Al Teatro Magnolfi di Prato l'arte di Marcel Marceau contro la guerra

Il 18 ottobre giornata di studi promossa dall’Università di Firenze


Un concentrato di tecnica e grazia, di levità e ricercato disequilibrio, di pathos e muta eloquenza, anche di fronte a una tragedia immane come la Shoah. Questo era Marcel Mangel, in arte Marcel Marceau, artista raffinato e capace di grandi gesti umanitari, impegnato nella Resistenza francese contro il nazismo nel salvataggio di moltissimi bambini ebrei, come racconta il recente film Resistance (2020) di Jonathan Jakubowicz.

Per il centenario della nascita del grande mimo di origine ebraico-polacca, l’Università di Firenze, su iniziativa della storica del teatro, delegata alle Attività di Spettacolo, Teresa Megale, in collaborazione con il Corso di Laurea in Pro.Ge.A.S. e il Teatro Metastasio di Prato, ha promosso per mercoledì 18 ottobre una giornata di studi al Teatro Magnolfi (via Piero Gobetti 79, Prato – ore 11).

Ad aprire l’evento, con i loro saluti, saranno il presidente della Comunità ebraica di Firenze Enrico Fink, l’assessore alla Cultura di Prato Simone Mangani e il direttore artistico del Teatro Metastasio Massimiliano Civica. I lavori saranno presieduti dai docenti del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) Maurizio Agamennone (Etnomusicologia) e Teresa Megale (Discipline dello Spettacolo).

Alla giornata parteciperanno teatrologi e storici del teatro esperti di mimo corporeo e dei suoi legami con altre arti sceniche, a cominciare dalla danza: Marco De Marinis, Elena Randi, Francesca Romana Rietti e Patrizia Iovine. La manifestazione si concluderà con la performance mimica di Fabio Mangolini, attore e regista, formatosi come mimo alla scuola parigina di Marcel Marceau.

“A cento anni dalla nascita e a quindici dalla scomparsa di Marcel Marceau – afferma Megale – la giornata di studi intende approfondire le fonti critiche e storiche sul poeta del gesto, in connessione con la rinascita novecentesca del mimo corporeo, e ingrandire il ruolo dei verba visibilia nel solco delle principali teorie e prassi del teatro contemporaneo”.

“Con la maschera del clown Bip – continua Megale –, inventata alla fine della seconda guerra mondiale, Marcel Marceau ha trasformato il suo corpo in prodigioso veicolo di comunicazione, in un medium magnetico, con il quale ha ristabilito l’importanza della dimensione espressivo-mimetica, a partire dalla centralità del viso e delle mani, negata dal suo maestro Decroux. E da intellettuale organico ha saputo mettere al servizio degli altri la sua arte e trasformarla in strumento per la difesa dei più piccoli dagli orrori della guerra nazista. Una lezione che in queste tragiche ore, segnate dal conflitto fra Israele e Palestina a seguito dell'attacco di Hamas, risuona fin troppo attuale e fin troppo necessaria”.

Fonte: Università di Firenze - Ufficio Stampa

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