Piano dei rifiuti, lungo dibattito in Consiglio regionale: l'ok a maggioranza

Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio della Toscana

Il Consiglio regionale della Toscana ha iniziato a discutere il piano dei rifiuti per la regione. Il piano propone una serie di obiettivi e pianifica come gestire e smaltire i rifiuti. Gli obiettivi principali includono la riduzione del ricorso allo smaltimento, con una soglia massima del 10% per i rifiuti urbani, la diminuzione della produzione di rifiuti urbani del 5%, e il raggiungimento del tasso di riciclaggio del 65% entro il 2035 (Qui il dettaglio).

La seduta è in corso nel pomeriggio di oggi mercoledì 27 settembre 2023. Inizialmente il piano prevedeva anche Empoli come uno dei territori destinati ad accogliere uno degli impianti presentati da Alia. Con l'adozione, il Consiglio regionale di fatto va ad archiviare la realizzazione dell'impianto previsto nel territorio empolese (Qui la notizia).

Piano regionale dei rifiuti approvato a maggioranza

Il Consiglio regionale della Toscana approva a maggioranza l’adozione del Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano regionale dell’economia circolare. Al termine del lungo confronto in Aula, il Piano passa con i voti della maggioranza (22 a favore da Partito democratico e Italia viva) e i voti contrari delle minoranze (13 da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 stelle).

Respinti tre ordini del giorno del Movimento 5 stelle, otto di Fratelli d’Italia e due della Lega: nel corso del confronto in Aula, è emersa la disponibilità della maggioranza ad affrontare in commissione i temi presentati negli ordini del giorno. Di qui la decisione della Lega di ritirare altri dieci ordini del giorno, così come ritirato uno di Fratelli d’Italia, per ripresentarli sotto forma di atti d’indirizzo in commissione. La presidente della commissione Ambiente, Lucia De Robertis (Pd) ha espresso in Aula la disponibilità della maggioranza ad affrontare nella stessa sede, sganciati dall’adozione del Piano, anche i temi degli ordini del giorno respinti nel corso della seduta di oggi.

Il dibattito in Aula

Ad aprire il dibattito è stato il consigliere Massimiliano Riccardo Baldini (Lega) che ha parlato di un Piano “che abdica alla funzione di dare indicazioni sugli impianti per il trattamento dei rifiuti, nonostante la Toscana risenta di un deficit impiantistico che tutti sollecitano a colmare, affinché siano garantite autosufficienza, salvaguardia dell’ambiente e abbattimento dei costi in tariffa”. “Il documento – ha aggiunto – risente fortemente delle grandi criticità in cui riversa l’Ato Toscana Centro e non assume posizioni in merito alle questioni strategiche per evitare di creare problematiche di consenso politico. Inoltre esso rischia di essere stravolto in sede di osservazioni e il pericolo è che non arrivi in tempo neanche per il 2025”. “Ancora – ha affermato – esso sconta una sorta di mancanza di coraggio, scarica il percorso sulle comunità, sui gestori e sugli amministratori che si troveranno nella difficoltà di dover operare senza una certezza programmatoria”. Baldini ha infine puntato il dito contro una “non condivisibile guerra ai termovalorizzatori nonostante la nuova impiantistica risulti costosa e si doti di tecnologie ancora poco sviluppate e conosciute”.

Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) ha ribadito come il Piano sia un provvedimento “che disciplina una fase transitoria e in cui si sceglie di rimandare la palla agli Ambiti territoriali, che dovranno gestire la fase attuativa”. “Un Piano che – ha aggiunto Tozzi – detta le linee guida sulla base di un approccio ideologico: un esempio è il mancato inserimento nell’ambito di questo ciclo della termovalorizzazione. Inoltre lascia nell’incertezza il tema centrale, ovvero dove e quando faremo gli impianti. Di economia circolare se ne innescherà pochissima”. Tozzi ha poi ribadito “il forte ritardo generale con cui arriva il documento”, mentre “per quanto riguarda l’Ato centro – ha detto - la scelta è stata quella di non intervenire, perché la piana fiorentina è intoccabile. Infine non si danno risposte ai cittadini che oggi continuano a scontare una tariffazione abnorme”.

