I dati dal VI rapporto "Isole Sostenibili 2024" di Legambiente e Cnr: "Quadro incoraggiante"
La sostenibilità nelle isole minori è una sfida ancora da vincere. L’indice medio di performance al 46%, che l’Osservatorio Isole Sostenibili di Legambiente e dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA) ha calcolato sulla base dei dati relativi a consumo di suolo, gestione dei rifiuti e della risorsa idrica, sviluppo delle rinnovabili, mobilità e aree naturali protette nelle piccole isole, fotografa il lento progredire della loro transizione ecologica. Il tutto è riassunto nel VI rapporto “Isole Sostenibili 2024”, redatto da Legambiente e CNR-IIA e presentato oggi a Palermo, in cui si offre una panoramica dettagliata sulla performance delle 26 isole minori prese in esame ma anche, novità di quest’anno, una lettura sulla gestione dei rifiuti dal 2019 al 2022 con una produzione salita del 3% nel periodo analizzato.
“Il potenziale sostenibile delle isole minori messo in evidenza nella VI edizione del rapporto ha bisogno di una nuova narrazione in grado di trasformare le piccole isole da luoghi di bellezza, di mare pulito e di vacanze estive, in centri culturali, di ricerca e di innovazione, anche in campo ambientale. I diversi attori coinvolti in questo necessario processo di cambiamento devono mettere al centro le isole minori per farne cantieri di sostenibilità, come sta avvenendo in diverse parti di Europa” – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – “La nuova chiave di lettura dell’Osservatorio Isole Sostenibili suggerisce che anche le criticità rilevate e i ritardi accumulati su vari temi ambientali possono diventare concrete opportunità di sviluppo, partendo innanzitutto dalla condivisione di buone pratiche, su cui puntare per costruire sinergie territoriali che siano riferimento e stimolo al miglioramento”.
Le isole toscane, come il Giglio e Capraia, hanno avuto un buon piazzamento nonostante ci sia ancora tanto da fare in termini di sostenibilità. In particolare l’isola del Giglio ha un coefficiente di sostenibilità del 57%, ben più alto della media nazionale, che si attesta al 46%.
L’obiettivo dell’indice è dunque di fornire una fotografia dinamica che indichi la strada ancora da compiere da parte delle amministrazioni per raggiungere in maniera sistematica determinati obiettivi, mettendo a sistema, magari, quanto già fatto proprio da altre isole con le medesime caratteristiche.
Ognuna delle isole toscane analizzate nel presente report ha dei punti di forza, che vanno dalla presenza di aree protette sia marine che terrestri, come nel caso di Capraia o dell’Elba e buone performance della gestione idrica e riduzione delle perdite di rete come l’Isola del Giglio. Bene anche la riduzione della produzione dei rifiuti all’Isola d’Elba diminuiti dal periodo pre-pandemia rispettivamente del 16% nei comuni di Porto Azzurro e del 15% a Rio. Particolarmente positivo il dato di riduzione di rifiuto secco a Porto Azzurro (isola d’Elba) registra tra il 2019 e il 2022 la contrazione più significativa a livello nazionale con – 61%. Invece, avanza lentamente la raccolta differenziata anche all’Isola del Giglio, dove la percentuale è ferma al 31%, fanalino di coda delle isole minori italiane.
Luci ed ombre per quanto riguarda il lavoro sulla sostenibilità: come Capraia fanalino di coda tra le isole più trafficate con 73 auto su 100 abitanti e l’isola D’Elba con 72 auto ogni 100 abitanti, pur compiendo dei passi in direzione della mobilità condivisa con il lancio dell’app Elbasharing, nel marzo 2024, che coniuga car pooling e indicazioni di mobilità. Per quanto riguarda le energie rinnovabili bene Capraia, l’unica isola minore ad aver investito in modo consistente sulle fonti di energia non fossili: la produzione di energia da parte di Enel Produzione è infatti interamente a biodiesel, con combustibile di natura vegetale ottenuto da olii derivanti dalla coltivazione di colza e dalla soia. Nonostante però il biodiesel usato sia certificato come sostenibile, non si tratta di carburante ottenuto da una filiera corta, quindi la sostenibilità dell’isola anche da questo punto di vista è ancora migliorabile. Infine sempre in tema di rinnovabili, da segnalare che il Comune di Marciana Marina ha aderito al progetto “BECome” di Legambiente, AzzeroCO2 e KyotoClub per la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile.
“Un quadro certamente incoraggiante quello che emerge da Isole Sostenibili 2024, – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – che conferma l’impressione che dove meglio si può controllare, definire e accompagnare buone pratiche (vista l’esiguità dei territori di cui si parla) più facilmente si ricevono feedback positivi da cittadini e amministratori. Il Giglio e Capraia non sono nuove, peraltro, a performance ambientali così buone e non possiamo che esserne soddisfatti”.
Per accelerare il passo della sostenibilità nelle isole minori, l’Osservatorio Isole Sostenibili di Legambiente e CNR-IIA propone quattro azioni concrete.
1) L’istituzione di una cabina di regia unica presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per dare supporto e indirizzo a chi amministra i territori isolani.
2) La realizzazione di una road map che accompagni le piccole isole a essere 100% rinnovabili entro il 2050.
3) La promozione di politiche di adattamento alla crisi climatica partendo da un piano di azione per la rigenerazione urbana degli spazi e degli edifici senza altro consumo di suolo e per evitare ulteriori sprechi e perdite di acqua.
4) Il coordinamento unico sulla gestione dei fondi del PNRR puntando prioritariamente sull’efficientamento e rafforzamento della gestione dei rifiuti per una migliore qualità del servizio e per ridurre a monte la produzione di scarti, partendo dalle attività commerciali e turistiche.
Fonte: Legambiente Toscana
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