Abbiamo perso il conto delle tante aggressioni che avvengono nel carcere cittadino. A pagarne le spese è sempre la Polizia penitenziaria, esausta di iniziare il turno di servizio e non poterlo terminare all’orario previsto, dovendo ricorrere inevitabilmente alle cure sanitarie.
"Il colpo al viso ricevuto ieri mattina da un collega è la conferma che non vi è più sicurezza!", questo è quanto afferma la Segreteria provinciale della UILPA Polizia penitenziaria di Livorno. ù
"Una persona detenuta, con problemi psichiatrici, trasferita da un altro istituto, appena messo piede nel carcere labronico, senza preavviso, ha aggredito l’agente che era chiamato ad allocarlo momentaneamente in una camera in attesa delle procedure burocratiche di accoglienza. Immediatamente sono intervenuti altri colleghi per allontanare l’aggressore dalla sua vittima, perché vi era palesemente il pericolo che questi venisse nuovamente colpito. Ci domandiamo quando i livelli piramidali dell’Amministrazione penitenziaria, ognuno per le proprie competenze, decideranno di riconoscere che gli atti di violenza commessi nei confronti dei Poliziotti penitenziari sono veri e propri attacchi ad una delle Istituzioni dello Stato! Non si può più assolutamente lavorare in un ambiente dove il dovere di garantire l’ordine e la sicurezza intramoenia e pubblica espone con molta facilità al rischio di essere accusati di pestaggio e/o tortura! Si è così – dichiara indignato il Sindacato - la consapevolezza di doversi giustificare, talvolta senza riuscirvi, solo per aver adottato misure d’emergenza, tra l’altro scritte in maniera poco chiara, nell’operatore chiamato ad intervenire crea forte esitazione.
Cogliamo l’occasione per fare l’ennesimo appello al sottosegretario di Stato al Ministero
della Giustizia, con delega al Corpo di Polizia penitenziaria, On. Andrea Delmastro Delle Vedove e agli impegni che ha preso con gli operatori penitenziari della Casa Circondariale di Livorno.
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