Peccianti (FdI) guida la I Commissione (con il voto del PD), Masi con il cerino in mano

Francesca Peccianti (foto gonews.it)

Francesca Peccianti, capogruppo di Fratelli d'Italia nel consiglio comunale di Empoli, è stata eletta presidente della I Commissione 'Affari Generali con Funzioni di Controllo e Garanzia', quella che spetta per regolamento alle opposizioni. La notizia, che chiude di fatto il walzer di nomine della nuova Giunta Mantellassi, potrebbe sembrare una formalità burocratica di poco conto, ma è invece la mappatura politica dei rapporti nel nuovo consiglio comunale.

L'elezione di Peccianti, infatti, ribalta il tavolo delle trattative all'interno delle opposizioni e a leggere bene mostra le geografie politiche che si vanno consolidando  in consiglio comunale. La I Commissione è per regolamento presieduta da un membro delle opposizione e la prassi vuole che la maggioranza, proprio per garantire la libera scelta delle opposizioni, si astenenga dal voto. La prassi, però, vale come il due di picche a briscola di fronte alle contingenze politiche, e questa volta la maggioranza ha deciso di non astenersi: Peccianti è stata infatti eletta con i voti determinanti anche del PD, in quanto Masi e Poggianti avevano da tempo pattuito l'elezione del primo a quella carica.

Due indizi sono una coincidenza, ma tre fanno una prova: dopo "quel segnale preciso, un po' nuovo, di apertura e di disponibilità" di FdI sul nome di Simona Cioni come presidente del consiglio comunale, dopo la formula della "opposizione ferma, ma non ideologica" che ha portato FdI ad astenersi sul programma di Alessio Mantellassi nonostante "molti punti non ci soddisfano per niente", l'elezione di Peccianti sembra l'ultimo tassello di puzzle che raffigura 'convergenze parallele' con la maggioranza e rette incidenti tra le opposizioni. Questo sembra il quadro in cui FdI e FI-Empoli del Fare vogliono inscrivere la loro parabola politica.

Il voto su Simona Cioni non sembra insomma solo il frutto di "fiducia politica e umana" verso la persona, così come l'astensione sul programma è per chiunque abbia un po' di dimestichezza con la politica un segnale forte di disponibilità, mentre sembra improbabile pensare ad un PD che rompe una prassi politica di galateo verso le opposizioni solo come improvviso atto di stima per FdI o per Peccianti.

Insomma dagli assedi alla "monarchia-PD" evocati dal Centrodestra dei partiti durante la campagna elettorale si è passato al Governo della non-sfiducia. Sia chiaro, chi scrive non pensa all'inciucio. Nessuno mette in dubbio le parole di Peccianti in sede di voto sul programma: "Faremo una battaglia dura, che non vuol dire essere zerbino del PD, ma vuol dire fare opposizione seria meditata e concreta". Anche perché fare un'alleanza da questo punto di vista significherebbe suicidarsi in pubblica piazza di fronte al proprio elettorato.

E a scanso di equivoci, non serve scomodare importanti politologi per valorizzare il compromesso come compimento della democrazia: non ci sarebbe niente di più democratico di un'assemblea politica in cui le parti trovano accordi su singole questioni nell'interesse generale della cittadinanza, anche se è bizzarro che questa politica venga da quell'area che parla ormai da anni di maggioritarismo radicale, governi forti e governabilità. È altrettanto bizzarro che dall'assedio alla "monarchia" PD da una parte e la difesa dei valori dell'antifascismo contro le destre in avanzamento, si sia finiti a tarallucci e vino. Ma questa è un'altra storia. Se si faranno leggi buone nell'interesse di Empoli sarà tutto guadagnato.

Il punto, semmai, è fotografare la situazione politica. Esiste nei fatti un'asse PD-FdI-Fi, non in termini di alleanze, ma in termini di reciproca disponibilità contro le opposizioni. La sensazione, infatti, è che oltre le singole questioni quell'asse si regga sul comune interesse a limitare Masi da una parte e Poggianti dall'altra. Il PD rischia di scottarsi troppo dialogando a sinistra, troppi i temi di scontro, e ritiene probabilmente di non aver alcun beneficio a dimostrarsi benevolo verso il suo competitor a sinistra. Insomma, nessuno smuova la polvere sotto il tappeto del ballottaggio.

Esiste, invece, un'opposizione all'opposizione che i partiti di centrodestra stanno imbracciando contro Poggianti: l'obiettivo è quello di accreditarsi come forza politica responsabile che "fa le cose concrete" (anche se con il PD), emarginare Poggianti e recuperarne i voti per evitare il ripetersi tra 5 anni della rottura a destra. All'orizzonte ci sono anche le Regionali del 2025, un appuntamento a cui la dirigenza locale deve arrivare nella miglior forma per non fare figuracce con una candidatura Poggianti-bis.

Su queste scelte dei maggiori partiti ha potuto pesare il fatidico abbraccio Masi-Poggianti, non tanto come ipotetico accordo già sottoscritto, ma quantomeno come benevola dichiarazione di intenti in cui il Cdx dei partiti si è sentito terzo incomodo. Il Cdx non voleva insomma correre il rischio di perdere posizioni di visibilità rispetto a Poggianti, così come vedersi esclusi da ogni ruolo di garanzia.

Il risultato di tutto ciò è che il consiglio comunale si divide paradossalmente nelle convergenze parallele tra 'estremi': un'asse civica tra opposizione di destra ed "estrema sinistra", come accusano i partiti del Cdx riguardo l'asse Masi-Poggianti, e un altro tra maggioranza di centrosinistra ed 'estrema' destra, come si accusa dall'altra parte dei banchi. Una geografia politica di cui non può che beneficiare la maggioranza che avrà un'importante forza politica meno propensa ad alzare barricate e una 'questione a sinistra' tenuta in sordina.

In tutto questo a rimanere con il cerino in mano è Leonardo Masi: nonostante lo storico risultato del ballottaggio, dopo aver messo il dito tra moglie e marito (il Cdx diviso) per mediare sulle nomine tra le opposizioni, all'ex candidato sindaco non è rimasto praticamente niente. Una manciata di consiglieri, nessun ruolo di garanzia, nessuna presidenza e il suo ruolo di opposizione fagocitato dalla guerra tra Sparta e Atene. Masi, forse, ha peccato di un po' di ingenuità. Buongiorno Empoli e M5S accusano il PD di "goffa vendetta", a ben vedere è solo una questione politica.

Giovanni Mennillo



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