Comune di Poggibonsi - Ufficio stampa
119 donne prese in carico dalla rete antiviolenza. In prevalenza italiane e con il maltrattante ‘in casa’
Sono 119 le donne che si sono rivolte nel 2022 alla rete antiviolenza, il 56% sono nella fascia di età dai 30 ai 60 anni, nel 65% dei casi sono italiane. Nel 77% dei casi i maltrattanti sono mariti, compagni, padri, ex.
Sono questi alcuni dei dati emersi nell’incontro di ieri, 2 febbraio, promosso dal Centro Pari Opportunità Altavaldelsa per condividere insieme ai soggetti della rete antiviolenza, analisi e risultati dell’impegno decennale profuso sul territorio.
“Abbiamo voluto raccontare e rendere partecipe la comunità del lavoro strutturato su cui le amministrazioni sono impegnate con tutta la rete antiviolenza – ha detto la presidente del CPO Susanna Salvadori - Faremo incontri in ogni comune associato perché è importante che il percorso fatto sia condiviso e prosegua con nuovi impegni, nuove idee e con un allargamento ad altri soggetti. La rete di contrasto e protezione deve essere sempre più forte, radicata ed efficace e questo significa costante opera di sensibilizzazione e di prevenzione ma anche un maggior coinvolgimento della comunità, fondamentale nel rompere l’isolamento delle donne che subiscono violenze e attivare gli strumenti utili a proteggerle”.
"Rivolgiamo un invito a tutto il mondo delle associazioni sportive, culturali, sociali - prosegue - perché si possa creare un tavolo comune e fare sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Che deve essere un obiettivo di tutti. Conoscere e riconoscere è fondamentale. Ed essere insieme. Così vogliamo portare i valori e le finalità del Protocollo antiviolenza a tutto questo mondo frequentato da tanti ragazzi e ragazze e tante donne".
I dati sono stati illustrati da Angela Gerardi, coordinatrice del CPO e del tavolo Valdelsa, che ha analizzato quanto emerge dall’Osservatorio sulla violenza di genere, uno strumento che è stato introdotto nel 2021 presso il CPO in seguito al protocollo firmato con la Prefettura e la Procura. “Abbiamo avviato una raccolta dati – dice Gerardi - per comprendere meglio il fenomeno e la capacità della rete di: primo far emergere e riconoscere la violenza maschile sulle donne, secondo di lavorare in modo multidisciplinare ed integrato, terzo accompagnare le donne fuori dalla violenza”.
Per quanto riguarda il 2022 (sul 2023 i dati sono in fase di elaborazione) emerge che le donne residenti nell’Alta Valdelsa che si sono rivolte a uno o più nodi della rete sono 85, che salgono a 119 considerando quelle provenienti da altri territori come il senese o i comuni limitrofi della provincia di Firenze. Le richieste di aiuto hanno coinvolto più soggetti della rete grazie all’approccio multidisciplinare promosso nell’Altavaldelsa. I soggetti maggiormente implicati sono il Centro Antiviolenza Donne Insieme Valdelsa che ha seguito 64 donne, le Forze dell’Ordine che hanno trattato 46 casi e il Pronto Soccorso che ha seguito 45 donne. Il servizio sociale è maggiormente presente in una fase successiva a quella dell’emersione, legata soprattutto ai casi di violenza domestica in cui sono presenti dei minori.
Per quanto riguarda le violenze riferite alle Forze dell’Ordine sono di diverse tipologie: fisica e psicologica (48% dei casi), psicologica (18%), sessuale (9%). Nel 29% dei casi emerge violenza assistita ovvero sulle madri alla presenza di minori. Il Cav D.I.V.E, ovvero il soggetto specializzato nel seguire le vittime di violenza e che effettua la valutazione del rischio indispensabile per fare scelte di percorso, ha rilevato con maggiore accuratezza la violenza economica che rappresenta un 15% dei casi.
Per quanto riguarda il profilo delle donne vittime queste sono in maggioranza (56%) nella fascia di età dai 30 ai 60 anni quando le responsabilità familiari (figli ancora piccoli o non ancora autonomi) sembrano più importanti della propria incolumità e dignità. Sono nel 65% italiane, per il 91% residenti nei due comuni più grandi (Poggibonsi e Colle). I maltrattanti sono nel 77% mariti, partner, padri, conviventi o ex , tutti uomini implicati in relazioni intime. Sono italiani nel 71% dei casi.
“Sono dati da cui è ancora difficile tracciare linee di tendenze nel tempo, anche perché sappiamo bene che ciò che emerge è la punta di un iceberg, è solo il 10% del fenomeno reale che è ancora largamento taciuto – dice Gerardi – Tuttavia sono dati importanti da approfondire e che ci danno indicazioni preziose. Emerge un 19 % di autori giovani di età compresa fra i 18 e 29 anni. Emergono nuove forme di violenza legate all’uso dei social come il cyberstalking, la diffusione non consensuale di immagini intime, gli abusi relazionali digitali. Anche per questo dobbiamo pianificare una ancora più forte prevenzione per contrastare un fenomeno che già si sta affacciando che è quello di vedere aumentare il numero di vittime minorenni”.
La restituzione di ieri ha anche messo in evidenza il lavoro di prevenzione fatto con le giovani generazioni che prosegue da oltre dieci anni e che talvolta permette di scoprire violenze taciute. Attività che ha visto coinvolti quasi 5000 ragazzi e ragazze che frequentano le scuole medie e superiori dell’Alta Valdelsa. Solo nell’anno scolastico 2022-23 sono stati realizzati 68 laboratori per un totale di 136 ore di attività dall’associazione Atelier Vantaggio Donna che fa parte delle rete.
Altro aspetto illustrato è il supporto alla rete operativa attraverso una supervisione metodologica di 20 ore annue che permette di analizzare i casi, l’intervento fatto e/o da fare tenendo sempre presente la cornice della violenza maschile che richiede approcci, strumenti, risorse dedicate e qualificate.
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