"Egregio Sig. Sindaco
Le segnaliamo la recente presa di posizione di Legambiente relativa sia all'articolo 10 della legge Concorrenza 214 del 2023, sia all'emendamento inserito nel Decreto "coesione" passato alla Commissione Senato il 27 giugno. Emendamenti dell'ultimo momento, nell'ambito di normative di liberalizzazione, suggeriti dalle compagnie telefoniche, senza alcuna attenzione al principio di precauzione per la tutela della salute pubblica.
Per un approfondimento sul tema, indichiamo anche il link che riporta la lettera inviata dall'ISDE, Associazione internazionale medici per l'ambiente, all'ANCI. Sottolineiamo in particolare, nella lettera ai Sindaci, l'approccio multifattoriale ossia l'intreccio esistente tra fattori inquinanti diversi, chimici e fisici, per spiegare le nuove malattie in crescita, mortali o inabilitanti, in particolare al sistema nervoso, endocrino, riproduttivo.
Le ricerche in ambito chimico hanno già rilevato danni certi alla salute pubblica di numerosi composti chimici artificiali a cui siamo esposti. Nell'ambito degli agenti fisici artificiali, tra i quali l'esposizione a onde elettromagnetiche di intensità e frequenza crescente, le ricerche sono meno avanzate ma non propendono affatto per una innocuità di questi agenti.
La crescita esponenziale del numero di SRB, in spregio a qualunque principio estetico paesaggistico, accompagnato dalla prospettiva di un’esposizione in crescente alle onde elettromagnetiche della popolazione, sta aumentando l'attenzione pubblica al tema, a partire dalle persone elettrosensibili o portatori di pacemaker e da coloro che si vedono sorgere grandi antenne davanti alle finestre di casa.
La crescente resistenza della cittadinanza alle nuove installazioni di SRB è indispensabile per un reale progresso tecnico ed impiantistico, che non si misura sui risparmi e i profitti che le imprese di telefonia realizzano grazie alle liberalizzazioni, ma sulla capacità di ridurre gli impatti ambientali, in questo ed in altri ambiti.
In Liguria e in Trentino-Alto Adige numerosi sindaci, sollecitati dalle pressioni dal basso si sono fatti parte attiva per azioni di resistenza all'invasione delle antenne sul territorio. Gli stessi sindaci si sono anche spesi per un ritorno a limiti precedenti al Decreto Monti del 2012, stabiliti dal codice delle telecomunicazioni nel 2003 che saggiamente poneva un limite detto "6 per 6" ossia 6 V/m calcolato sui 6 minuti che aveva una sua ragione medica precisa.
Nell'impostazione originaria lo sviluppo tecnologico delle telecomunicazioni si muoveva su questi due binari di precauzione. Viceversa, per consentire risparmi e facilitazioni alle compagnie i 6 minuti sono diventati 24 ore nel 2012 e i 6 v/m sono diventati 15 quest'anno. La norma che ora è in itinere al Senato consente alle compagnie telefoniche di scavalcare l'autorizzazione comunale, per evitare proprio le azioni di resistenza dei Sindaci.
I comitati sottoscritti chiedono pertanto a voi sindaci di farvi parte attiva affinché ANCI Toscana si schieri con urgenza dalla parte delle richieste di Legambiente, per bloccare il decreto in itinere, e per ripristinare almeno il limite del 6 v/m. L'obiettivo è cambiare l'atteggiamento di inerzia dell'ANCI nazionale su questo tema delicato.
Certamente vi chiediamo anche, nei prossimi mesi, una revisione più avanzata dei regolamenti comunali per la telefonia mobile e campagne di sensibilizzazione orientate alla riduzione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici dei cellulari personali e delle wi-fi, ma in questo momento è urgente un protagonismo delle Amministrazioni Comunali, presso l'ANCI , la Conferenza Stato Regioni, i parlamentari e le istituzioni pubbliche, per una normativa nazionale più attenta al diritto dei cittadini alla salute."
Comitato di Borgo
Comitato No antenna Val Pusteria
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