Il Cdx di Poggianti "non va al mare" e invita a votare scheda nulla. Pacificazione con i partiti? "Solo senza Campinoti"

"Noi non andiamo al mare", ma "ci intestiamo la paternità delle schede bianche". Si riassume così la posizione di Andrea Poggianti in vista del ballottaggio a Empoli tra Alessio Mantellassi e Leonardo Masi che in sostanza all'astensione del cdx dei partiti preferisce un "dissenso attivo", ossia scheda bianca o nulla, anche se lascia libertà di voto. Questa l'indicazione arrivata nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre Poggianti, anche Gabriele Chiavacci, Dessislava Giordano, per la lista Centrodestra per Empoli, e Chiara Tronnolone e Lisa Innocenti per La Mia Empoli.

"Intestarsi le schede nulle" per essere "terza parte silenziosa"

"Eravamo disponibili ad aprire un confronto con i contendenti sui programmi elettorali, credevamo che il ballottaggio dovesse essere un momento  di allargamento del consenso e del programma, ma entrambi i candidato si sono barricati a sinistra. A parti inverse avrei aperto un dialogo con la parte restata fuori, non fatto a gara a chi è più a sinistra perché questo pone l'elettorato di destra di fronte a delle scelte, a partire se andare o no a votare. Abbiamo creato una delegazione per trattare con entrambi, ma è rimasta col cerino in mano. Ci sono stati vari contatti informali con i candidati, ma nessuna volontà di confronto",  spiega Poggianti che ribadisce il  suo ruolo di "ago della bilancia".

Da qui la linea del 'voto nullo', con cui Poggianti chiede all'elettorato di cdx di esprimere un voto da usare anche come pressione sul nuovo sindaco, qualunque esso sia: "Nessuno dei due sfidanti interpreta il cambiamento per Empoli che avremmo voluto. Uno rappresenta la continuità, l'altro una proposta più a sinistra della continuità.  Ma a differenza di Campinoti non diciamo di andare al mare perché è da irresponsabili. Con l'astensionismo in aumento è un dovere civico andare a votare. Chiediamo quindi di esprimere un dissenso attivo e di andare alle urne per annullare la scheda. Mi intesto la paternità delle schede bianche e nulle, saremo la terza parte silenziosa. Sono certo che tutti gli elettori del centrodestra daranno un messaggio chiaro, annullando la scheda, per aprire un dialogo con il nuovo sindaco sui temi a noi cari". Poggianti indica quindi la linea, ma lascia libertà di voto: "Lasciamo tuttavia libertà dii voto ai singoli cittadini che abbiano maturato una posizione chiara su ognuno dei due sfidanti".

Analisi e conseguenze del voto

Così Poggianti commenta, a due settimane dal voto,  i risultati delle sue liste: "È stato un risultato straordinario ottenere il 12% senza simboli di partito e con una candidatura nata tre mesi e mezzo prima del voto.  Questo disattende il falso mito che gli elettori del cdx non si informino:  un risultato così dimostra l'esistenza di un elettorato consapevole che non si è accodato ai simboli. Abbiamo ottenuto un tesoro politico che  non può essere nascosto,  lo porteremo in consiglio comunale e stiamo tentando di strutturarci".

In attesa di 'intestarsi' le schede nulle al ballottaggio,  che potrebbero ulteriormente dare peso politico a Poggianti, l'ex candidato a sindaco pianifica le prossime mosse, che sia uno o due il numero di consiglieri (due consiglieri in caso di vittoria di Mantellassi, uno se vincesse Masi). Sulla possibilità di ricoprire il ruolo di presidente del consiglio comunale, o di presidente di qualche commissione,  risponde così: "Accetterei ruoli di garanzia se c'è condivisione su programmi e dialogo. Do fatto fino all'Amministrazione Bugli il ruolo di presidente del consiglio comunale andava alle opposizioni, furono Cappelli e poi Barnini a cambiare.  Sarei onorato di ricoprire quel ruolo, ma è questione di dialogo tra maggioranza e opposizione. A Masi posso dire che se dovessi ripagare il PD della stessa moneta non darei a loro quel ruolo, mentre Mantellassi, dato che ha fatto molti mea culpa, potrebbe aprire anche lui a dare alle opposizioni ruoli di garanzia"

Il caso-Poggianti e la "diaspora" del Cdx

Poggianti analizza i risultati anche confrontandoli con quelli 'dell'altro' centrodestra: "Lì i voti sono arrivati per traghettamento dei partiti nazionali favoriti anche dall'election day delle Europee. Nonostante ciò i risultati sono modesti.  Sparisce la Lega, FI, il partito che ha  sostenuto Campinoti e che ha portato a Empoli una passerella di esponenti politici  a partire da Tajani, fa un risultato peggiore di cinque anni fa. FdI, invece, implode dal 25% al 10,7%".

