Spuntano fuori 23 antifascisti che hanno lottato a Castelfiorentino: gli 'anti marcia'

Ventitré nuove biografie di antifascisti di Castelfiorentino, dei quali non si sapeva praticamente nulla. Persone comuni: operai, muratori, calzolai, venditori ambulanti, facchini, costretti per lo più ad emigrare all’estero, soprattutto in Francia. Socialisti, comunisti, anarchici “schedati” e attentamente sorvegliati dal Regime fascista, che grazie all’OVRA – la gigantesca rete di vigilanza e di repressione creata da Arturo Bocchini (il capo della polizia) – venivano seguiti passo dopo passo, non solo in Italia.

E’ questo l’elemento di interesse della mostra “Gli Anti Marcia. I Castellani che dissero NO! al fascismo” (parte terza) che sarà inaugurata sabato mattina (13 aprile) alle ore 10.00, allo spazio eventi del circolo “Il Progresso” (corso Matteotti 19).

Promossa dal Comune di Castelfiorentino in collaborazione con il Gruppo Fotografico Giglio Rosso (partner ANPI, SPI CGIL, associazione “Il Progresso”) la mostra rappresenta il naturale completamento di due eventi espositivi tenuti lo scorso anno ad aprile e a novembre, e racconta con l’ausilio di foto e documenti inediti del Casellario Politico Centrale (Archivio Centrale dello Stato – Roma) le vicissitudini di altri ventitré castellani che fin dal sorgere del movimento fascista si posero in una posizione nettamente contrapposta al nascente Regime.

Vicende, episodi, piccoli aneddoti scandiscono la vita di queste persone, le cui scelte sono giocoforza dettate dalla necessità primaria di cercarsi un lavoro altrove, dal momento che in Italia il timore di rappresaglie o difficoltà sempre più insormontabili rendevano la loro situazione (e quella dei familiari) quantomeno precaria. Tra i fuoriusciti, molti emigrano in Francia, come si è detto; ma non manca chi si dirige verso il Belgio o addirittura finisce nella Legione straniera francese, “non facendo mistero” di “preferire un esercito straniero piuttosto che quello italiano”. C’è chi rientra in Italia manifestando propositi di vendetta contro i fascisti, e chi cerca di fingere un “ravvedimento” prendendo la tessera del PNF (anche se le autorità fasciste non gli crederanno, mantenendo i controlli); chi riesce in qualche modo a mantenere un comportamento prudente (per ragioni di sopravvivenza) e chi finirà in una condizione di povertà assoluta, costretto perfino a mendicare.

“Questo terzo evento espositivo sull’antifascismo a Castelfiorentino – osserva il sindaco, Alessio Falorni – rende giustizia alle moltissime persone che molto spesso furono costrette a riparare all’estero per evitare guai peggiori. Ogni biografia è corredata da un volto, talvolta si tratta di una foto segnaletica, scattata al momento dell’arresto, in altri casi reperita dalle autorità utilizzando la rete degli informatori del regime. Si tratta di vicende fino a oggi sconosciute, restituite alla storia grazie alla copiosa documentazione reperita presso l’Archivio Centrale dello Stato, e che oggi – grazie a un progetto del Comune ideato e realizzato da Alessandro Spinelli - possiamo presentare e far conoscere con un pizzico di orgoglio alla nostra comunità. Colgo l’occasione per ringraziare il Gruppo fotografico Giglio Rosso, nella persona di Marco Mangini, e inoltre Carlo Simoncini, che hanno accompagnato a Roma Alessandro Spinelli collaborando alla riproduzione dei documenti e all’ottimizzazione delle foto“

La mostra rimarrà aperta fino a sabato 27 aprile, con il seguente orario: martedì 16 e mercoledì 17 aprile ore 16.00-19.00; Sabato 13-20-27 aprile ore 10.00-13.00; Domenica 14 e 21 aprile ore 10.30-12.30; Apertura straordinaria giovedì 25 aprile: ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00

Fonte: Comune di Castelfiorentino - Ufficio stampa

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