Da ragazzino talvolta assisteva impotente, nella sua casa di Massa Carrara, ai ripetuti maltrattamenti ai danni della mamma da parte del padre manesco col vizio del gioco d'azzardo e dell'alcol. Poi la donna fugge da casa e lo porta da una zia a Bergamo, prima di rifugiarsi in Svizzera, dove il marito non può espatriare.
Ora Massimo Santucci, 54 anni, imprenditore di successo in Svizzera, dopo l'esperienza alla guida di un'associazione nata in Valtellina per volontà del papà di Sonia Di Gregorio che fu uccisa a coltellate nel 2000 a Cino (Sondrio) dal marito da cui si stava separando, associazione che prosegue la sua attività, ha fondato nella Confederazione elvetica l'Aevv (Associazione europea vittime della violenza) nel ricordo della mamma, per aiutare le donne svizzere vittime di violenze.
Le parole di Massimo Santucci
"Oltre a una sede anche italiana a Massa, la città di cui sono originario ci sono gli sportelli aperti in Germania e in Ucraina. L'obiettivo è creare una rete internazionale per proteggere al meglio le vittime di uomini violenti. Abbiamo richieste di sostegno che arrivano da Milano, dalla regione Lombardia e da altri territori italiani. Cerchiamo di dare da subito, anche in Svizzera, appoggio economico a chi prendiamo in carico. E a promuovere iniziative sul territorio rivolte ai giovani, attraverso eventi sportivi, per fare opera di prevenzione partendo dall'età scolare. Si deve mettere fine a questa strage, anche attraverso la cultura del rispetto all'altro sesso - conclude Santucci - che si può imparare dalla giovanissima età".
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