“Da oggi si avvia un percorso che chiama tutto il Consiglio a un grande lavoro di precisazione, osservazione, suggerimenti e miglioramento per andare incontro alle esigenze dei territori – ha esordito nel suo intervento Cristina Giachi (Pd) – Nella fase di adozione, tutte le forze politiche saranno chiamate ad assolvere questo ruolo e cercheremo di svolgerlo sapendo che il Piano è uno strumento di pianificazione complesso e che il territorio ha bisogno di far propria la prospettiva dell’economia circolare che è la novità più importante che il documento introduce”.

Irene Galletti (Movimento 5 Stelle) ha ricordato come il Piano sia atteso da dieci anni e che ce ne sono voluti tre per la sua elaborazione. Ha poi ribadito “l’opposizione del Movimento 5 Stelle alle tecnologie che riguardino l’incenerimento, come i gassificatori”. “Per questo – ha detto – riteniamo positiva la decisione di abbandonare il progetto del gassificatore a Empoli, anche se si tratta solo di un tassello in un quadro generale che non ci soddisfa”. “Respingiamo inoltre l’idea di un Ato unica regionale – ha detto - perché ogni Ambito deve essere in grado di trattare autonomamente i propri rifiuti, anche per abbattere il costo dei trasporti”. Galletti ha poi ribadito la contrarietà della quotazione in borsa della Multiutily “come soluzione per trovare risorse per gli investimenti sugli impianti di trattamento dei rifiuti, risorse che invece dovrebbero già essere disponibili grazie alle bollette che i cittadini pagano e che rischiano aumentare sempre di più". Ha infine ribadito il rischio di “adottare oggi un piano che tra 180 giorni potrebbe essere cambiato nei passaggi sostanziali”.

Secondo Stefano Scaramelli (Italia Viva), “oggi discutiamo un atto importante come il Piano rifiuti, che presenta aspetti di novità dell’economia circolare, con aree della Toscana che possono dare un aiuto concreto all’area fiorentina attualmente più in sofferenza”. Scaramelli ha ricordato che si è tratto di “un percorso condiviso con i territori, parte integrante delle scelte, coinvolgendo sia il Consiglio regionale che le comunità locali”. La programmazione dei rifiuti, ha aggiunto, “si pone l’obiettivo dell’autosufficienza regionale, semplifica le procedure e deve sensibilizzare anche i cittadini per comprendere i progetti nuovi messi in campo. Dentro la logica di sistema va il nostro voto favorevole al Piano per un coerente processo di sviluppo della regione”.

Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha detto che “siamo di fronte ad un atto normativo complesso, sul quale va segnalata l’importante collaborazione registrata nella Quarta Commissione e con la Giunta regionale”. Da tempo, ha ricordato “era necessario un piano diverso, ma nell’ATO Centro c’è un ritardo che dobbiamo segnalare. Il piano dei rifiuti nazionale parla già di economia circolare, quindi siamo in evidente ritardo”. Secondo Capecchi, “si è scelto di avere tre ATO e l’obiettivo deve essere quello di metterli, possibilmente puntando a smaltire i rifiuti dove si producono”. Capecchi ha detto che “non si sono attivati i Tavoli dell’economia circolare per trovare i luoghi di smaltimento, e inoltre ci si deve occupare necessariamente di rifiuti ordinari e rifiuti speciali. Le Regioni devono coordinare gli interventi, vedi il caso del rigassificatore di Empoli, che ci dice che costruire impianti a impatto zero è difficile; segnalo inoltre che l’impianto di Montespertoli è stato deciso nel 2019 anche se viene incluso nel piano solo adesso”.

