Questa mattina a Siena, presso l’Aula Magna Storica del Rettorato (Banchi di Sotto 55), si è tenuto l’evento di presentazione di “API – Agricoltura Polifunzionale Integrata”, progetto finanziato dalle Regione Toscana nell’ambito del PSR 2014-2020 - Misura 16.2 - Annualità 2022 - Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, che ha come obiettivo lo sviluppo di un modello esportabile di azienda agricola integrata e polifunzionale che unisca apicoltura e coltivazioni in una sinergia capace di diversificare la redditività delle aziende attraverso l’ottimizzazione delle produzioni, includendo la valorizzazione dei sottoprodotti.
A presentare il percorso sono stati Silvia Casini e Tommaso Campani dell’Università di Siena (Dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente) e Rossana Suh di Amiata BIO, capofila di progetto. Nell’ambito della mattinata, spazio anche per la presentazione della cooperativa agricola “Frantoio del Parco”, dell’azienda agricola “Podere Poggio Olivo”, dell’azienda agricola “Ganetti” e dell’azienda agricola “Solaria”, partner delle attività. A introdurre e moderare l’incontro è stato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente e presidente di Legambiente Festambiente APS, realtà anch’essa partner di progetto.
Il progetto prevede di realizzare entro dicembre 2024 una serie di incontri di sensibilizzazione e formazione sul tema dell’agricoltura polifunzionale integrata con l’obiettivo di valorizzare l’apporto del sistema apistico alla produttività e all’eco-compatibilità aziendale. Allo stesso tempo, verranno portate avanti ricerche su come ottimizzare le stesse pratiche apistiche con l’introduzione di essenze floristiche autoctone nei differenti ambienti pedoclimatici, sfruttando anche le aree marginali delle aziende. Uno scambio binario tra produzione ed ecosistema volto anche a innovare i sistemi aziendali con l’introduzione di nuove tecnologie. Con la creazione di una rete contratto saranno valorizzati i prodotti ottenuti dal partenariato, ottimizzando il riutilizzo degli scarti della produzione apistica e migliorando l’accesso al mercato dei prodotti apistici.
“Ringrazio Regione Toscana - ha dichiarato Rossana Suh di Amiata Bio, capofila di progetto - per il riconoscimento nei confronti del nostro progetto e i partner che ci accompagnano in questo percorso. Le api non producono solo miele, ma giocano un ruolo essenziale negli ecosistemi. L’uso di pesticidi, la corsa della crisi climatica e l'inquinamento ne stanno uccidendo milioni ogni anno. Bisogna agire subito. Con API, vogliamo dare il nostro piccolo contributo nella battaglia in difesa degli impollinatori e della biodiversità. La rete che oggi abbiamo presentato ha l’ambizione di essere un modello di sviluppo capace di mettere a disposizione terreni e produzioni fioristiche di vari ambienti, unendo mare, collina e montagna: una sinergia unica, un modello per la nostra regione e non solo”.
“Il progetto API - ha dichiarato Silvia Casini, docente di Ecologia dell’Università di Siena - si inserisce pienamente in una serie di progetti di ricerca e trasferimento di buone pratiche che stiamo portando avanti da diversi anni. Creare agroecosistemi confortevoli e non pericolosi per gli impollinatori allevati e selvatici, grazie all’applicazione di misure agroecologiche ad hoc, significa mantenere produzioni apistiche sostenibili dal punto di vista economico e ambientale, con benefici anche per le produzioni agricole”.
“Il progetto API - ha dichiarato Angelo Gentili, presidente di Legambiente Festambiente APS - rappresenta un tassello importante e strategico nel mosaico delle azioni collettive a sostegno della tutela e della salvaguardia di impollinatori e biodiversità. Com’è noto, la sopravvivenza delle api è a rischio a causa di molteplici fattori legati principalmente all’azione umana. Individuare percorsi attraverso cui sostenere e incentivare l’attività apistica, ragionando su sinergie e trasversalità, significa aprire scenari interessanti e creare modelli replicabili su larga scala. Esattamente ciò di cui i nostri ecosistemi hanno urgenza. Tutela e salvaguardia dell’ambiente, dunque, ma anche della sostenibilità economica di chi si affaccia sul mercato dei prodotti apistici. L’agricoltura nel suo complesso sta vivendo una congiuntura complessa sul fronte reddituale. La creazione di una rete contratto è indubbiamente una via che sarà da esempio per le future operatrici e i futuri operatori”.
Fonte: Ufficio Stampa
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