Aprire periodicamente le finestre di una stanza, per aerare, è salutare. Spesso ce ne dimentichiamo, ma è a volte sufficiente ed efficace per migliorare la qualità dell’aria. La Regione lancia così un progetto, approvato dalla giunta, basato sulla misurazione della concentrazione di anidride carbonica, che rappresenta un indicatore indiretto della qualità dell’aria, e sull’attuazione di buone pratiche all’interno delle scuole per migliorare l’aerazione dei locali. Un percorso in più anni, fatto di incontri e di analisi finalizzati a comprendere i corretti comportamenti.
In Toscana si contano, dalle scuole dell’infanzia alle secondarie superiori, oltre ventiduemila classi e duemilaseicento plessi, raggruppati in 465 istituzioni scolastiche. Il progetto – che coinvolge Regione, aziende Asl ed il gruppo regionale che si occupa di attrezzature e luoghi di lavoro, integrato da membri del settore igiene pubblica e nutrizione - prevede un primo contatto con le dirigenze scolastiche, la raccolta sistematica di dati e una condivisione finale dei risultati.
“La pandemia - spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - ha evidenziato l’importanza di alcune regole di comportamento, personali e collettive, per minimizzare le occasioni di contagio: il distanziamento, la mascherina, il lavaggio delle mani ma anche la corretta aerazione dei locali dove le persone soggiornano. La scuola è un luogo particolare, dove la qualità dell’aria non può essere meno importante del comfort termico, dell’illuminazione o dell’acustica, e a volte, per migliorare la situazione, basta davvero semplicemente mettere in campo qualche accortezza in più e far diventare alcuni comportamenti una prassi”.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
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