– Lo scorso pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Incisa Valdarno hanno arrestato in flagranza un cinquantottenne albanese, accusato del reato di atti persecutori nei confronti della ex moglie.
Già lo scorso marzo, la donna si era decisa a recarsi presso il vicino Comando Stazione Carabinieri di Incisa per raccontare tutto ciò che aveva subìto, negli anni di convivenza con il marito.
Le continue vessazioni e gli atteggiamenti aggressivi hanno perciò convinto la donna a scegliere la strada della denuncia per maltrattamenti in famiglia, prima, e poi di avviare la separazione nei confronti del marito, che non ha comunque mai accettato né tollerato una decisione del genere, iniziando perciò a minacciare e perseguitare la donna, con messaggi e telefonate.
Ma nei messaggi e nelle telefonate, l’uomo non ha mai palesato l’intenzione di riconquistarla, come solitamente accade dopo la fine di relazioni importanti come un matrimonio durato quasi trent’anni. Perciò la decisione di denunciare nuovamente l’uomo, questa volta per atti persecutori.
In quei messaggi, infatti, si legge violenza e rabbia, la stessa che ha portato l’uomo lo scorso lunedì a recarsi presso l’abitazione della sua ex moglie (che in quel momento non era in casa) e, dopo essersi introdotto furtivamente non essendo più in possesso delle chiavi, ha iniziato a distruggere mobili e porte a martellate.
Fortunatamente la furia dell’uomo è stata immediatamente interrotta dalla pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Incisa Valdarno che avevano quell’abitazione come obiettivo da monitorare, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni fatte dalla donna, costretta a vivere in un perenne stato di ansia e di timore per lei e i suoi figli. L’uomo è stato perciò arrestato in flagranza di reato con l’accusa di atti persecutori e, dopo la convalida del GIP, per lui è stato disposto il divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con applicazione del braccialetto elettronico.
Si rappresenta, infine, che, per il principio della presunzione d’innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta alle indagini in relazione alle attività in questione sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe.
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