Secondo Capecchi, la soluzione per l’ATO Centro probabilmente saranno Peccioli, Scapigliato e Livorno. “Se l’ATO non fa il piano d’ambito deve intervenire la Regione, sentite le province, ma le zone dove non si fanno impianti nuovi continuano così ad essere agevolate. Nel 2021 informativa dell’assessore Monni, ma il piano è arrivato solo nel 2023 in Consiglio, non siamo sponsor dei termovalorizzatori, ma non vediamo soluzioni alternative. Anche sulla Carta si continua ancora a insistere con Pistoia, mentre il distretto cartario è a Lucca. Vorremo anche sapere da chi è stato scelto la localizzazione del rigassificatore di Empoli”. Capecchi ha proseguito sottolineando che “Arpat non è più in grado di controllare i territori e fa controlli solo a campione”; “si dice basta ai termovalorizzatori, ma i quattro termovalorizzatori esistenti hanno chiesto o l’ampliamento e la proroga. ALIA che è il cuore pulsante della multiutility ha chiesto il rigassificatore, con un piano industriale che non sembra realizzabile”. Serve, invece, “consultare prima i territori e poi fare il piano dettagliato”. “Ci saranno le osservazioni al piano”, ha concluso, “ma questa fase non ci soddisfa”.

Per Marco Niccolai (PD) “al collega Capecchi va riconosciuto il suo impegno per l’analisi dettagliata del Piano. Una programmazione regionale sui rifiuti era necessaria e oggi ci siamo, ci sono sei impianti autorizzati e 18 in fase di autorizzazione. La questione che non è stato fatto nulla è smentita dai fatti, e gli aspetti localizzativi non sono presenti perché, secondo il Consiglio di Stato, non sono di competenza regionale”. Per il Termovalorizzatore di Montale, ha aggiunto, stanno valutando le tre amministrazioni locali interessate, perciò nel piano si può solo prevedere l’impatto previsionale e la Regione deve accompagnare questo processo, non obbligare le singole amministrazioni a fare scelte preordinate”. Nel Piano, ha proseguito, “non si collocano nei rifiuti urbani anche i rifiuti speciali, ma i Comuni, se vogliono attuare un indirizzo diverso, possono seguire delle procedure precise”. Secondo Niccolai, “il Piano si muove all’interno del quadro normativo vigente, e adesso si apre un percorso alle osservazioni, quindi non ci presentiamo con niente in mano. È un piano di transizione con una serie di obiettivi che ci consentono di compiere un evidente salto di qualità”.

Non solo dibattito e diversità di vedute, sul Piano rifiuti, ma anche un comun denominatore che ha caratterizzato il confronto in Consiglio regionale: il grazie per il lavoro approfondito svolto dalla competente commissione consiliare, guidata da Lucia De Robertis (Pd), accanto alla tenacia dell’assessore Monia Monni e dell’intera Giunta.

Silvia Noferi (M5S), dopo aver riconosciuto il merito al consigliere Alessandro Capecchi (FdI) per il suo lavoro e anche per la chiara posizione espressa in merito al Piano dei Rifiuti, ha invitato il centro destra a chiarire la propria opinione sulla Multiutility: “Vorrei poter capire meglio da che parte state”, ha concluso la consigliera.

Di “piano che non pianifica e di non piano” ha parlato Elena Meini (Lega), rivendicando comunque che la sede opportuna per prendere decisioni sia il Consiglio regionale e non le stanze del Partito democratico. Da qui l’invito ad abbandonare l’ideologia e a fare chiarezza in tema di termovalorizzatori, di tariffe e di servizi sul territorio. Meini ha poi parlato della necessità di potenziare l’agenzia regionale Arpat, fino ad arrivare a focalizzare l’attenzione sulla Valdera: “Non può continuare ad essere e non sarà terra di rifiuti di tutta la Toscana”.

L’intervento di Francesco Gazzetti (Pd) è partito da un numero: 743, perché tanti sono i giorni trascorsi dal primo intervento dell’assessore Monia Monni su questo argomento. “Da allora – ha detto – sono cambiate molte cose, ma non la determinazione della maggioranza di offrire alla Toscana un Piano innovativo e sfidante, inserito in uno scenario normativo solido”. Da qui l’importanza del passaggio dell’adozione, “per continuare nel percorso tracciato e riuscire ad innescare nei territori l’economia circolare, grazie ad un Piano che dà anche grande spazio alla legalità”. E ripercorrendo i 743 giorni, Gazzetti si è soffermato su varie tematiche: dalle audizioni sulla riduzione dello spreco alimentare alle risposte in tema di bonifiche. Ha quindi concluso il proprio intervento parlando di “pagina importante e buon metodo, quello del confronto”, augurandosi che tale clima possa continuare ad accompagnare il lavoro sul Piano.

