Cantieri aperti sui fiumi valdarnesi: la mappa degli interventi

Iniziata nel mese di luglio, prosegue in tutta la vallata la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua. Sotto i ferri 150 km di tratti, per un investimento complessivo di oltre 1.200.000 euro


Dal 1 luglio, infatti, è scattata l’operazione fiumi più sicuri, la maxi attività di prevenzione, realizzata annualmente dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno per il controllo della vegetazione, la risagomatura delle sponde e il ripristino delle opere idrauliche con il contributo versato dai consorziati.
Quest’anno, sono 150 i chilometri di tratti su cui risultano programmati gli interventi di manutenzione ordinaria. Tanti, se si pensa che, messi idealmente in fila, riuscirebbero a coprire la distanza tra le città di Arezzo e Firenze, andata e ritorno.

Complessivamente, per restituire la funzionalità alle aste fluviali del Valdarno aretino, servirà un investimento da un milione e 200 mila euro.
Gran parte delle risorse saranno destinate al contenimento della vegetazione erbacea e arbustiva e alla rimozione di piante instabili, malate e deperite, per eliminare potenziali ostacoli al deflusso delle acque e per poter verificare lo stato di conservazione delle opere programmando, se necessario, ripristini e risagomature. L’Arno sarà, come sempre, protagonista. Nel piano delle attività di bonifica 2024 infatti sono ben 13 i chilometri del fiume interessati dalle operazioni progettate e realizzate dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.

Sfalcio e taglio sono indubbiamente le operazioni prevalenti. Ma non le uniche. Settanta mila euro infatti verranno utilizzati per la movimentazione dei sedimenti, 15.000 per realizzare interventi puntuali, non programmabili, che si sono resi necessari o si renderanno necessari in seguito a particolari eventi meteorologici; 20 mila euro verranno investiti per tenere in forma la cassa di espansione del Torrente Ambra. Come ogni anno, le lavorazioni si estendono progressivamente dai tratti urbani ai tratti collinari ed extraurbani, con particolare attenzione ai corsi d’acqua che, per la loro conformazione, caratteristiche idrauliche e localizzazione, richiedono una frequenza di intervento annuale.

Nel fondovalle, tra gli altri, ci sono il torrente Dogana e i borri di Val di Lago, Giglio e Spedaluzzo nel comune di Montevarchi; i borri dei Frati, della Madonna e Vacchereccia, in territorio sangiovannese; i torrenti Ciuffenna e Ascione e i borri di Riofi o delle Cave, di Piantravigne e delle Ville nel comune di Terranuova Bracciolini. Spostando l’attenzione verso i centri collinari, immancabili gli interventi sul Resco e il Faella a Castelfranco-Piandisco; il Ciuffenna e l’Agna a Loro Ciuffenna; i torrenti Scerfio, Presciano e Trove a Laterina-Pergine Valdarno; i torrenti Ambra, Asciana, Trove e Trigesimo o Caposelvi e i borri di Panzano e dei Frati a Bucine; i borri della Cervia, di San Pancrazio e di San Cipriano a Cavriglia.

“La mappa completa degli interventi può essere facilmente consultata sul sito web del Consorzio: c’è una pagina che, con base cartografica, riassume in modo chiaro tutti gli interventi programmati per l’annualità in corso. Sono interventi che il Consorzio dovrà realizzare entro l’anno, nel rispetto delle normative vigenti e per ottimizzare i risultati”,  spiega l’ingegner Serena Ciofini, caposettore Difesa Idrogeologica.

“In dieci anni, da quando è nato a seguito della riforma della bonifica in Toscana, il Consorzio ha messo a punto un sistema di prevenzione “su misura” per ciascun territorio – illustra la Presidente del Consorzio, Serena Stefani -. Partendo dalle indicazioni fornite dalla Regione Toscana in materia di frequenza e modalità di intervento sui vari tratti, le lavorazioni sono state programmate, ogni anno, recependo i risultati del monitoraggio effettuato dai tecnici dell’ente e le indicazioni di amministratori locali e cittadini che, attraverso le loro segnalazioni, hanno contribuito ad evidenziarci di volta in volta esigenze, criticità e problematiche specifiche. Questo ci ha consentito di approfondire la conoscenza del reticolo di gestione, di migliorare la qualità e l’efficacia degli interventi, di ottimizzare l’uso delle risorse umane ed economiche. Nel tempo, abbiamo aumentato l’attività di vigilanza, l’esecuzione di interventi puntuali e la consistenza dei tratti da sottoporre a manutenzione ordinaria in modo da  ottenere la massima efficienza delle aste fluviali, indispensabile per fronteggiare l’evoluzione dei fenomeni meteorologici che si fanno sempre più concentrati, intensi e pericolosi”.

Fonte: Ufficio Stampa



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