L’ospedale San Giuseppe ricorda il Direttore generale dell’ex Asl 11, Alessandro Reggiani, con una Santa Messa organizzata dalla Direzione sanitaria di presidio e che sarà officiata domani alle 11 nella cappella del presidio ospedaliero. A dieci anni dalla sua morte, il 24 maggio 2014, il personale dell’ospedale si stringe nel ricordo del suo “storico” Direttore definito come l’"uomo della preveggenza", a cominciare dal ruolo insostituibile che ebbe nella costruzione dell'ospedale di Empoli.
Il connubio Reggiani-Empoli fu davvero formidabile. Promosse innovazioni cliniche e nuovi modelli organizzativi, trasformando il campanilismo degli ospedali dell'azienda Usl 11 in specificità a disposizione di tutti, elevando la qualità assistenziale e promuovendo le potenzialità di cura. Nella rivoluzione assistenziale che si stava affermando negli ospedali toscani con la dottrina dell'intensità di cura, previde la relazione integrata tra i professionisti e nuove opportunità di cura per i pazienti. Tanti altri aspetti di politica e organizzazione sanitaria, incarnati in una dimensione etica e solidale unica, sono legati alla commemorazione di domani, come il binomio per la cura e la riabilitazione garantita dalla continuità ospedale territorio.
“Ho avuto l’onore di lavorare con il DG Reggiani, condividendo con lui progetti, visioni e azioni concrete – dichiara il Direttore sanitario della Ausl Toscana centro, Simona Dei - Lavorava e viveva con la mente e con il cuore, guidava la squadra con passione ed entusiasmo, non perdeva l’attenzione a garantire i servizi e la tensione agli scenari del futuro. È stato una risorsa unica per il sistema salute di questo territorio e ha dato un contributo prezioso nel disegno dei servizi socio sanitari regionali, ancora attuale negli scenari di oggi. Il mio grazie sempre”.
Di seguito pensieri e ricordi sul dott. Alessandro Reggiani
Dott. Giuseppe Lombardo – Responsabile DH (oncologico), Resp.le internista del Pronto Soccorso e Direttore della UOC. Medicina
Egr. Dr. Reggiani, caro Alessandro…
io penso di “doverti” tantissimo per la mia crescita professionale ma il terribile onore che mi hai tributato è stato di averti ricoverato e seguirti negli ultimi giorni della tua breve vita. Non lo dimenticherò.
Penso però, e sicuramente sarò in buona compagnia, che non c’è persona che non ricordi il tuo rigore, la tua competenza, la tua disponibilità e anche l'affetto che ci hai riservato.
Indimenticabile.
Dott. Gianmaria Fiorentini – Direttore Oncologia
Reggiani era un fortissimo sostenitore del bene pubblico e per questo intendeva promuovere una sanità aperta a tutti i bisogni dei cittadini. Alessandro vedeva l'Azienda al servizio del territorio in tutti i suoi aspetti : pronta risposta ai bisogni ed equa offerta di prestazioni assistenziali, sostegno e collaborazione con i Medici di Medicina Generale, integrazione etica con la sanità privata. Oggi comprendiamo sempre più il significato di questi aspetti che purtroppo stiamo perdendo. La sua attività era guidata da una profonda onestà intellettuale. Operava mediante una veritiera identificazione delle necessità, della definizione dei compiti dei collaboratori e della gestione ottimale delle risorse. Con questo approccio ha reso l'ASL 11 Empolese-Valdarno una delle più efficaci ed efficienti Aziende Sanitarie nel panorama sanitario, non solo toscano.
Di riguardo era la sua volontà di migliorare sempre più le cure ospedaliere creando rapporti personali e professionali di costante cooperazione tra medici, infermieri e personale tecnico amministrativo.
Alessandro credeva molto al valore civile e sociale del sostegno ai più fragili. Promosse la nascita delle associazioni a favore dei pazienti oncologici, come ASTRO, e della Sezione locale della associazione Dopo di Noi , creata per conciliare le aspettative dei genitori che temono di lasciare nel bisogno e nell'incertezza i figli con disabilità che rimangono dopo di loro.
