Il welfare a Empoli tra '60 e '70, presentato il libro di Edoardo Antonini

Appassionato di storia e tradizioni locali, Edoardo Antonini nel volume Empoli tra anni ‘60 e ‘70: politiche scolastiche e sociali in un Comune della ‘Terza Italia’, edito dall’Assemblea legislativa toscana, analizza un periodo storico importante del Dopoguerra in Italia e a livello locale, in particolare per lo sviluppo di un sistema di welfare a sostegno alle famiglie.

Nel libro, che raccoglie la sua tesi di laurea, si trovano informazioni dettagliate sulle trasformazioni economiche, sociali e culturali di Empoli a cavallo tra la fine del Dopoguerra e l’inizio degli anni Settanta, con particolare attenzione alla scuola e ai servizi per la popolazione, dalla materna comunale e statale, alla scuola elementare, dai patronati al doposcuola, con gli investimenti del Comune per la realizzazione e la manutenzione dei vari plessi.

Il volume è stato presentato nella sala Fanfani di palazzo del Pegaso e a portare i saluti del Consiglio regionale è stato il presidente Antonio Mazzeo che ha sottolineato il valore del lavoro di Edoardo Antonini: “La città di Empoli è stata un esempio per tanti altri comuni. Amministratori lungimiranti hanno investito sulle politiche sociali e della scuola in un momento in cui il Paese ripartiva. Nelle famiglie spesso sia il papà che la mamma lavoravano, dando il loro contributo per la crescita economica e sociale del territorio e serviva che le amministrazioni pubbliche facessero la loro parte. Questo può essere anche un monito per noi oggi e questa pubblicazione uno stimolo. Investire nella scuola pubblica, nel sociale per ridurre le diseguaglianze dovrebbe essere sempre la stella polare del nostro impegno”.

Per il consigliere regionale Enrico Sostegni il lavoro di Edoardo Antonini è molto importante “perché ricostruisce una parte della storia locale di Empoli che si rischiava di perdere. L’autore ha messo in evidenza, documentandola, la capacità della città di essere laboratorio dei servizi sociali del welfare. Racconta come l’amministrazione di fronte ai bisogni dei cittadini abbia inventato servizi che si sono strutturati e sono diventati essenziali in tutto il Paese, dalla scuola pubblica agli asili nido. Una ricerca, edita dall’Assemblea legislativa, che è a disposizione di chi vuole approfondire questa parte fondamentale della storia toscana”.

“Questo era un libro necessario” spiega la sindaca di Empoli Brenda Barnini “per raccontare quella che è stata l’esperienza della nostra città, con il fiorire degli interventi a beneficio delle famiglie sulle politiche educative, che è rimasta la caratteristica ancora oggi dell’impegno dell’amministrazione comunale. Erano gli anni del boom economico e a Empoli cresceva soprattutto l’occupazione femminile e c’era una richiesta nei confronti del Comune di organizzare servizi per i bambini. Dentro alla storia di questo territorio troviamo tutti i segni di una storia più grande, quella del nostro Paese e di come in quella stagione si fu capaci di affermare i diritti sociali. La scelta di vivere in un territorio dipende dal livello dei servizi offerti e questa storia ci riempie di orgoglio”.

È intervento alla presentazione anche il presidente della Giunta regionale Eugenio Giani: “È un libro molto interessante, che riesce a creare un parallelismo tra la spinta di una nuova legislazione per la scuola pubblica a livello nazionale, fondata sul welfare, e la capacità di realizzarla da parte di ottimi amministratori a livello locale come i sindaci di Empoli. I socialisti riformisti impongono al Governo certe leggi più avanzate e le vedono attuate da sindaci comunisti, come Mario Assirelli a Empoli. Una riforma che porta ad attuare la scuola media unica, la scuola materna e anche gli asili nido, che solo ora, in Toscana, riusciamo a garantire come servizio gratuito per la maggioranza dei cittadini. E questo lavoro ci fa capire come mai in Emilia Romagna e Toscana oggi il 50 per cento degli asili nido siano pubblici e il sistema scolastico sia all’avanguardia in Italia”.

“È stata una ricerca che è durata alcuni mesi - ha raccontato l’autore Edoardo Antonini – per cercare di analizzare e comprendere come aveva vissuto a livello locale Empoli, la costruzione progressiva dello stato sociale con l’incremento delle politiche scolastiche. Empoli era una cittadina molto dinamica negli anni Sessanta e all’inizio degli anni Settanta dal punto di vista economico e imprenditoriale. Ricerche di archivio ci hanno permesso di rivivere quel periodo storico a livello locale e nazionale. Credo che emerga una città in profondo cambiamento, in crescita demografica ed economica, che aveva deciso di non lasciare indietro le persone più svantaggiate”.

“Empoli - ha concluso - faceva parte della cosiddetta ‘Terza Italia’, quella delle piccole e medie imprese spesso a conduzione familiare, che si sono sviluppate in un contesto che è stato definito della subcultura rossa. Nell’Italia centrale rossa, in contrapposizione per certi aspetti al Governo nazionale, c’era la volontà di caratterizzarsi come città inclusiva e dedita ai servizi soprattutto per i ceti popolari”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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