Proseguono i lavori degli Stati Generali. La commissione Cultura, presieduta da Cristina Giachi (Pd) si è riunita oggi con all’ordine del giorno l’audizione delle rappresentanze sindacali in merito alla normativa nazionale sull’indennità di discontinuità per i periodi di inattività in favore dei lavoratori dello spettacolo.
“Al termine della valutazione con i sindacati di categoria della più importante novità normativa a cui abbiamo assistito in questi anni, con l’introduzione dell’indennità di intermittenza, possiamo dire che la sua applicazione appare ad oggi incerta e zoppicante” ha spiegato la presidente Giachi.
“Sono pochissime le richieste che arrivano da parte dei lavoratori. Per questo abbiamo pensato, in conclusione degli Stati generali della Cultura, di organizzare un seminario di riflessione con parlamentari, sindacati, esperti, rappresentanti dell’Inps e consulenti del mondo del lavoro sullo stato dell’arte su questa indennità. In concomitanza affronteremo anche il problema degli osservatori regionali istituiti per vigilare sui contratti di lavoro in ambito culturale per capire a che punto sia l’attuazione e cosa si possa fare per dare impulso a un segmento di controllo importante a livello territoriale”.
Ad aprire le audizioni la rappresentate del Sindacato lavoratori della comunicazione della Cigl Toscana. Maria Cristina Arba ha fatto il punto della situazione: “Nella scorsa legislatura è stata data una delega al Governo per le disposizioni in materia di spettacolo, e con il nuovo esecutivo sul tavolo c’è l’indennità di discontinuità già presente nella bozza della legge del Governo precedente. Si tratta di un’indennità nata per aiutare i lavoratori nei periodi di inattività, mentre si stanno formando o si stanno preparando per il lavoro successivo. Ma purtroppo questa indennità si è trasformata in un’elemosina".
"Tra i requisiti - prosegue - riscontriamo diverse criticità: le 60 giornate lavorate nell’anno precedente per molti sono difficili da raggiungere e calcolando un massimale di 25mila euro all’anno l’indennità può arrivare fino a 2mila euro. La richiesta va infine fatta entro il 30 marzo, troppo presto per capire se convenga o meno presentare la domanda. Il problema è che le giornate utilizzate per ricevere questa indennità non possono più essere usate per ricevere la Naspi, l’indennità prevista dall’Inps per i lavoratori subordinati che hanno perduto involontariamente l’occupazione. Era un’ottima idea che si è tramutata nell’ennesimo bonus. Noi come sindacato del territorio possiamo solo focalizzare l’attenzione sui problemi. Il risultato è che, ad oggi, a Firenze non è stata ancora presentata nemmeno una domanda perché conviene sempre fare richiesta della Naspi".
Per la Fistel Cisl Angelo Betti ha confermato che “i problemi sono questi. Anche da noi non ci sono state richieste per l’indennità di discontinuità. La legge parla di servizi in collaborazione con teatri e televisioni, ma non riescono a rientrare i contratti legati direttamente allo spettacolo, come il personale di sala, e il contratto dei servizi non gli permette di richiedere nemmeno la Naspi a meno che non siano disoccupati tutto l’anno. È un’indennità che ha bisogno di correzioni importanti altrimenti resterà solo sulla carta”.
Angelo Ughetta della Uilcom Toscana ha confermato che “le richieste sono pochissime, praticamente pari a zero. E spesso chi non accede alla Naspi non accede nemmeno a questo istituto nuovo. I margini per migliorare la normativa ci sono anche perché ad oggi è praticamente inapplicabile. Non è una risposta chiara in termini di reddito per lavoratori che sono ai margini e sono necessari miglioramenti per farla partire”.
Durante il dibattito i rappresentati dei sindacati si sono detti d’accordo sull’organizzazione di una giornata per approfondire il tema, a partire dall’indennità, portando i lavoratori come testimoni, ma facendo anche il punto sugli osservatori regionali.
L’organizzazione di un seminario è “un’ottima idea” anche per la consigliera regionale Silvia Noferi del Movimento 5 Stelle che ha aggiunto: “Si tratta di uno degli argomenti più importanti degli Stati Generali. È un problema molto sentito per questo tipo di lavoro non considerato nella fase creativa e preparatoria. Non serve una proposta di legge al Parlamento per scaricarci la coscienza, ma è più utile incontrare esperti e parlamentari per arrivare a una soluzione migliore”. Anche la consigliera regionale del Partito democratico Elena Rosignoli ha detto di “apprezzare l’idea di un seminario, chiedendo ai sindacati di preparare degli esempi pratici che facciamo capire meglio come affrontare il problema. La cifra massima per l’indennità, di circa 2mila euro, va assolutamente rivista”.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
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