Nel prendere atto dell’ennesimo tentativo del sindaco uscente Giglioli di mistificare la realtà, con tanto di appello rivolto all’elettorato Riformista di “far tornare a casa” i voti “espressione del centrosinistra” riteniamo doveroso esprimere le seguenti considerazioni/precisazioni.
In primo luogo consideriamo alquanto offensivo, ed a tratti antidemocratico, rivendicare la propria preminenza nell’area politica del centrosinistra senza tenere in considerazione, tra gli altri, due elementi rilevanti: il forte astensionismo che ha caratterizzato il primo turno elettorale (circa il 35%, in evidente rialzo rispetto alle precedenti tornate), ed il quasi 20% di elettori che ha manifestato chiaramente la propria scelta di non votare PD, scegliendo scientemente e consapevolmente altri ed alternativi schieramenti (Riformisti e Filo Rosso).
Prima di affannarsi nella “riconquista” dei voti perduti il buon Giglioli infatti dovrebbe chiedersi se non fosse il caso fare un profondo, responsabile e severo esame di coscienza e domandarsi perché è stato sfiduciato dal suo stesso partito che gli ha imposto le primarie, fatto mai successo per un sindaco al secondo mandato. Primarie che ha legittimamente vinto ma grazie ad un elettorato non proprio tutto appartenente al Partito Democratico.
Si dovrebbe chiedere perché ha perso quei voti (quasi 1.500) rispetto al primo turno del 2019. Forse perché le politiche attuate sotto la sua amministrazione non sono state veramente di sinistra? Dovrebbe chiedersi se sia stato veramente in grado di tutelare gli interessi delle classi più bisognose (vedasi a tal proposito l’eclatante caso delle bibliotecarie), o di amministrare il comune con la diligenza e concretezza che l’incarico avrebbe richiesto.
Siamo consci che questo esame di coscienza non sarà mai fatto e comunque, ove ritenesse di aver correttamente agito, dovrebbe spiegarci i motivi per i quali ha condotto una campagna elettorale all’insegna della scorrettezza ed inciviltà, addirittura giustificando i suoi militanti e derubricando gli episodi a semplici chiacchiericci dopo i gravi insulti ed oltraggi verso la nostra candidata. Avendo inoltre l'arroganza di ritenersi l'unico candidato sindaco degno di questo nome, liquidando i nostri appunti sul suo operato ad essere dettati dal rancore o da motivazioni personali, tipico atteggiamento di chi non ha argomenti per controbattere.
Ribadiamo quello che abbiamo detto in campagna elettorale: questo è il peggior sindaco che il comune di San Miniato abbia avuto ma riconosciamo al Partito Democratico di San Miniato una diffusione sul territorio e un insieme di relazioni che gli permette di ottenere buoni risultati indipendentemente dal candidato sindaco che sceglie. Candidato sindaco che i 5 anni del suo operato hanno dimostrato la sua inadeguatezza e la sua incapacità. Un sindaco che non ascolta nessuno, nemmeno il proprio partito che però tace anche di fronte ad atti gravi che andrebbero biasimati. Ci riferiamo in particolare alla determinazione n. 413 dell'11 aprile 2024 con la quale è stato fatto un affidamento diretto di € 50.000 nei confronti di un parente stretto di un candidato in consiglio comunale della lista PD, effettuato quindi in piena campagna elettorale. Atto tanto legittimo quanto politicamente inopportuno. Questi sono metodi che non appartengono al centro sinistra, dai quali preferiamo prendere le distanze.
Noi Riformisti intendiamo riaffermare con forza il nostro diritto di appartenenza al centrosinistra che non può e non deve essere considerato appannaggio del solo Pd come per troppo tempo è stato, ed intendiamo ringraziare ancora una volta gli 837 elettori che hanno scelto di accordarci il loro voto, essendo consapevoli che gli stessi sapranno indirizzare con giudizio la loro preferenza in questo ballottaggio, scegliendo la persona giusta, capace di fare il sindaco di San Miniato. Perchè, mai dimenticarlo, le idee camminano sulle gambe degli uomini.
Marzia Fattori, Riformisti San Miniato
Notizie correlate
Tutte le notizie di San Miniato
<< Indietro