Respinge, quindi, la colpa di aver portato Empoli al  ballottaggio con la sua rottura: "A chi dice che la divisione del Cdx ha giovato al ballottaggio  a sinistra dice una scorrettezza. Nel 2019 il Cdx dalle Europee alle Comunali perse circa il  9%, questa volta solo il 3%: significa che l'operazione ha favorito il Cdx nel mantenimento di un voto di area, ha permesso di intercettare anche un elettorato moderato o grillino che avrebbe digerito a fatica i partiti nazionali. La Mia Empoli, ad esempio, ha raddoppiato i suoi voti. La divisione non è stata negativa, ma ad esserlo è il fatto che colui che è stato scelto dalle segreterie non sia riuscito ad attrarre voti. Se perdi il 15% da Europee a Comunali forse qualche errore lo hai fatto, ma io non vedo mea culpa.  Il Cdx non è una collezione di simboli, ma  una comunità politica che merita rispetto".

Il dito è puntato su Campinoti, definito il vero "corpo estraneo e  divisivo" del centrodestra: "A chi dice che il centrodestra si è diviso per mio protagonismo io rispondo che il corpo estraneo,  l'elemento di disarmonia, è stato fatto entrare in casa da altri. Qualcuno pensava che essendo storico militante di FdI avrei chinato il capo accettando il nome imposto, ma quello era un nome non presentabile. Quello di Campinoti è il risultato peggiore della storia del centrodestra empolese. Ha ottenuto un risultato vicino a quello dell'armata Brancaleone che sostenne  Morelli nel 2012, quello stesso progetto che fu sostenuto proprio da Campinoti e Nascosti. Dove vi è quest'ultimo sono felice di essere dalla parte opposta.  Chi aveva ordito congiure, anche a livello personale, contro di noi si è accorto che accordi di palazzo non servono se c’è il consenso popolare".

Poggianti ritorna quindi sul suo 'caso', sulla scelta di Campinoti e rigetta alcune accuse mosse contro di lui: "Campinoti da giugno 2023 andava per le segreterie regionali a lanciare la sua candidatura,  si presentò anche a diversi eventi come la Festa a Pontorme o alla Cena di gala dell'Associazione degli Avvocati di Empoli, andando a dire che era lui il candidato sindaco. Io ho recesso la mia tessera di FdI a febbraio, non a dicembre 2023 come è stato detto, né ho mai detto 'No' ad altri candidati. Quei nomi emersi sulla stampa, Isacco Cantini e Federico Pavese,  furono fatti a dicembre proprio per non candidare Campinoti, ma le segreterie regionali dei partiti sono rimaste ammaliate da quest'utlimo, sono loro ad aver detto no a nomi alternativi". Se io ero 'l'appestato' si doveva scegliere un candidato di cdx, non una persona  politicamente impresentabile, che ha condotto una campagna inesistente e imbarazzante all’insegna del vittimismo. Ha cambiato già quattro partiti, tra 5 anni sarà a cantare bandiera rossa". Poggianti precisa anche "di non aver mai detto che Campinoti abbia preso soldi per candidarsi",  e si leva un sassolino dalla scarpa anche sul fatto  che la candidatura di Campinoti sia arrivata a causa dei risultati "insoddisfacenti" ottenuti da Poggianti: "Ho ricompattato il Cdx portandolo dal 14% al 26% dopo la 'diaspora' Morelli  nel 2012, ottenendo il secondo miglior risultato dell'Empolese Valdelsa dopo Fucecchio (27%). È un falso storico dire che ho fatto un risultato insoddisfacente"

Dopo quella del 2012 si è di fronte ad una nuova "diaspora del cdx", la cui risoluzione passa per Poggianti da una precisa condizione: "Aspettiamo i partiti del Cdx a Canossa. Il Cdx per ricompattarsi dovrà tornare sui suoi passi ed estromettere l'elemento divisivo,  fino a che Campinoti non si dimette il Cdx resterà diviso". Nessuno schiarimento, quindi, all'orizzonte, ma solo una "cortina di ferro".

 

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