Alessandro, persona estremamente colta e sensibile, era formale nelle riunioni ma simpatico e gioviale negli eventi conviviali. Fabio Capello era solito smaltire l'adrenalina della domenica trascorrendo la sera del post-partita e mezzo lunedì nell'empolese prima di rientrare a Roma. Una sera fui invitato anch'io a cena, non eravamo numerosi, due o tre tavoli di commensali. Dopo un po' Alessandro lasciò il tavolo dei personaggi locali più importanti dove era stato invitato e venne al mio tavolo. Con me c'era Capello, che preferiva staccarsi dalla solita compagnia. Non amava parlare ancora di calcio e non sopportava che qualche infiltrato gli proponesse giocatori o altro. Parlavamo dei nostri trascorsi ferraresi e del quartiere dove io, studente universitario, vivevo in un appartamento poco distante da dove abitava sua moglie. Alessandro prese una sedia si sedette e disse perentorio a me ed alle esterrefatte dottoresse Dentico e Rossi che mi accompagnavano: " Anche io sono come un allenatore, voglio stare con la mia squadra!" . Capello apprezzò la compagnia e che nessuno parlasse di calcio.
Un mattino ben prima delle 8, venne nel mio piccolo studio al primo piano del San Giuseppe Antica Sede. Mi salutò soddisfatto di vedermi già al lavoro e sorridendo disse: " Fiorentini comincio a preoccuparmi, i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione sono tutti d'accordo, dicono che ho fatto bene a prenderti". Questo è stato il complimento più importante della mia vita professionale.
Grazie Alessandro.
Dott. Massimiliano Biagini – Direttore della UOC Gastroenterologia
L'aggiudicazione della gara per costruire l' ospedale, lo aveva vinto una ditta al massimo ribasso. Il Reggiani ebbe il coraggio di assegnare alla seconda che era più in linea con i costi. Dopo una serie di fatti giudiziari riuscì a vincere. Se l' appalto l'avesse vinto la prima ditta l'ospedale non sarebbe stato costruito
Dott. Sandro Santini – Direttore UOC Radiologia
Ebbe il coraggio di darmi la Direzione della Radiologia, ero molto giovane.
Abbiamo fatto 7 anni di strada insieme.
Un uomo illuminato che ad Empoli ha dato tantissimo
Pieno di idee all’avanguardia le abbiamo condivise e messe in atto
Persona speciale.
Speciale anche il nostro rapporto
Indimenticabile
Un ricordo….da chi non lo ha conosciuto
Quando arrivo al mattino a lavorare e guardo l’Ospedale dall’esterno, nel breve tratto che separa la galleria dall’entrata ho sempre l’immagine di qualcosa di bello, di solido, un posto dove stare volentieri, una cosa fatta bene. Si perché nell’ospedale passiamo almeno un terzo della nostra vita finché lavoriamo ed è importante lavorarci bene ma anche viverci bene e qui credo sia così per la maggior parte delle persone. L’architettura attualissima ancora oggi, anzi forse ancora “avanti” rispetto alla maggior parte delle strutture sanitarie italiane, la manutenzione adeguata, la pulizia fanno anche pensare a chi ha pensato questa struttura. E il pensiero va al Dott. Reggiani, del quale tanto ho sentito parlare, ma che ho visto solo una volta in occasione dell’inaugurazione dell’Ospedale stesso. E ricordo che l’impressione fu ottima, di una persona sicura, con una grande visione (qualcuno direbbe visionario, ma non è la stessa cosa...) decisa; ho saputo nel tempo del grande coraggio di decisioni e scelte che apparivano rischiose ma che Reggiani fece , senza timore di firmare delibere che in pochi credo avrebbero fatto, forse i tempi erano diversi, ma non credo poi tanto, purtroppo ero già abbastanza adulto ai tempi. Io non conosco bene i fatti nel dettaglio e altri meglio di me possono ricordare l’uomo con i suoi pregi e difetti, io posso solo dire che, comunque siano andate le cose, quando inizio la giornata di lavoro arrivando in ospedale e percorrendo poi le scale e i corridoi a vetrate che danno l’impressione di un luogo davvero straordinario, cui in genere non siamo abituati, spesso mi viene di pensare “ Grazie Dottore, ha fatto proprio una bella cosa”.
Dott. Mazzoni Claudio - Direttore Amministrativo durante il mandato
A dieci anni dalla scomparsa vivo è il ricordo ed immutato l’affetto e il sentimento di riconoscenza che conservo di Alessandro Reggiani.
Direttore con il quale ho condiviso gran parte della mia carriera professionale. Anni intensi e di grande impegno che ci hanno visti impegnati nell’avvio dell’aziendalizzazione delle Usl e, a seguire, contribuire nel percorso di trasformazione del Servizio Sanitario Regionale.
Da subito, appena conosciuto, mi fece una impressione enorme: competente, lucido nelle analisi e nella valutazione delle soluzioni praticabili, deciso nelle scelte ma con modi eleganti, deciso senza essere invadente nel lavoro altrui. Era cordiale e ricco di umanità. È stato naturale, in seguito, orientare le mie scelte personali nel seguirlo in altri incarichi professionali e continuare a collaborare con lui.
