Sammontana punta all'estero con la fusione Fondo d'Asolo. Ma l'Agcm ha bloccato la pratica

(foto gonews.it)

Da maggio l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, ha bloccato la fusione tra Forno d'Asolo e Sammontana. Un'operazione annunciata con grande enfasi ("l'ambizione è quella di riunire le aziende italiane del gelato, dopo Sanson anche Bindi, e portare la cultura italiana del gelato in Europa", secondo le parole del vice presidente Marco Bagnoli) che non intimorisce i vertici dell'azienda empolese, che quest'oggi hanno convocato una conferenza stampa per parlare dell'espansione del sito di Pontorme.

Le preoccupazioni del garante per la concorrenza sono in merito al fatto che "l’entità post merger sarà di gran lunga il principale operatore italiano nei prodotti da forno surgelati per la prima colazione, con una quota superiore di oltre quattro volte quella del principale concorrente. La nuova entità sarà, inoltre, caratterizzata da una capillare rete distributiva diretta che le conferirà una route to market sul canale food service difficilmente eguagliabile, non solo per i prodotti da forno ma anche per altri prodotti che condividono con i primi la necessità di mantenere la catena del freddo (ad esempio, gelati)".

A fine luglio dovrebbero arrivare gli esiti degli approfondimenti dell'autorità. Fino ad allora l'assetto societario rimane quello attuale, sempre in capo alla famiglia Bagnoli: l'ad Leonardo, il vice presidente Marco, il responsabile Relazioni Istituzionali e Commerciali Lorenzo, e la responsabile Comunicazione Corporate e Immagine Sibilla. Se tutto dovesse filare liscio e si proseguisse nell'acquisizione, il nuovo ad sarebbe per la prima volta esterno alla famiglia, Alessandro Angelon, attualmente Ceo della trevigiana Forno d'Asolo.

Il futuro di Sammontana con Forno d'Asolo

Come affermato in una nota stampa di inizio 2024, "il gruppo risultante dall’unione di Sammontana e Forno d’Asolo avrà un fatturato di quasi 1 miliardo di euro con stabilimenti produttivi in Italia, negli Stati Uniti e in Francia, e oltre 2.500 dipendenti. La nuova entità opererà attraverso molteplici canali, essendo partner di rilievo per i principali bar, ristoranti, hotel, rivenditori alimentari e aziende di catering per i prodotti surgelati di pasticceria, dessert e gelato".

L'ingresso del fondo di investimento Investindustrial, società internazionale, sarà limitato alla minoranza delle quote. Tra 5 anni il fondo uscirà, il gruppo i quoterà in borsa e la maggioranza rimarrà in famiglia, mentre il resto delle azioni sarà disponibile sul mercato. Leonardo Bagnoli, nel nuovo assetto con Forno d'Asolo, sarà nominato Presidente, mentre Marco Bagnoli diventerà Presidente di Sammontana Spa.

Piccola curiosità: durante la festa di Natale 2023, la novità era stata annunciata ai dipendenti e agli stagionali invitati, oltre mille persone. Ma il segreto è rimasto tale fino a febbraio, quando è stata ufficializzata alla stampa l'operazione.

Il focus dell'operazione è l'espansione della vendita di gelati in Europa e negli Stati Uniti d'America, mercati in cui Forno d'Asolo ha già una linea di distribuzione importante e consolidata. Al momento Sammontana esporta solo il 5% della sua produzione, 10 anni fa era il 3%. "Non andiamo alla ricerca di mercati - spiega Leonardo Bagnoli - ma cerchiamo distribuzioni locali o supermercati in cui il prodotto Made in Italy e da un costo importante è apprezzato".

La certificazione BCorp

In tutto ciò si inserisce anche la certificazione BCorp, un percorso in dirittura d'arrivo che già è proprio del fondo di investimento Investindustrial partner essenziale della futura fusione tra Sammontana e Forno d'Asolo. Anche Sammontana è in dirittura d'arrivo per raggiungere questa certificazione, che viene consegnata dall'americana BLab sotto parametri altamente stringenti: "Avremo valutazioni con indicatori dedicati a sviluppo ambientale e sociale oltre all'impatto sul territorio. Siamo ben al di sopra degli 80 punti, parametro oltre il quale un'azienda diventa 'generatrice di valore'. Non ci vogliamo fermare qui, considerando che ogni 3 anni la certificazione va rinnovata. Per richiedere questa certificazione era indispensabile essere una Società benefit, che siamo da oltre un anno", spiega Lorenzo Bagnoli.



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