L’Università di Firenze inaugura l’anno accademico 2023-24 e festeggia i suoi cento anni. La cerimonia si è svolta oggi alla presenza del Presidente della Repubblica presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, davanti a un pubblico di oltre mille partecipanti.
“Questa occasione solenne – ha detto la rettrice Alessandra Petrucci aprendo la sua relazione - è spunto per una riflessione condivisa, che possa penetrare nella complessità del presente e indirizzarci con maggior sicurezza verso l’immediato futuro”. La nascita dell’Ateneo con la denominazione di Università nel 1924 è stata preceduta da una storia lunga e ricca, che aveva radicato gli studi universitari in città da molto più tempo. L’Ateneo e la sua città sono stati in continuo dialogo, una cifra che le celebrazioni hanno voluto valorizzare “nel brand, nelle pubblicazioni, nel messaggio che oggi diamo al mondo, attraverso le immagini di Firenze e le immagini dei nostri studenti, simboli del nostro impegno”, ha sottolineato la rettrice.
A cento anni dalla sua istituzione, l’Università è cresciuta con una comunità accademica che conta 3200 docenti, ricercatori e tecnici-amministrativi, oltre 51mila studenti nei corsi di primo e secondo livello, di cui il 7% internazionali, e mantiene un bilancio positivo di nuovi iscritti con oltre 10.000 matricole per il 2023-24. La popolazione studentesca, rispetto al passato, mostra un incremento: le donne iscritte superano il 50% e, in particolare nelle discipline STEM, sono oltre la media nazionale.
La rettrice Petrucci ha ripreso questo dato per ricordare che l’Ateneo è molto attivo nelle iniziative per favorire la parità tra i generi, nel più vasto ambito delle pari opportunità e dell’educazione al rispetto e alla convivenza. “Il lavoro educativo è strumento per costruire azioni e cultura di pace, contro ogni forma di discriminazione, per favorire il rispetto dei diritti e della diversità, il confronto e l’accoglienza, la solidarietà e il dialogo, sollecitando le coscienze a condannare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie e ogni violazione dei diritti umani, nello spirito della nostra Costituzione”.
Il diritto allo studio, la qualità della didattica e della ricerca, gli obiettivi dell’agenda nazionale e internazionale (PNRR, Piano nazionale di ricerca, Horizon Europe) determinano le linee di azione di UNIFI, “che interagisce con il mondo produttivo, culturale e sociale– ha aggiunto la rettrice -, per rispondere coi suoi interventi alla domanda formativa e alle prospettive occupazionali, in particolare a quelle espresse dal territorio, per accelerare i tempi di impiego” e creare le condizioni per generare l’innovazione.
A conclusione della relazione inaugurale come coordinate per la rotta del futuro dell’Ateneo, tre parole chiave: inclusione - come apertura, unione, integrazione - incremento - inteso come “cifra di vitalità, arco di parabola che sale e che, nel suo movimento, fa crescere anche altro da sé” - e impegno, “un termine moralmente denso, che tocca corde profonde del nostro modo di pensare e di agire – ha detto Alessandra Petrucci -. A distanza di 100 anni dalla nascita del nostro Ateneo, quest’ultimo termine assorbe tutti gli altri, richiamando il patto che unisce la Comunità accademica, quel legame di partecipazione, che emerge nel traguardo di un onere condiviso, oggi rinnovato solennemente, di fronte alla massima Carica dello Stato e di fronte a voi, che ne siete parte viva e vitale”.
La cerimonia si è aperta con l'esecuzione dell'inno nazionale e dell'inno europeo da parte del coro universitario diretto dal maestro Patrizio Paoli. Hanno portato un saluto il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
Alla relazione della rettrice hanno fatto seguito gli interventi del rappresentante degli studenti Carlo Spadoni, del personale tecnico-amministrativo Francesco Oriolo e la prolusione, per la prima volta affidata ad una laureata Unifi, Simonetta Cheli Errore. Il nome file non è specificato.oggi Direttore dei Programmi di Osservazione della Terra, ESA (Agenzia Spaziale Europea) e Capo di ESA/ ESRIN] in rappresentanza simbolica degli Alumni dell’Università di Firenze.
Ha preso poi la parola il Presidente della Repubblica.
Infine, il coro universitario ha eseguito il Gaudeamus igitur.
In occasione della cerimonia, al Presidente della Repubblica sono stati donati il volume "Firenze e l'Università. Passato, presente e futuro" e la medaglia celebrativa "Da un secolo, oltre" realizzata dallo scultore Onofrio Pepe per i cento anni dell'Ateneo.
Al termine della mattinata, il capo dello Stato ha svolto una visita privata presso il Museo de La Specola, accompagnato, insieme alla rettrice, dal presidente del Sistema Museale d’Ateneo Marco Benvenuti. Erano presenti il sindaco Nardella, il presidente Giani e il ministro Bernini.
Giani: "Momento solenne"
"Quello di oggi per Firenze è un momento solenne: in un luogo, il nuovo teatro dell’Opera che è stato inaugurato proprio in occasione delle celebrazioni dei 150 anni della nascita del nostro Paese, in occasione del centenario della fondazione dell’Università di Firenze, che ha riportato la cultura ed il futuro al centro della vita cittadina, il Capo dello Stato ci ha omaggiato con la sua presenza”. A dirlo il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, durante il suo saluto alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2023-2024 dell'Università di Firenze, cui ha partecipato anche il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.
“La scelta del pesidente Mattarella di presenziare oggi a questa cerimonia – ha affermato Giani - è quanto mai significativa, perché il livello di cultura di un Paese si misura anche dalla sua capacità di formare i propri giovani, dare loro valori e capacità di innovazione. E la Toscana ha una lunga tradizione di cultura, creatività, innovazione, che affonda le radici nella storia ma anche nel recente passato ha giocato un ruolo di primo piano, diffondendo sapere e sensibilità democratica anche grazie a figure come quella del rettore dell’Ateneo di Firenze Piero Calamandrei”.
“Firenze per secoli non ha avuto l’Università - ha aggiunto Giani - perché la scelta del Granducato era stata quella di concentrare gli studi universitari a Pisa, ma a Firenze fiorivano le Accademie, come quella della Crusca, quella delle Arti e del Disegno o quella dei Georgofili, che ancora oggi danno il loro contributo alla crescita del sapere. Riportare a Firenze una formazione di livello universitario fu il primo atto del Governo provvisorio di Bettino Ricasoli nel 1859, che costituì cinque facoltà nell’Istituto di studi pratici e di perfezionamento. E finalmente cento anni fa è stato fondato l’Ateneo fiorentino, che ha portato avanti la missione di arricchire e unire la società civile, formando le nuove generazioni”.
Fonte: Ufficio Stampa
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