Di Alessandro Reggiani, direttore e soprattutto amico, permane, pertanto, indelebile il ricordo di persona di grandi competenze professionali e altrettanto pregevoli qualità umane. Dirigente che nel lavoro ha sempre cercato di rispettare le opinioni e l’impegno degli altri, senza mancare, però, di portare le sue idee, la sua esperienza e la sua limpidezza di visione verso il futuro.
Così come la grinta e la voglia di fare, che ha sempre profuso in tutto ciò che ha fatto, a cui va aggiunta la capacità di trasmettere agli altri tutto il suo entusiasmo, dimostrando sempre fiducia nelle persone e un grande senso di servizio verso le istituzioni.
Tutto questo ha contribuito a fare di Alessandro Reggiani un professionista autorevole e stimato tra i colleghi e nella società e per chi ha avuto la fortuna di lavorarci assieme anche quello di essere un prezioso maestro ed un attento e sincero amico.
Con immutata riconoscenza
Dott.ssa Alice Bonoli – Addetto Stampa durante la sua Direzione
Il Direttore. Ne ho avuti tanti, ma Alessandro Reggiani resterà sempre quello con la D maiuscola, quello che mi fa amare ancora, ogni giorno, il mio lavoro nel Servizio Sanitario Pubblico. Un visionario, capace di andare oltre i limiti dei mandati politici e dei vincoli burocratici e di guardare lontano. Credeva nel Sistema Sanitario Pubblico, ma ne abborriva la staticità e ne voleva costantemente l’innovazione. Un vero Condottiero, capace di far sì che i suoi sogni fossero anche i sogni dei suoi collaboratori, con cui sapeva confrontarsi, spesso molto duramente. Non sono mai riuscita a dargli del tu, al Direttore, nonostante me lo abbia chiesto tante volte. Per rispetto, non per paura. Per la stima e l’affetto enorme che provo (e non uso il passato perché la sua morte non ha modificato di un filo questi sentimenti) per la sua umanità complessa, testarda, istrionica, per la sua intelligenza, lucidità, competenza e per la capacità farti sentire parte di qualcosa di più grande. Sono passati 10 anni da quando non c’è più, ma chi ha lavorato al suo fianco, lo porta sempre con sé.
Dott.ssa Giorgia Busanna - Infermiera
Il Dottor Reggiani ha reso la valorizzazione della professione infermieristica un sogno possibile,
con lui il nostro ambito ha raggiunto un apice di responsabilità ed attenzione a mio parere mai visto,
nè prima, nè dopo.
Lo ringrazierò sempre in cuor mio
Pier Natale Mengozzi- già Presidente Nazionale Federsanità ANCI
1995. Avevamo deciso come Associazione Nazionale dei Comuni - dopo la scelta di aziendalizzare il Servizio Sanitario Nazionale - di non essere spettatori inconsapevoli di un processo di gestione in qualche modo rivoluzionario. Ero direttamente impegnato nel tracciare un percorso che doveva portare a costituire una nuova forma di rappresentanza unitaria di Aziende e Comuni a tutela della salute dei cittadini.
Nel tardo pomeriggio di un giorno di settembre 1995 ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto, una voce tranquilla, emiliana nell’accento ma non troppo, per me, romagnolo, comunque familiare, che semplicemente, presentandosi, mi disse: “Mi hanno detto che devo occuparmi di questa cosa per conto delle Regioni”. Appuntamento telefonico immediato per il dopo cena del giorno successivo: abbiamo lavorato insieme, una nottata intera, stilando la bozza dello Statuto della futura Federsanità ANCI discutendo su ogni parola, fino alla condivisione.
Così ho conosciuto l’Avvocato Alessandro Reggiani, compagno di anni di lavoro insieme, di viaggi, di impegni, di trattative sindacali, istituzionali ad ogni livello, convegni, assemblee, confronti anche scontri.
Per me Sandro, per me il fratello trovato per caso, vissuto con affetto, fino a che il percorso della sua vita si è purtroppo interrotto.
Dieci anni sono tanto e nulla: ci sei sempre!”