Per Andrea Pieroni (Pd), “la discussione ampia e articolata, su un atto dei più rilevanti di questa legislatura, atto fondamentale nel percorso della transizione ecologica, orizzonte che chiama tutti ad assumere atteggiamenti coraggiosi e responsabili” deve guardare essenzialmente ad un percorso che porti all’autosufficienza dei territori e dei singoli Ato. Altra questione è quella legata alle discariche: “Se nel Piano la discarica è la maglia nera tra i sistemi di smaltimento dei rifiuti, l’ampliamento di Peccioli mal si concilia”. E non omettendo il disagio della Costa e della Provincia di Pisa, il consigliere ha sottolineato la necessità di lavorare per un maggiore equilibrio territoriale, prendendo a prestito le parole del presidente Eugenio Giani: “L’area pisana sarà salvaguardata, c’è bisogno di raggiungere equilibrio tra gli ambiti territoriali”. “Parole chiare e impegnative per tutti”, ha concluso Pieroni.

Durante il dibattito sull’adozione del Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinanti il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Torselli ha preso la parola per affrontare il tema della Multiutility Toscana. “Un tema legato a doppio filo alla gestione dei rifiuti e che, rispondendo alle sollecitazioni delle colleghe del Movimento 5 Stelle, genera molti dubbi. Il primo è se una Multiutility sia realmente in grado di dare un beneficio alla Toscana, o sia una creatura politica che non esce dal circondario di Firenze, Prato ed Empoli. Il secondo è il ruolo della Regione Toscana, in un primo momento il presidente Giani appariva come un regista dell’operazione salvo poi sparire. Il suo ruolo di garanzia avrebbe dato all’operazione un carattere regionale. Terzo ci lascia perplessi la decisione annunciata dal segretario del Pd toscano Emiliano Fossi di stoppare una possibile quotazione in borsa della Multiutility”. “Noi - ha concluso - siamo davanti a due possibilità, la prima è quella di mettere i servizi a gara e pagare chi venga in Toscana a gestirli. L’altra è quella di crearci in casa una Multiutility che sia in grado di operare con tariffe basse, con gli utili che vengono investiti in Toscana”.

Il portavoce dell’Opposizione Marco Landi ha parlato invece di “un percorso importante e costruttivo a livello personale. Si tratta di un Piano complesso e noi abbiamo cercato di supportare i lavori della commissione nel miglior modo possibile. Il Piano viaggia su due binari. il primo è quello dell’approvazione del piano, l’altro è quello delle manifestazioni di interesse. Si lavora su 39 impianti. Tra questi manca l’impianto di Empoli e non è cosa di poco conto. La legge regionale di riferimento la n.69 del 2011 è stata fatta prima del Piano che andiamo a modificare e dovevamo incidere meglio sulla legislazione. Gli impianti in fase di approvazione sono ancora poco rilevanti e stiamo andando dentro una buca, con i numeri che ci sono, non è credibile oggi che si possa arrivare a togliere il 35% dei rifiuti dalla discarica ed è molto difficile avvicinare quell’obiettivo della riduzione al 10% programmato entro il 2035. Approvare un Piano dei rifiuti senza mettere mano alla legge non può che portare al fallimento di questa iniziativa”.

Dai banchi della maggioranza il capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli ha detto “di apprezzare i toni di un dibattito su uno strumento molto complesso”.

Ceccarelli ha voluto sottolineare il grande lavoro della commissione guidata da Lucia De Robertis “un lavoro egregio fatto di audizioni, ascolto e approfondimenti”. Alla collega della Lega Elena Meini Ceccarelli ha chiarito che “del Piano si discuterà anche all’interno del Partito democratico, rispettosi del ruolo che ci dà la Costituzione”. “Le criticità non ci sfuggono – ha aggiunto – e la proposta ha raccolto molte delle nostre indicazioni, ma su altre c’è un lavoro da portare avanti. Si tratta di un Piano costruito sulla base delle previsioni della legge e che rappresenta lo strumento di attuazione e programmazione per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti”.

