Caminetti e stufe prendono la scena, anche se fuori fa caldo. La Regione Toscana ha deciso, con una delibera di marzo, di mappare tutti i caminetti, stufe o caldaie a biomasse: bisogna registrarli gratuitamente sul sito del Siert altrimenti si può incappare in una multa salata. Il termine ultimo per la registrazione era il 30 settembre perché dal 1 ottobre sono iniziati i controlli, ma c'è sempre tempo per mettersi in regola.
Cosa bisogna registrare? In Toscana adesso è in vigore l'obbligo per l'accatastamento semplificato dei camini (sia aperti che chiusi con inserti), delle stufe e delle caldaie che usano biomasse (legna, pellet, cippato). Il proprietario della casa o l'inquilino deve registrare l'apparecchio se ha potenza utile nominale inferiore a 10 kilowatt. La potenza è riportata sulla targa dell'apparecchio, altrimenti si può contattare il tecnico di fiducia per saperne di più.
Perché questo accatastamento? La decisione è per salvaguardare l'ambiente. Il Siert (Sistema Informativo regionale sull'Efficienza Energetica della Regione Toscana) ricorda che un camino aperto inquina quanto 4.200 caldaie. Nel mirino le polveri sottili, ovvero le Pm10: la scelta dell'ente è di contrastare l'inquinamento e evitare contaminazioni nell'aria.
Come si registra il caminetto? Basta andare online, la procedura è semplice e gratuita. Si accede con Spid o Cns alla pagina del Siert (www.siert.regione.toscana.it) e si registrano gli impianti.
E se non si è avvezzi alla tecnologia? C'è un numero di telefono, 800151822, a cui chiedere informazioni.
Quali apparecchi sono esclusi? Le cucine economiche, cioè le stufe non collegate all'impianto di riscaldamento; i camini dismessi; i camini che rappresentano l'unica fonte di riscaldamento. L'accatastamento online non è possibile per gli impianti con potenza nominale superiore a 10 kilowatt, lì serve un tecnico.
Se non si registra tutto online che accade? Scattano multe, ma non subito. Il primo controllo funge da avvertimento: l'addetto ricorda al cittadino la procedura di accatastamento. Il cittadino ha allora trenta giorni per compierla. Se, entro quel tempo, non ha fatto niente, allora paga una multa tra 500 e 3000 euro.
Sulla questione gonews.it ha lanciato il sondaggio di questa settimana. Potete votare fino a giovedì 12 settembre alle ore 13.
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