A Empoli lo stadio crea dibattito: discussioni su negozi e superstore, ma manca lo sport

Dopo la presentazione della riqualificazione del nuovo stadio, qualcuno in sala stampa ha chiesto al sindaco di Empoli Alessio Mantellassi, quasi sorridendo: "Dobbiamo aspettarci un nuovo comitato?". Nemmeno tre giorni dopo è nato il Comitato Per Serravalle, creato da cittadini per cittadini (e non solo) per entrare nel dibattito che nascerà nelle prossime settimane. Ma al di là di questo esempio di empirismo, lo stadio è tornato ancora una volta a scaldare gli animi della città: la politica è scesa di nuovo in campo e si prospettano settimane (o mesi) piuttosto calde.

Di sicuro c'è solo il dibattito. Annunciato da Mantellassi, si apre un nuovo filone della vicenda, ora si discuterà di tutto quel che gravita attorno al nuovo stadio. E i temi nel tema sono due, entrambi legittimi: i negozi e il superstore nella pancia dell'impianto, ma anche che ne sarà del mercato settimanale. Il commercio e i supermercati rimangono un argomento sensibile per una città che anche negli anni scorsi aveva puntato il dito sulla destinazione commerciale degli spazi interni dello stadio. E per capire perché c'è così tanto fervore basti pensare che la primissima volta in cui venne paventata la possibilità di un nuovo impianto i supermercati a Empoli erano in numero nettamente minore.

Partiamo dal comitato. "Nel progetto sono previste oltre 20 botteghe e un superstore, vogliamo tutelare chi ha già un'attività in zona" dicono dal Comitato Per Serravalle. Quindici sono le persone che per ora hanno aderito, ma il comitato - rigorosamente apolitico - è aperto a "cittadini, associazioni sportive, associazioni di categoria e residenti". Un nuovo comitato per un altro passaggio fondamentale di Empoli: sui social c'è chi ha scherzato sul fatto che questi gruppi di cittadini nascano con facilità in città ma, a dire il vero, è il segnale di una forte partecipazione pubblica di una cittadinanza tutt'altro che passiva. Il comitato è apolitico

L'impatto commerciale preoccupa a destra e a sinistra. Hanno fatto scalpore le parole di Leonardo Masi (candidato sindaco di Buongiorno Empoli, M5S e Siamo Empoli): "La costruzione di un nuovo centro commerciale di circa 9000 mq (tra negozi e media distribuzione) sotto lo stadio comunale rischia di essere distruttivo delle forze commerciali che già vivono e lavorano in città". Oltre a questo, un impianto del genere secondo Masi "può peggiorare la vivibilità della zona". Da destra una posizione non troppo differente arriva da Fratelli d'Italia, che elogia il progetto di Corsi definendolo "ambizioso e moderno" ma punta anche su altro. "Preoccupa l’impatto sul commercio locale che potrebbero avere i nuovi negozi" spiega Francesca Peccianti.

A destra c'è anche Forza Italia che porta avanti una riflessione partita da Serravalle e arrivata fino a piazza della Vittoria e dintorni. "La giunta dovrà occuparsi della progettualità, tutta da costruire, sul futuro del centro storico" perché, dicono da FI, nasce "la necessità di tutelare e rilanciare il centro storico a cui va data una nuova vocazione". E quale potrebbe essere la nuova vocazione? Ecco che entra in campo un altro tema, il mercato settimanale: "Riportiamolo in centro, consentirebbe a riportare flussi di gente nel giro d’Empoli, e a non 'ostacolare l’accesso' agli esercizi commerciali che sorgeranno all’interno del nuovo stadio".

Del mercato si sono occupati anche da Confesercenti, i primi a pronunciarsi a pochi minuti dal termine della presentazione dell'impianto. Luca Taddeini, presidente provinciale Anva, è chiaro: "In quella zona si svolge uno dei mercati più importanti della Toscana. Dobbiamo sapere come verrà gestito il cantiere e quale sarà la planimetria definitiva una volta terminati i lavori".

Insomma la questione è calda e il dibattito si preannuncia abbastanza vivo, a testimonianza che Empoli è una città in cui i residenti non ci tengono né a fare gli spettatori né a avere atteggiamenti 'Nimby'. Il direttore organizzativo dell'Empoli Gianmarco Lupi spera di avviare i cantieri nella primavera 2025, in modo tale da concludere tutto nel 2028. Sarà decisiva la discussione che nascerà adesso, una discussione in cui - si sarà capito - c'è un'assenza che fa discutere: quella del calcio.

Nessuno finora ha parlato della vera e reale necessità dell'Empoli di ammodernare quello che - stando anche a fonti internazionali - è uno dei peggiori stadi in circolazione. L'aspetto calcistico della vicenda è stato lasciato fuori dalla discussione ed è quasi un paradosso. L'Empoli è cresciuto molto negli ultimi anni, non importa stare a ripetere l'importanza che una città così piccola riveste nel calcio italiano e internazionale, ma per crescere ancora, per portare il nome di Empoli in giro per l'Europa - perché no - ha bisogno anche di infrastrutture come lo stadio. L'Atalanta e l'Udinese lo hanno fatto e sono cresciute; il Frosinone lo ha fatto ed è stabilmente una società di A o B quando fino a qualche anno fa (invero prima della costruzione dello Stirpe) era fuori dai radar; lo stadio di proprietà della Juventus ha dato i suoi frutti alla Vecchia Signora, eccome. E stadi del genere hanno avuto ricadute positive anche sulla città. Per quanto i dubbi legati ai risvolti commerciali siano leciti perché ci sarà per forza un impatto da quel punto di vista, l'impressione è che non si possa fare un dibattito senza neppur considerare l'aspetto sportivo della vicenda, tralasciato un po' ingiustamente nelle discussioni degli ultimi giorni.

Gianmarco Lotti

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