondante della complessità ecosistemica e di tutta la biodiversità che popola il torrente.
Il parere espresso non si limita a considerazioni di carattere urbanistico, ma si sofferma sulle implicazioni ambientali di tale intervento, visto che l’Autorità Idrica ha rifiutato di acquisire in conferenza dei servizi i pareri dei settori regionali competenti.
In primo luogo è stato evidenziato che sarebbe stato corretto affrontare la realizzazione di tale infrastruttura in seno al Contratto di Fiume, strumento riconosciuto dalla pianificazione distrettuale, e di cui sia l’Autorità Idrica Toscana, che i gestori del sistema idrico integrato sono firmatari.
In seconda istanza non si capiscono le motivazioni per cui non siano stati coinvolti nella Conferenza dei servizi alcuni settori regionali, come quello di "Tutela acqua e costa", che sta lavorando ad uno strumento di tutela del torrente denominato "Masterplan della Pesa".
Lo scorso 17 luglio l’Autorità di Distretto dell’appennino settentrionale ha convocato una riunione della sottocommissione dell’Osservatorio utilizzi idrici dedicata al sottobacino della Pesa, a cui sono stati invitati AIT, Acque SpA, Publiacqua SpA, il settore Tutela acqua e costa di Regione Toscana, ARPAT e il Comune di Montelupo Fiorentino.
In questo contesto si sono valutate congiuntamente le problematiche afferenti al torrente Pesa ed "è stato concordato che è necessario dare impulso alle attività e azioni del Contratto di Fiume, esplicitando le problematiche quantitative del bacino attraverso varie azioni fra le quali la redazione del bilancio idrico sia delle acque superficiali che sotterranee e l’aggiornamento del sistema delle concessioni idriche, al fine di programmare interventi mitigativi che garantiscano la sostenibilità del sistema dei prelievi".
"Lo stato di grave criticità del torrente è evidente, così come è palese che una delle azioni più efficaci per riportare l’acqua in Pesa e diminuire il numero dei giorni di secca sia la riduzione dei prelievi. Il Comune di Montelupo sta lavorando nel Contratto di Fiume per programmare, insieme agli altri 60 firmatari e a Regione Toscana, un articolato ventaglio di interventi tesi a risolvere le problematiche che la soffocano: rafforzando il sistema di monitoraggio della risorsa, immaginando la costruzione di invasi, di aree di ricarica della falda e di laminazione delle piene, di restauro della morfologia fluviale. Senza una strategia di riduzione dei prelievi tutte queste azioni rischiano di rivelarsi inefficaci. L’uomo non può uccidere un fiume per i propri bisogni e le proprie paure. Per questo nel contempo serve una revisione urgente della normativa nazionale e regionale, che metta al centro gli ecosistemi di cui l’uomo fa parte, dando attuazione all’articolo 9 della Costituzione nella sua nuova formulazione", afferma l’assessore alle politiche ambientali e di mitigazione e adattamento climatico, Lorenzo Nesi.
Il mantenimento del livello della captazioni attuale dichiarato nel progetto, pur con un pozzo più profondo e performante, evidenzia la volontà di perseverare su livelli di pressione già ben oltre il livello di sostenibilità ambientale sopportabile all’ecosistema fluviale della bassa val di Pesa. La riduzione dei prelievi è invece elemento essenziale, individuato in seno al Contratto di Fiume, per riportare la Pesa a un livello di naturalità sostenibile.
Il Comune di Montelupo ha quindi espresso parere negativo invitando a indirizzare l’investimento previsto per colmare le necessità acquedottistiche anche nel territorio comunale ma lontano dall’acquifero del torrente. Ha infine chiesto al gestore di valutare interventi compensativi di mitigazione degli effetti degli eccessivi prelievi nella bassa val di Pesa.
Tali investimenti potrebbero riguardare: l’ulteriore riduzione delle perdite acquedottistiche in valle; l'incremento della resilienza del torrente in estate, creando piccole riserve di risorsa superficiale per salvaguardare i pesci, come quelli efficacemente realizzati dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno in località i Lecci e Bramasole, divenute vere e proprie oasi di conservazione della biodiversità; contribuire a realizzare l'impianto di ricarica controllata della falda, ipotizzato in località Prugnolaia a monte del campo pozzi di Ginestra Fiorentina, sull'esempio dell'opera analoga realizzata sul fiume Cornia; contribuire alla costruzione dei microinvasi di acqua collinari multifunzionali già in studio, utili anche al mantenimento del deflusso ecologico.
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