Simone Giglioli si racconta: "Margini per ricomporre frattura a sinistra, per la giunta volti nuovi e di esperienza"

Simone Giglioli (foto gonews.it)

Una 'maratona' che lo ha portato alla vittoria per la seconda volta della fascia da sindaco di San Miniato. Simone Giglioli è venuto a raccontarcela negli studi di Radio Lady 97.7, durante la trasmissione Buongiorno Lady con un'intervista esclusiva. Ai microfoni il direttore di gonews.it Elia Billero. Si è parlato del percorso che lo ha condotto prima per le primarie del Pd, poi alla campagna elettorale e infine alla vittoria del ballottaggio con il 53,89% (5647 voti).

Ripartiamo dalle primarie, a posteriori hanno rafforzato la tua candidatura e il partito?

Bella domanda. Con il senno di poi le primarie hanno visto 2mila cittadini, è stata un'investitura importante. Come ho detto in campagna elettorale, nessuno degli altri 4 candidati aveva avuto un'investitura di tale portata. Quando è andata grassa, sono stati scelti da tre persone, altrimenti sono state autocandidature. Dall'altra parte, secondo me rispetto alla campagna elettorale abbiamo perso un po' di tempo. Dopo il 10 marzo ho impiegato un mese a ricomporre un po' di cocci, penso che si siano ricomposti bene e il metro lo dà il fatto che le primarie non sono mai state oggetto di campagna elettorale. Nessuno ha portato via il pallone

Poi è arrivato il momento della campagna elettorale, tanti avversari, ti aspettavi anche competizione a sinistra?

Il quadro a sinistra è siffatto: Filo Rosso è figlio del disgregamento di CambiaMenti, a San Miniato uno spazio alla sinistra del Pd e dei Ds c'è da almeno 25 anni, la prima rottura è del 1999. Un consistente gruppo si era candidato nel 2019 con CambiaMenti, un movimento civico o paracivico nel 2019 con Manola Guazzini. Lei nel 2024 fa 'lo zompo' con Lucio Gussetti, va a destra, nasce quindi uno spazio a sinistra e nasce Filo Rosso. Poi c'è un'altra candidatura, quella di Marzia Fattori, io l'ho chiamata 'la lista rancore', una candidatura assolutamente inventata. L'assessore ai lavori pubblici degli ultimi 7 anni che poi punta alla discontinuità è quasi una barzelletta. È normale che poi il raccolto sia stato estremamente magro, i Riformisti avevano un assessore in maggioranza e un consigliere comunale in maggioranza. Due persone hanno scelto per una candidatura autonoma e gran parte della lista se n'è venuta via ed è confluito nella parte di Noi per San Miniato.

Non c'è stato modo di apparentamento e Veronica Bagni di Filo Rosso si è posta all'opposizione, ci sarà modo di ricucire?

Mi auguro di sì, siamo rimasti di lavorare in Consiglio comunale, per il momento Filo Rosso forse non è ancora pronto, figlio del fatto che si sono costituiti da soli 3 mesi. Penso che ci siano i margini e gli spazi per un percorso comune per una frattura che è venticinquennale. Non mi voglio dare patenti di federatore della sinistra (ride, NdR), non siamo a niente, però penso che gli spazi ci siano su temi concreti e poi anche su ipotesi maggiori. Noi abbiamo cercato l'apparentamento, il problema sono stati i tempi. Loro in una prima assemblea hanno detto di no, giovedì sera, poi ci sono stati degli spazi di ripensamento al sabato però lo spazio con la domenica alle 15 che finiva il tempo materiale per l'apparentamento per fare una trattativa programmatica la domenica mattina non c'era. Lo dissi in tutte le salse, 'su alcuni punti si possono trovare delle convergenze ma proprio perché siamo seri bisogna fare degli approfondimenti amministrativi'.

Si è parlato tanto di lavoro, dalle conce alla questione bibliotecarie, è un tema su cui un'amministrazione è chiamata a fare più di quanto concesso?

Tema distretto conciario: sta vivendo una crisi molto forte che vede tutto il distretto coinvolto. È una crisi che vede un rallentamento del mercato del lusso, a cui le concerie si rivolge. La Cina non ha i ritmi di crescita di prima, recessione in Germania, gli Stati Uniti non riescono a sopperire alle altre crisi degli altri mercati. Da dopo il covid c'è stato un eccesso di produzione delle grandi firme che si riverbera in un blocco della produzione che dura da quasi un anno. Ci sono due misure brucianti che stiamo affrontando nei tavoli di crisi regionali. Uno è il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, specialmente nell'artigianato e nei contoterzisti, altrimenti le imprese chiudono. L'altro è una sospensione dei finanziamenti in essere, dei debiti. Sono state chieste liquidità anche nel dopo-covid, con la diminuzione del fatturato il peso di questi debiti diventa eccessivo, altrimenti il bilancio va a gambe all'aria.

Lato bibliotecarie: ci stiamo confrontando con la cooperativa che è il loro datore di lavoro. Non c'erano più i margini per l'appalto, che abbiamo interrotto. Dei 7, 5 lavoratrici hanno intrapreso una battaglia legale, di cui si occuperanno gli avvocati. Nessuna è stata licenziata, la cooperativa ha fatto loro delle proposte di reimpiego, ci stiamo sentendo in questi giorni. Abbiamo internalizzato il servizio della biblioteca, a ottobre abbiamo fatto tre assunzioni mentre sull'archivio di deposito andiamo verso la digitalizzazione, nel 2024 mi pare un'evoluzione assolutamente naturale.

Avrai sicuramente letto i possibili nomi della giunta bis, quanto ci abbiamo preso?

Ci sto lavorando da venerdì, mi sono perso un paio di giorni di stacco perché ne avevo bisogno. Abbiamo cominciato la campagna elettorale col cappotto, abbiamo finito a maniche corte. Sarà un mix di volti nuovi e di esperienza, alcuni nomi di esperienza ci avete preso.



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