Il Comune dovrebbe fare un po’ di chiarezza sul Piano Operativo, invece di cambiare le carte in tavola in corso d’opera, perché così Firenze si rischia il blocco totale degli investimenti.
A puntare il dito contro il Piano Operativo di Firenze è l’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Firenze (Ance Firenze), che rileva come al momento dell’adozione del Piano siano stati inseriti, all’interno dello stesso Piano, degli elementi di novità che sono stati considerati come “adottati” ma che in realtà non lo erano. Ance Firenze, in particolare, mette nel mirino l’art. 37 (housing sociale) e l’art. 87 (schede di trasformazione) delle Norme Transitorie Attuative (NTA) del Piano Operativo, che se attuate porterebbero alla paralisi degli investimenti in atto e futuri.
Nelle osservazioni inviate al Comune di Firenze, Ance Firenze rileva, infatti, come “il PO è approvato, in attesa del completamento dell’iter con l’allineamento al PIT, ma al suo interno compaiono alcuni elementi di novità indicati esplicitamente come adottati”.
Nello specifico le novità riguardano un appesantimento di oneri per l’housing sociale e per gli studentati: questi sono riportati anche nelle singole schede di trasformazione del PO; di conseguenza al momento della pubblicazione del PO approvato si potrebbe creare la situazione di avere schede di trasformazione che prevedono degli obblighi, che invece nel piano non mere salvaguardie (e quindi decadrebbero dopo l’adozione definitiva del piano).
L’associazione edili di Firenze critica anche “gli obblighi legati alle politiche per la casa”: “la legge regionale obbliga a cedere aree o mq. realizzati, non a costruire e gestire per sempre alloggi di edilizia sociale, come prevede Firenze, in base a una normativa locale che precede di dieci anni la Legge Regionale 65/2014”, spiegano gli edili di Ance Firenze.
Nel mirino anche l’art. 37 delle Norme Transitorie Attuative del PO adottato, che introduce - al comma 5° - l’estensione dell’obbligo dell’housing sociale per gli interventi residenziali anche nel caso di “interventi conservativi (con mutamento di destinazione d’uso)”.
Questa modifica, rileva Ance Firenze nelle osservazioni inviate al Comune di Firenze “colpisce numerose schede di trasformazione del PO, già inserite nel PO adottato, modificando in modo negativo gli oneri economici presenti al momento dell’adozione; essa inoltre è in contrasto con la lettera b) del comma3, art. 63 della LR 65/2014, che prevede obbligo di cessione gratuita di una quota di superficie edificabile solo nei casi di ristrutturazione urbanistica con cambio di destinazione d’uso o incremento volumetrico”.
Ance Firenze, inoltre rileva “che Firenze ha omesso di prevedere oneri aggiuntivi di urbanizzazione in caso di destinazione turistica extra-alberghiera o grandi strutture di vendita, obbligatori ai sensi della lettera c), art. 63 Lr 65-2014”.
Nelle osservazioni, quindi, si chiede – fra le altre cose - di ripristinare la monetizzazione; di definire il perimetro dei nuovi obblighi, in modo da eliminare aleatorietà ed arbitrarietà; e di richiedere di prevedere oneri aggiuntivi obbligatori per turistico-extra-alberghiero e grandi strutture di vendita come previsto dalla lettera c), comma 3, art. 63 LR 65-2014.
Quanto agli obblighi per gli studentati inserite nel PO adottato, Ance Firenze rileva - in estrema sintesi – “Firenze punisca i privati con i medesimi obblighi del bando PNRR, ma senza finanziamento pubblico”.
E chiede una “attenuazione degli obblighi relativi agli studentati, perché spropositati e di fatto identici al bando MIUR per le strutture finanziate dal PNRR”, salvo che queste sono strutture realizzate da privati senza alcun tipo di finanziamento pubblico.
Fonte: Ance Firenze
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