Il primo libro che racconta la storia dell'immigrazione illegale in Europa. È stato presentato ieri sera, a Santa Croce sull'Arno, all'hub multiculturale, alla presenza dell'autore, Gabriele Del Grande, reporter, saggista e regista. Il libro si intitola "Il secolo mobile" e racconta cento anni di migrazioni nel Vecchio Continente.
"E' esistita un'epoca - ha detto Del Grande rispondendo alle domande di Senka Majda, presidente dell'Associazione Arturo - in cui la libertà di movimento apparteneva a tutti. Oggi, invece, quando in Europa sono 2-3 milioni i nuovi arrivi di lavoratori immigrati ogni anno, si fa di tutto per farli arrivare da zone dove si pensa ci siano popoli più facilmente assimilabili: dall'Europa dell'est, dai Balcani, dall'America Latina. E al tempo stesso, dagli anni Novanta in poi, si fa di tutto per chiudere gli arrivi dal blocco afro-asiatico".
"Quando ci mettiamo a guardare i numeri - ha argomentato Del Grande - ci rendiamo conto che la frontiera è, di fatto, aperta. Chiunque voglia partire trova un modo per raggiungere l'Europa. Il problema non è aprire o chiudere, ma legalizzare o meno questi i viaggi".
Nel libro Del Grande avanza anche una propria proposta: "Liberalizzare l'ingresso di quelli, che numeri alla mano, rappresentano appena il 10% dei flussi migratori in Europa, permetterebbe di liberare miliardi di risorse, perché questo mostro del controllo delle frontiere ha dei costi. Sia in vite umane, con 50mila persone in fondo al mare, sia in termini economici, con miliardi euro che continuiamo ad investire per mantenere una frontiera che è in realtà una rete bucata e che le persone continuano ad attraversare, in un modo o nell'altro”.
La presentazione del libro è stata arricchita dalla presenza di Michela Di Vita dell'associazione La pietra d’angolo, che dagli anni ‘90 si occupa di accoglienza nel Comprensorio del Cuoio. Di Vita ha raccontato le azioni concrete che l’associazione mette in atto per promuovere l’integrazione dei migranti secondo il modello dell’integrazione diffusa, e senza nascondere le criticità di chi, al termine dei progetti, non riesce a raggiungere una propria autonomia.
Il programma completo del progetto DiverCity è disponibile sul blog ArturoNoBorders. Per saperne di più si può visitare anche la pagina Facebook dell’Associazione Arturo.
Fonte: Associazione Arturo
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