Per lungaggini burocratiche dovute alla visita per rinnovo dell'assegno di invalidità, una donna di Montelupo Fiorentino non lo percepirà per il mese di ottobre e forse anche per novembre, con soli 40 euro del reddito di cittadinanza come unica entrata.
Una storia di grandi difficoltà, che diventano insormontabili se si mette di traverso l'Inps. La storia di Laura Nicolotti è esemplare delle storture del sistema assistenziale italiano, ma per fortuna esiste ancora una rete locale che non fa mancare il supporto necessario.
Partiamo dall'inizio. La signora Nicolotti, 57 anni, è affetta dal Morbo di Crohn, che colpisce il sistema gastrointestinale in più modi, provocando difficoltà anche a deambulare quando il dolore si fa più intenso. Era un'operatrice socio sanitaria ma nel 2019 non è stata più in grado di lavorare. Entra nelle categorie protette, la sua invalidità è dell'80% e le viene assicurato un contributo. Ma non una pensione: ciò significa che ogni tre anni l'assegno da 570 euro che percepisce è sottoposto a revisione.
Fin qui niente di male, è una procedura standard. La signora Nicolotti ha già effettuato la visita sanitaria, la sua malattia è confermata. Ma devono essere rilasciati i documenti necessari dall'Inps, che nel frattempo tardano ad arrivare. Il mese di ottobre volge al termine e non si sa quando sarà conclusa la pratica e sarà inviato l'assegno necessario, sperando che arrivino anche gli arretrati. Nel frattempo servono soldi per pagare cibo, bollette e farmaci costosi (100 euro a trattamento per poter avere un miglioramento).
La situazione in casa Nicolotti è complessa: la figlia vorrebbe lavorare ma dopo un incidente stradale ha dovuto intraprendere un lungo percorso sanitario con 11 operazioni per tornare a muoversi come si deve. Era parrucchiera ma non ha potuto continuare a lavorare, è in corso la richiesta per la Naspi. L'unica fonte di reddito concreta è quella della madre di Laura Nicolotti, che con la pensione riesce a fatica a contribuire al sostentamento di figlia e nipote. Il reddito di cittadinanza che era arrivato fino a quest'anno risollevava la situazione. Ma a oggi è di soli 40 euro, pari all'affitto dell'alloggio popolare in cui vive la famiglia Nicolotti.
"Ho scritto anche una lettera a Giorgia Meloni, mia mamma per dare da mangiare a me e mia figlia ha il frigo vuoto. Mi sono trovata in questa situazione ma non ho niente da nascondere, non ho nemmeno una bolletta in ritardo. Ma con 40 euro al mese non so cosa fare", spiega con difficoltà, ma con estrema dignità, la signora Nicolotti.
Abbiamo parlato con l'assessore al sociale del Comune di Montelupo, Stefania Fontanelli: "La signora da tempo è seguita dai servizi sociali, non è abbandonata a se stessa. E' vero che prima il reddito di cittadinanza le ha dato una grossa mano e ora le arrivano solo i 40 euro per l'affitto della casa popolare. Una volta saputo delle difficoltà per l'assegno dell'Inps, con la Società della Salute e il Comune ci siamo mossi. Noi come amministrazione abbiamo attivato il pasto a domicilio, un servizio che facciamo per oltre 30 persone grazie alla nostra cucina interna. I pasti vengono fatti per la mensa dei dipendenti, per le Rsa del territorio e anche per anziani soli che sono a rischio malnutrizione o sono economicamente in difficoltà. Alla signora Nicolotti abbiamo garantito un pasto, intanto. Con la Società della Salute abbiamo attivato un servizio di emergenza di 150 euro per sopperire a questa carenza momentanea".
Resta il fatto che una persona è costretta a campare con poco più di 500 euro al mese nonostante le gravi difficoltà legate alla sua malattia. Se ci mettiamo che anche questi soldi vengono 'stoppati' per ritardi burocratici, viene a mente un proverbio alla toscana: "Allo zoppo, pedate negli stinchi".
Elia Billero
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