Tablet Toscana, i risultati del progetto

“Progetto TABLET TOSCANA per nuovi modelli organizzativi di tele-riabilitazione sul territorio”. E’ il titolo dell’incontro che venerdì 9 febbraio (dalle ore 9) presenterà pubblicamente le conclusioni di un importante studio scientifico, evidenziando i risultati della prima esperienza toscana di tele-riabilitazione nell’Azienda USL Toscana nord ovest e nel reparto di Riabilitazione dell’Ospedale Versilia.

 

Grazie al progetto TABLET TOSCANA, finanziato nell’ambito del Bando COVID della Regione Toscana e coordinato da IRCCS Fondazione Stella Maris di Pisa, l’Azienda sanitaria si è dotata di  tecnologie quali app e tablet, messe a punto per la riabilitazione motoria, cognitiva e logopedica, e, insieme ai ricercatori coinvolti - in parte dipendenti delle strutture sanitarie coinvolte ed in parte assunti ad hoc - , ha svolto cicli di trattamenti riabilitativi a oltre100 tra bambini e giovani adulti con disabilità dovute a lesioni congenite o acquisite, anche a domicilio coinvolgendo le loro famiglie.

 

Un campione numeroso che ha permesso di validare dati su cui si costruiranno nuove prospettive riabilitative per la Toscana e per l’Italia. Non solo, si pensa anche a nuove linee guida nazionali ed a un coinvolgimento attivo di famiglie e caregiver. Non a caso all’evento finale saranno presenti gli esponenti delle più importanti Società Scientifiche (SINPIA, SIMFER, SIRN), ma anche le Associazioni che riuniscono i genitori, veri protagonisti della ricerca.

 

Infine, grazie al team del professor Giuseppe Turchetti dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nello studio è stato delineato un modello organizzativo ed economico in cui la tecnologia si integra con il percorso riabilitativo tradizionale. Nella definizione del modello organizzativo sono stati coinvolti genitori e ragazzi, oltre che i professionisti sanitari dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e dell’IRCCS Fondazione Stella Maris tramite la realizzazione di interviste individuali e di Focus Group. Dall’analisi dei bisogni, dei punti di forza e di debolezza del percorso riabilitativo con e senza la tecnologia, è stato possibile definire un modello organizzativo integrato su cui basarsi e da cui partire per ulteriori sviluppi e per applicazioni ad altre realtà.

 

L’impiego di questi dispositivi biomeccatronici è da tempo attivo presso “INNOVATE”, Laboratorio di Tecnologie INNOVATIVE in Neuroriabilitazione della IRCCS Fondazione Stella Maris e per tutto il tempo del progetto sono stati a disposizione delle USFSMIA (Unità Funzionali Salute Mentale Infanzia e Adolescenza) della Asl Toscana nord ovest e del reparto di Riabilitazione dell’ospedale Versilia.

 

TABLET TOSCANA, i risultati

Durante la presentazione del “Progetto TABLET TOSCANA” verranno discussi i primi risultati ottenuti in termini di fattibilità ed efficacia di impiego. Inoltre, saranno discussi i risultati in merito all’ideazione di modelli organizzativi assistenziali innovativi, spendibili sul territorio, per garantire la continuità assistenziale nella presa in carico e nella tele-riabilitazione delle funzioni neuropsicomotorie e linguistiche in bambini e giovani adulti con disturbi congeniti ed acquisiti dello sviluppo.  Potenzialmente questo approccio può ridurre la frequenza e la durata delle ospedalizzazioni, pur mantenendo alti livelli di qualità ed efficacia di intervento. Parallelamente, verranno illustrate le linee guida per l'implementazione della tele-medicina e della tele-riabilitazione. Infine vi sarà una sessione dedicata ad una tavola rotonda per valutare gli impatti locali del progetto, coinvolgendo nel dibattito operatori sanitari e regionali, famiglie, pazienti e società scientifiche.

 

Le dichiarazioni di ricercatori e protagonisti

“TABLET Toscana – spiega il professor Giovanni Cioni, responsabile scientifico del progetto e direttore scientifico dell’IRCCS Fondazione Stella Maris – rappresenta un esempio unico di continuità ospedale-territorio nell’ambito della presa in cura e della tele-riabilitazione dei disturbi e delle disabilità del neurosviluppo. Il progetto ha contribuito a dimostrare che l’uso delle tecnologie e la tele-riabilitazione non è solo appannaggio di attività di ricerca o di centri di terzo livello, ma può essere pienamente integrato e valorizzato nei servizi territoriali, rendendo la riabilitazione più fruibile, più personalizzata e di maggiore intensità, grazie anche al coinvolgimento pieno delle famiglie”.

 

“Il risultato più importante – aggiunge la professoressa Giuseppina Sgandurra, professore associato dell’Università di Pisa e responsabile di  INNOVATE Lab – è stata la creazione di un network multidisciplinare che ha visto più di 50 professionisti tra ricercatori, clinici, terapisti, economisti e più di 100 tra bambini, giovani adulti e le loro famiglie che fin dall’inizio hanno lavorato in sinergia al fine di uno scambio di informazioni e di crescita personale e professionale”.

 

“Si tratta di un progetto innovativo - evidenzia il direttore della Riabilitazione dell'ospedale Versilia Federico Posteraro, responsabile del progetto per la Asl Toscana nord ovest – con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale che ha coinvolto non solo la Riabilitazione del Versilia, ma tutte le unità funzionali di Salute mentale infanzia adolescenza (UFSMIA) della Asl, in quanto sono stati arruolati utenti in età pediatrica oltre che giovani adulti affetti da esiti di grave trauma cranico. Si tratta del primo progetto di teleriabilitazione portato avanti in Toscana, tra i pochi in Italia, che ha dimostrato che la continuità ospedale territorio può essere gestita anche attraverso queste nuove tecnologie con analoga efficacia rispetto al trattamento tradizionale. I risultati dello studio sono stati accettati per una pubblicazione su una prestigiosa rivista internazionale a conferma dell’interesse della comunità scientifica per questo argomento. Mi preme quindi ringraziare i medici e i professionisti sanitari della riabilitazione, sia dipendenti Asl che borsisti, che hanno reso possibile questa esperienza”.

 

“Il modello organizzativo integrato – spiega il professor Giuseppe Turchetti, professore ordinario di management della Scuola Superiore Sant’Anna – è frutto di una co-costruzione con i genitori, i ragazzi e i professionisti sanitari che hanno fornito il loro punto di vista e la loro esperienza. Questa integrazione di prospettive è un valore aggiunto straordinario prodotto dal progetto”.

 

Fonte: Ufficio Stampa

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