Quanto avvenuto la sera del 3 gennaio a Montelupo, in piazza VIII Marzo, una rissa tra minorenni, è un fatto grave e per questo deve essere affrontato seriamente, senza fughe in avanti emotive, etichette narrative e pedagogia d’accatto che fanno tanti “like” in rete.
Il modo di tradurre i fatti in notizie da parte dei media di certo non aiuta, ma il compito della politica di fronte a quanto avviene nel territorio non è amplificare il problema facendo da cassa di risonanza, o provare a sminuirlo, rimandando a poi la ricerca di quelle risposte che i cittadini chiedono.
Nello specifico, se negli ultimi tempi sono aumentati gli atti cruenti come espressione di un disagio tra i ragazzi più giovani, e appurato che questo sia alla base di tutto, ci si deve muovere nell’intercettare le cause scatenanti il disagio, sia a livello individuale che collettivo.
In altri termini: si devono attivare a più livelli quei percorsi di analisi e sostegno sociale che permettano di capire, nei limiti del possibile, come poter aiutare i singoli, e, parallelamente, si deve agire per comprendere se si tratti di un fatto di portata più ampia, generazionale potremmo quasi dire, per il quale le amministrazioni del territorio debbano dapprima farsi portavoce verso le altre Istituzioni di quanto rilevato, e poi proporre percorsi di dialogo, studiati assieme ai fruitori e non calati dall’alto, per almeno comprendere le domande che da questa parte di cittadinanza arrivano.
Nel contempo è necessario anche che si riattivi quel presidio sul territorio da parte delle forze dell’ordine che aveva lo scopo di prevenire, con la presenza, il dialogo e la dissuasione, tutti quei comportamenti frutto più di un eccesso esuberante che di vera e propria criminalità. Distinzioni che una telecamera, ancorché di ultimo modello iperdigitalizzato, non può certo fare.
Come detto in apertura: di fronte a un fatto è necessario fare i conti con la realtà e lasciare da parte le narrazioni.
E di fronte al fatto: “aumento degli atti cruenti da parte di ragazzi perlopiù minorenni”, la realtà con cui dobbiamo fare i conti e l’aver ridotto quelle due funzioni fondamentali in questo ambito, i Servizi Sociali e la Polizia Municipale, delegate all’Unione dei Comune e depotenziate, come personale, risorse e mezzi.
Che sia avvenuto per volontà esplicita o per scelta conseguente ad altro, e perciò subita, poco importa. Quello che importa è procedere in fretta a un ripotenziamento effettivo delle due funzioni in modo che le Istituzioni possano fare la loro parte per prevenire, per quanto più possibile, che questi fatti si ripetano
Francesco Polverini, Montelupo è Partecipazione
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