Dott. Fabio Firenzuoli – Direttore 1° Ambulatorio Fitoterapico Italiano all’interno del PO San Giuseppe
Sempre vivido nella mia mente l’ultimo incontro con Alessandro Reggiani, quando era già ammalato ma, ancorché consapevole e senza illusioni, molto fiducioso nella medicina. Mi parlò con una serenità e una dignità non comuni. In questo ritrovai subito il Direttore di sempre, pragmatico, sereno, geniale e illuminato. Parlò da uomo a uomo, ma con la carica vitale che lo aveva sempre contraddistinto. Per me è sempre stato un vero piacere incontrarlo, anche da Direttore, perché curioso e intraprendente, sempre attento alle proposte innovative e intriganti, cercando di comprenderle e di valorizzarle, nell’interesse esclusivo della sua popolazione. Una dedizione al lavoro cui faceva da sottofondo una umiltà che ai miei occhi lo ha reso un grande Direttore.
Dott. Andrea Nunziati
Ricordo di Alessandro da parte della moglie, che mette in luce l’umanità dell'uomo. Del Direttore lungimirante e del Dirigente che abbiamo conosciuto
La prima volta che Reggiani venne a pranzo a casa nostra mi stupì dedicando tanto tempo a nostro figlio di 10 anni: si informò di cosa stesse facendo a scuola, volle vedere i disegni, chiese quale lingua avrebbe voluto studiare alle medie, qual era lo sport che seguiva concordando sul tifo per la Ferrari. Di solito i nuovi ospiti colloquiano con gli adulti, osservano l'arredamento, commentano il menù... Alessandro quel giorno conquistò anche la mia stima, oltre quella di Andrea"
Dott.ssa Vincenza Quattrocchi – Direttore Dipartimento Salute Mentale
Signori si nasce, ALESSANDRO REGGIANI, alla nascita, era già un signore, lo presumo perché non perse queste caratteristiche per tutta la vita, se pure è molto difficile conservarle quando nel mondo un può spietato del lavoro, dell'azienda, si animano emozioni, atteggiamenti, comportamenti diversi, contrastanti, spesso molto lesivi rispetto a questa partenza signorile alla quale tutti facciamo riferimento pensandolo. Condivido tutte le cose proprio tutte che Renato Colombai ha descritto facendo di lui un quadro completo dal punto di vista umano e professionale. Ho dei ricordi importanti, ho sentito che sin dall'inizio comprendeva la fragilità del nostro settore. Fragile perché rivolto a persone fragili ed è proprio questo quello che cercavo di rappresentare quando mi sentivo anche un po’ una lottatrice nel prestare la voce ad operatori, pazienti e familiari. L'ho sempre sentito realmente immedesimato e pronto a fare il massimo come in tutte le cose che ha fatto, nel far fiorire l’ASL 11. Eppure fra le tante cose ricordo un episodio di esperienza condivisa. Un giorno mi disse: “ma perché non facciamo una visita a tutti i presidi a cominciare dall'ospedale e vediamo com'è questa vostra vita.” così fu che con l'autista, un giorno mi venne a prendere a casa Gazzarri e viaggiammo in lungo e in largo, Badia, Castelfiorentino, Certaldo e tutti i settori dove si svolgeva quella che io considero con occhio benevolo ma, anche più appartenente, una vita intensa, fatta di dolore sì, ma anche di tante altre cose. Un quotidiano bagno di umanità fatta di sorprese, di grandi risorse svelate, di successi insperati e di operatori e familiari coinvolti in un'opera dove la speranza deve sovrastare la disperazione, perché soltanto questo può essere il movente per investire in questo settore, credere che si possa stare meglio, che si possa far ottenere il meglio da sé stessi e dunque dalle persone di cui ci occupiamo. Pertanto, quel viaggio fu lungo e molto simpatico. Naturalmente in ogni sede era atteso con calorosa accoglienza e fu, una cosa vera. In molti parlarono della propria esperienza, delle cose da migliorare, di che cosa era successo negli anni di quella che era stata la formazione del gruppo dipartimentale: curare chi cura!. Parlammo del tentativo di rispondere al meglio, in maniera psicologicamente adeguata e scientificamente corretta. Si pensa che il nostro lavoro sia fatto di parole ma il nostro lavoro è fatto di quelle parole che devono avere le radici nella competenza, nella conoscenza dei meandri dell’animo umano, nella psicopatologia, nella farmacoterapia. Fu quella un’occasione che consentiva ad un DG di entrare nello specifico fondamentale. la conclusione di questo viaggio fu veramente la possibilità di un dialogo più aperto e franco. Certo non era solo, era molto ben coadiuvato da tanti dirigenti della direzione validi ed operatori altrettanto validi. Ciascuno faceva il suo e contribuiva a costruire l’ASL11. A distanza di anni è incredibile il nostro senso di appartenenza: Siamo qui e abbiamo sentito la necessità di creare una chat, grazie alla pregressa condivisione di un periodo di lavoro straordinario. Oggi nel commemorarlo, esprimiamo una privata e collettiva gratitudine.
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