Fu ammazzata dalla polizia religiosa per una ciocca di capelli fuoriuscita dal velo e da allora Mahsa Animi è diventata memoria e coscienza di tutte le donne iraniane che nonostante la brutale repressione del regime, non smettono di protestare nel nome del movimento Donna, vita, libertà.
Alla vigilia dell’anniversario del suo assassinio (il 16 settembre 2022), la presidente della commissione toscana per le pari opportunità Francesca Basanieri, in accordo con tutte le amministrazioni locali (Comuni, Province e Quartieri) scrive all’ambasciatore iraniano a Roma Seyed Mohammad Ali Hosseini per lanciare un appello perché quella “ingiusta morte, assieme alle tante morti che sono seguite, non siano avvenute invano e rappresentino le basi su cui costruire il cammino verso la libertà e la parità di diritti per tutte le cittadine i cittadini iraniani”. “La prego – si legge nella missiva - di farsi portavoce presso le Autorità del Suo paese di questa nostra richiesta”.
Basanieri non dimentica di ricordare all’ambasciatore che la Toscana “è da sempre terra di diritti” e “non può rimanere silente di fronte a questi massacri. Ogni azione o contrapposizione politica, a nostro giudizio, deve sempre essere condizionata al rispetto dei fondamentali diritti umani di tutte le cittadine e i cittadini”.
“La nostra Commissione – scrive Basanieri nella lettera - è un organismo autonomo di tutela e garanzia istituito presso il Consiglio regionale che determina l'attuazione dell'uguaglianza tra i generi e rimuove gli ostacoli che costituiscono per le donne fattori di discriminazione diretta e indiretta. Favorisce il raccordo tra la realtà e le esperienze femminili della regione e le donne elette nelle istituzioni”. “In questi mesi - continua la presidente della Commissione - abbiamo seguito con preoccupazione e angoscia le proteste nel Suo paese che spesso hanno causato uccisioni e carcerazioni soprattutto di giovani donne”.
Dal 18 gennaio scorso, nel cortile di palazzo del Pegaso, sede dell’Assemblea legislativa, è esposto uno striscione con i volti, i nomi e l’età dei condannati a morte del regime iraniano. A dimostrazione del forte messaggio della Toscana: non dimentichiamo. Non restiamo in silenzio.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
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