“Un Piano - ha proseguito Ceccarelli - fatto nel rispetto della legge e che non è localizzativo. Il vecchio Piano dava indirizzi generali e poi spettavano alle province le localizzazioni, Ora lo devono fare le comunità di ambito. Ogniuno deve fare il suo mestiere”. “Non abbiamo escluso i termovalorizzatori, ma lo ha fatto un bando che punta su tecnologie alternative, con l’obiettivo della decarbonizzazione, e rispettando le linee guida che arrivano dall’Unione europea. Si sta lavorando su 18 impianti e altri ne arriveranno. Un caso emblematico è quello di Montespertoli che darà grandi risposte nello smaltimento dell’umido. Si tratta di una proposta che parla alla Toscana e che mancava da tempo, nata dall’ascolto e tra mille attenzioni. Una proposta che può evitare procedure di infrazione e utilizzare risorse importanti che arrivano dalla Unione europea. Questo è un passaggio intermedio e tutti dobbiamo svolgere un lavoro utile per approvarlo tra 70 giorni con l’obiettivo di migliorarlo”.

"Il Piano è da rimandare al mittente per molti buoni motivi, a cominciare dal fatto che restano fuori, a conti fatti, circa 55.000 tonnellate di rifiuti che la Regione non sa dove mandare e, se troverà il modo e il luogo, lo farà a costi altissimi che ricadranno sulle tasche dei cittadini. È inammissibile, poi, che su tre ambiti, quello del Centro della Toscana sia perennemente in disequilibrio, con gravi conseguenze sul servizio e sui suoi costi. E al contrario di quello che dice il PD e che sostiene il Presidente Giani, il biodigestore di Montespertoli non risolverà la situazione trattando solo la parte organica dei rifiuti. Così come non la risolveranno la discarica di Scapigliato o i termovalorizzatori di Livorno e Montale, uno dei quali potrebbe essere addirittura convertito". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana Marco Stella, nelle osservazioni al Piano Rifiuti in discussione oggi in aula.

"Il capolavoro del malgoverno dei rifiuti arriva da Empoli - accusa Stella - dove Alia ha comunicato alla Regione che non costruirà il gassificatore: la dimostrazione dell'improvvisazione e del caos in cui annega il centrosinistra toscano anche su questo tema, prima andando in una direzione e poi cambiando strada senza sapere dove andare. La verità è che si stanno sommando una serie di sceglie sbagliate e anche di errori di valutazione, come quella di convertire le discariche speciali in discariche di rifiuti urbani in Comuni in cui le amministrazioni comunali non lo consentiranno: lo dimostra quanto sta avvenendo a Serravalle Pistoiese. È questo il buon lavoro della Regione per i cittadini toscani? Lo sa Giani che il perenne disequilibrio in cui versa l'Ato Toscana Centro porterà i rifiuti fuori, a costi altissimi, con possibili ripercussioni sulle tariffe e sui Comuni? Queste sono le domande a cui deve rispondere il governatore".

La replica dell'assessora all'Ambiente Monia Monni

Nella sua replica l’assessora all’Ambiente Monia Monni ha ringraziato tutti i partecipanti al dibattito, “difendendo l’approccio politico di un Piano che traccia la strada di un cambiamento radicale e di sviluppo. Si tratta di una sfida di sistema che non mette in contraddizione industria e ambiente, nel rispetto della normativa vigente e senza arretrare nel nostro impegno politico”.

Al consigliere della Lega Baldini l’assessora Monni ha replicato “che nessuna tecnologia era esclusa dal piano, ma che c’è stata una risposta che porterà a centrare gli obiettivi posti dall’Unione europea”.

“Sulle tariffe – ha aggiunto – c’è una grande confusione, perché lo smaltimento ne è solo una parte e il costo della discarica è ancora troppo competitivo rispetto ad altre tecnologie. Il nostro cambiamento è già in atto e lo realizziamo con questo Piano. Come nel caso dell’impianto di Scarlino, il nostro obiettivo non è quello di scaricare sui territori, ma di decidere insieme a loro. La soluzione è nei processi condivisi. Una strada nuova che ci porterà ad essere più sostenibili e competitivi. Un cambiamento che non si impone, ma si costruisce con impegno”.

