Danni da ungulati, l'Unione Agricoltori: "Servono misure definitive, basta barriere alle proprietà"

"Serve un piano di emergenza che ristabilisca l’equilibrio faunistico. Bisogna riportare la popolazione di ungulati entro un livello di sostenibilità: dai recenti censimenti la densità di cinghiali, caprioli, daini e cervi in Toscana è pari al 450% in più rispetto alla media nazionale, raggiungendo un livello sempre più insostenibile. Ad oggi si parla di 400mila capi di ungulati, ma il numero è probabilmente sottostimato. Le soluzioni non sono le recinzioni, anche perché spesso non offrono una risposta totalmente efficace".

A dirlo è Francesco Colpizzi, presidente dell’Unione Agricoltori di Firenze, dopo le critiche all’utilizzo, da parte di alcuni abitanti della Valdelsa, di recinzioni e reti per bloccare gli animali.

"La selvaggina, secondo la legislazione venatoria vigente, appartiene allo Stato. E gli agricoltori non vogliono essere rimborsati per i danni sofferti da selvaggina, perché vogliono che i danni alle proprie colture di questa entità non ci siano - dichiara il presidente Colpizzi -. Le nostre imprese investono, creano occupazione, svolgono un ruolo di presidio ambientale insostituibile, concorrono a valorizzare il made in Italy nel mondo. Gli agricoltori farebbero volentieri a meno di costellare le loro proprietà di barriere, ma, vista la mancanza di volontà del legislatore, si devono forse vedere rovinare la propria produzione?".

"Gli ungulati - continua il presidente dell’Unione agricoltori di Firenze - creano danni enormi ai vigneti ed agli uliveti in Chianti, agli orti nella Piana, ai campi di mais nel Mugello. Le imprese agricole non possono e non vogliono abdicare alla loro funzione produttiva e imprenditoriale lasciando alle prossime generazioni un ambiente rurale di tipo pastorale. Ma non possono neanche soffrire ogni anno danni di milioni di euro".

"Siamo in Toscana - conclude Colpizzi - ed è qui che si realizza la sintesi tra uomo e ambiente, lavoro e natura. Come è possibile che per poter lavorare, per esercitare il diritto sancito dall'articolo 4 della Costituzione, gli agricoltori siano costretti a installare nei propri campi recinzioni, fili elettrici, staccionate dalla presenza in sovrannumero di selvaggina? Nonostante l’impegno dimostrato dalla Regione Toscana negli ultimi tre anni, mancano ancora condivisione, coesione e convinzione. Occorre un provvedimento importante, con approccio sistematico, per risolvere questa emergenza. Una soluzione potrà essere trovata solo nel momento in cui mondo agricolo, mondo venatorio e istituzioni si siederanno ad un tavolo concordando misure definitive per risolvere questo annoso problema: noi ci siamo".

Fonte: Unione Agricoltori Firenze

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