I giovani come testimoni della storia. L'iniziativa a San Casciano

La storia passa il testimone attraverso la cultura della memoria. Da coloro che hanno vissuto direttamente gli orrori della guerra, dalle vittime delle stragi del Chianti, uccise per mano nazifascista e dai loro familiari, sopravvissuti all’occupazione, alle nuove generazioni che oggi ripercorrono i momenti cruciali del passaggio del fronte con letture, progetti culturali e momenti di ricordo collettivo.

A 80 anni dalla Liberazione il Comune di San Casciano in Val di Pesa ha commemorato le vittime della strage di Fabbrica, nel giorno del massacro, il 24 luglio, con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Sant'Andrea in Fabbrica, in suffragio delle vittime dell'eccidio con il parroco Don Rosario Landrini. Il ricordo commosso, partecipato da tante cittadine e cittadini tra cui Rosanna Tacci, figlia dell’antifascista perseguitato politico Dante Tacci, Francesco Vermigli e Mirella Lotti, figlia di Giuliano Lotti, vittima della vicina strage di Pratale che si consumò il giorno prima, è stato rimarcato dall'intervento del sindaco Roberto Ciappi che in questa occasione ha deposto una corona al Monumento, situato nel borgo di Fabbrica.

La celebrazione, alla quale ha preso parte la vicesindaca del Comune di Barberino Tavarnelle Elena Borri, si è arricchita dell’intervento del gruppo dei giovani della memoria di Montefiridolfi che hanno letto e ripercorso l’eccidio di Fabbrica ed altri eventi tragici accaduti nel crinale di collina che si estende da Montefiridolfi al luogo dove è avvenuta la strage.

“Ci rechiamo qui in questo luogo, – commenta il sindaco Roberto Ciappi – pieno di serenità, bellezza, natura, dove alcuni contadini ottant’anni fa persero la vita a causa di una devastante strategia di morte, terrore e paura, non per osservare un rituale o per prendere parte ad un incontro dettato dalla tradizione ma per affermare un impegno, una responsabilità civile, morale, culturale, spirituale che è quella di spenderci, ognuno con il proprio contributo, per tutelare la libertà degli altri, di farci costruttori di pace e democrazia, portatori di valori come la libertà, l’uguaglianza dei diritti, il dialogo, la solidarietà”.

La lettura corale “La fede non basta”, incentrata per la prima volta sul racconto di questo drammatico episodio del secondo conflitto mondiale, è stata l’occasione per far luce sulla fucilazione che strappò la vita a quattro innocenti il 24 luglio 1944 durante la ritirata aggressiva dei tedeschi. Si tratta di quattro contadini residenti nel borgo, Giuseppe Vermigli, Carlo Viviani, Brunetto Bartalesi e Bruno Viviani A condividere con la comunità il lavoro scenico è stato il gruppo “I ragazzi per la memoria”, giovani di età compresa tra i 12 e i 18 anni, coordinato da Gabriele Sani, che ha elaborato il progetto scrivendo il testo, poi letto e animato dai ragazzi e dalle ragazze.

“Da appassionato di storia locale mi occupo dei temi legati alla memoria del nostro territorio perché ritengo importante, anzi necessario, il coinvolgimento delle nuove generazioni – dichiara Gabriele Sani - è fondamentale sviluppare nelle ragazze e nei ragazzi una conoscenza dei fatti avvenuti nelle nostre zone durante l'occupazione nazifascista e il passaggio del fronte”. L’iniziativa è stata accompagnata dall’intervento musicale di una giovane violoncellista.

“Il progetto, nato nel 2018, ha un alto valore educativo, - dichiara il sindaco Roberto Ciappi – grazie all’impegno di Gabriele Sani e al suo giovanissimo gruppo di volontarie e volontari il viaggio nella memoria si sviluppa e si arricchisce di nuovi spunti e contenuti. Dopo aver acceso qualche anno fa i riflettori sulla strage di Pratale con lo spettacolo “Babbino Babbino un ci lasciare”, le ultime parole che l'allora bambina Mirella Lotti rivolse a suo padre Giuliano prima di essere fucilato”.

“I giovani di Montefiridolfi hanno orientato la loro attenzione sulla diffusione di una strage poco conosciuta – prosegue - ma mai dimenticata, come quella di Fabbrica. Siamo fieri e orgogliosi dell’operazione culturale che i giovani, esempio di cittadinanza attiva, hanno intrapreso per la valorizzazione e la condivisione di un prezioso tassello della nostra memoria, un’esperienza corale che ha coinvolto la piccola realtà di campagna nella quale vivono e hanno contribuito ad accrescere consapevolezza e senso di appartenenza al territorio in tutti noi”.

Uno dei momenti più emozionanti del percorso è stato l’incontro tra i giovani e Mirella Lotti, una delle ultime testimoni dirette della Strage di Pratale, e Francesco Vermigli, organizzato da Gabriele Sani e avvenuto nell’area antistante la Parrocchia di Fabbrica.

In questi giorni si è tenuta anche la proiezione del film in piazza Vittorio Veneto a Mercatale “A casa nostra c’era la libertà. Rosanna e Dante Tacci” di Carolina Mancini con gli interventi di Carolina Mancini e Rosanna Tacci. Il calendario degli eventi, promosso e organizzato dal Comune, entra nel vivo sabato 27 luglio alle ore 21.30, giorno della Liberazione, con la commemorazione dell’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Interverranno il sindaco Roberto Ciappi e la presidente del Consiglio Alessandra Gherardelli. La serata propone l’evento “La bella estate. Storie di Liberazione del Chianti Fiorentino”, con la partecipazione di giovani artisti del territorio, intenti a raccontare le storie, i fatti e i protagonisti del luglio 1944. Il coordinamento è a cura dell’Associazione Verso Oklahoma. Il programma delle celebrazioni si concluderà mercoledì 31 luglio alle ore 21 nella piazza de La Romola con la deposizione della corona alla targa in ricordo dei soldati neozelandesi caduti per la Liberazione e l’inaugurazione della mostra fotografica sul passaggio del fronte a cura di La Romola Insieme. Sarà presente il sindaco Roberto Ciappi. Ingresso libero.

La strage di Fabbrica

I tedeschi che avevano allestito nella zona di Fabbrica una linea difensiva e si erano insediati sin dal maggio 1944 nella Villa del Conte Piatti decisero di fare irruzione nella casa di Bruno Viviani, doveva vivevano alcune famiglie di sfollati, catturarono Brunetto Bartalesi, Giuseppe Vermigli, Carlo Viviani e Bruno Viviani. Due adulti e due anziani furono arrestati, condotti dai soldati nazifascisti al di fuori dell'edificio e poi fucilati a colpi di mitraglie nella vicina Fornace di Fabbrica. Solo Carlo Viviani, ferito, riuscì a salvarsi fingendosi morto e a testimoniare che i tedeschi prima di uccidere gli uomini li accusarono di essere partigiani. Carlo Viviani morì qualche anno dopo, nel 1948, a causa di una malattia causata proprio dagli avvenimenti del 24 luglio.

Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino

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