Alla consigliera Meini voglio dire che “si tratta di un Piano che decide. Con due impianti che sono da inaugurare, otto autorizzati e dieci da autorizzare. Unendo questi punti si vede la grande concretezza nel realizzare una Toscana più equa e sostenibile. Non ho la bacchetta magica, ma ci metto tanta sincerità e impegno che mi hanno riconosciuto anche le opposizioni. Capisco e condivido la preoccupazione di alcuni territori più esposti come la Valdera, e ringrazio i consiglieri regionali che rappresentano questi territori, e che, con sacrificio, non hanno perso la visione d’insieme. Lavoreremo per raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo fissati e a regime dovremo arrivare all’autosufficienza di ambito. È l’inizio di un sentiero da fare con il contributo preziosissimo del Consiglio regionale, anche nella fase delle osservazioni, per arrivare a un sistema più efficiente, sostenibile e giusto”.

Piano dei Rifiuti approvato, Scaramelli (IV): "Finalmente la Toscana avrà un piano industriale dell’economia circolare"

“Dopo tre anni di lavoro, mesi di discussione, una seduta di Aula durata oltre 10 ore e un lunghissimo dibattito, il Consiglio regionale della Toscana oggi ha adottato il Piano dei Rifiuti. Finalmente la Toscana avrà un piano industriale dell’economia circolare che vede i rifiuti e la loro trasformazione divenire materia prima di nuovi processi finalizzati a produrre energia, calore e, soprattutto, creare lavoro”.

A dirlo Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale, che spiega: “La Regione adesso ha la possibilità di essere unica e unita come sistema di circolarità. Il Piano che dopo l’adozione dovrà attendere la fase di osservazione e la relativa approvazione, prevede la riduzione progressiva delle discariche, l’aumento della raccolta differenziata all’80% e il riciclo al 65% entro il 2030. C’è finalmente una visione regionale di insieme. Come gruppo Italia Viva abbiamo convintamente sostenuto l’adozione di questo atto che arriva a seguito di un percorso condiviso che ci ha visti protagonisti fin dall’inizio. Ogni scelta è stata discussa e affrontata per arrivare all’elaborazione di un atto che vede la Regione programmare e definire la strategia dei rifiuti, con i livelli locali e le comunità che diventano parte integrante di queste scelte”.

Fossi e Giachi (Pd): "Visione innovativa della gestione dei rifiuti. Adesso ricerca equilibrio nei territori"

“È motivo di grande soddisfazione l’adozione del nuovo piano dell’economia circolare. Un fatto molto atteso da cittadini e categorie economiche che dà le gambe a una visione innovativa della gestione dei rifiuti: meno discariche, più recupero e riciclo e nuove filiere produttive per trasformare i rifiuti urbani e gli scarti industriali in risorse. Mi preme sottolineare che questo è il punto di partenza per perseguire gli obiettivi che il piano si prefigge, in primis quello dell'autosufficienza dei singoli ATO. In questo il PD farà la sua parte, accompagnando i territori in una discussione volta a individuare le soluzioni che possano garantire un equilibrio che non gravi in maniera sproporzionata sulla costa, a partire dall’area pisana, e altri territori.” ha commentato il segretario dem Emiliano Fossi. “La politica deve dare risposte e il nostro partito, anche oggi, non le ha fatte mancare. Quello di oggi è il frutto di un lavoro di squadra che abbiamo fatto con il Presidente Giani, la giunta e il gruppo dei consiglieri” Conclude Fossi.

“Adesso si apre una nuova fase, in cui il gruppo e il partito avranno il compito, nei prossimi due mesi utili per le osservazioni, di far diventare questo piano il piano di tutta la Toscana. Da oggi siamo chiamati a lavorare per trasformare le novità proposte nel piano in un assetto equilibrato che rispetti le istanze dei territori” aggiunge Cristina Giachi, responsabile ambiente del Pd toscano.

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