Maggio Fiorentino, lo spettacolo di Elle Sofe Sara

Dopo gli spettacoli tenuti nel maggio del 2019, si rinnova la collaborazione fra il Teatro del Maggio e Fabbrica Europa: in programma - giovedì 14 settembre 2023 alle ore 20 in prima nazionale e in data unica - in Sala Zubin Mehta, lo spettacolo “Vástádus Eana - The Answer is Land” di Elle Sofe Sara, coreografa, regista e filmmaker norvegese di origine Sámi. Le sue creazioni sono legate alla realtà sociale, politica e culturale di questo popolo indigeno - che vive tra Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia e che ancora oggi mantiene un profondo legame con la terra - ma raccontano anche le sfide del mondo contemporaneo. Elle Sofe Sara è un’artista che ha fatto dell’attivismo uno degli elementi centrali del suo lavoro. La sua ricerca è incentrata sul senso di comunità, sulle migrazioni, sul nomadismo e sull’importanza della salvaguardia dell’ambiente.

Vástádus eana - The answer is land affonda le radici in tematiche antiche e ancestrali ma anche assolutamente attuali e forse più urgenti. Gli yoik, canti di montagna della tradizione Sami, fanno da contrappunto alla danza sottolineando la forte connessione con il luogo, con la natura e con la solidarietà.

La pièce è un omaggio a tutte le persone che resistono là dove ci sono ingiustizie. Elle Sofe Sara definisce così il suo spettacolo: “Spesso le persone mi chiedono come definire o con quali occhi guardare questo lavoro: è danza? è una performance? è musica? è teatro? è qualcos’altro? Per me non c’è bisogno di dare definizioni. Vástádus eana - The answer is land è ciò che è. Basta lasciarsi trasportare, sentirlo e viverlo.”

La scheda

The Answer is Land è una poesia in cui Elle Sofe Sara si è imbattuta anni fa e che fa parte di Kiss From the Border, un’opera di Jenni Laiti, Niillas Holmberg e Outi Piesku, in cui otto righe del testo erano state collocate lungo la valle del fiume Deanu, al confine tra Finlandia e Norvegia. Questo progetto ha catturato la sua attenzione perché rappresenta un’arte politica e attivista guidata dall’amore e non dalla rabbia. Per lei, che vive in un villaggio e in una società Sámi, l’amore e il legame con la natura, con ciò che ci circonda, con le persone, sono importanti. Ha sentito il bisogno di creare un’esperienza di danza e yoik (i canti tradizionali Sámi) in cui la connessione con il luogo (la terra, la natura) e la solidarietà fossero i temi principali. Questo è stato il punto di partenza del progetto. Gli yoik sono canti di montagna e legati alla natura. Alcuni provengono da archivi, altri sono stati composti da Frode Fjellheim, uno le è stato insegnato da un anziano e uno l’ha scritto Elle Sofe Sara stessa.

La locandina

Coreografia Elle Sofe Sara

Co-coreografa Alexandra Wingate

Performer Kajsa Balto, Julie Moviken, Olga-Lise Holmen, Sara Marielle Gaup Beaska, Emilie Marie Karlsen, Nora Svenning, Grete Daling

Compositore Frode Fjellheim

Costumi Line Maher

Scene Elin Melberg

Disegno luci Øystein Heitmann

Drammaturgia Thomas Schaupp

Il Festival Fabbrica Europa XXX

Il cuore della XXX edizione del Festival Fabbrica Europa - nella danza, nella musica, nelle arti performative e nel loro intersecarsi - vuole essere un richiamo all’essenzialità della terra. Non nella sua oggettività, ma in una sorta di sogno creativo, nel guardare a quelle forze generative che la abitano oltre il tempo e la storia, oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Un tracciato trasversale è rappresentato da presenze femminili visionarie, protagoniste sulla scena con la potenza, la profondità e la spiritualità delle figure archetipiche o con l’intensità del segno sociale, politico e culturale più attuale. Dall’8 settembre al 12 ottobre, il percorso del Festival affonda nei linguaggi della contemporaneità, da immaginare come una visione dalle radici forti ma con uno sguardo rivolto al futuro. In particolare, sarà un momento per riflettere sull’attuale condizione delle arti performative grazie alla presenza di grandi maestri e di nuovi talenti del panorama nazionale e internazionale. Artisti che attraverso linguaggi multidisciplinari compositi, ibridi, raccontando dell’oggi fragilità e sfide ed evocano identità, ritualità e segni del passato che aiutano a mettere in discussione il presente.

Fonte: Ufficio Stampa

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