I carabinieri di Arezzo, coadiuvati dalla municipale e da Arpat, hanno portato alla luce una vera e propria impresa che operava ad Arezzo nel settore dei cosiddetti “robivecchi” e nel recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, senza alcuna autorizzazione.
In particolare sono state individuate tre distinte aree di notevoli dimensioni presso le quali un uomo, operante in tutto il territorio provinciale, era solito stoccare decine di metri cubi di merci e materiali provenienti da sgomberi e dalla raccolta porta a porta, nonché rifiuti speciali pericolosi e non destinati al successivo recupero o smaltimento.
L’attività imprenditoriale, non censita alla Camera di Commercio di Arezzo, avveniva su aree agricole e di pregio paesaggistico, in spregio al “codice del paesaggio” e al “regolamento urbanistico comunale”.
I carabinieri, nei numerosi sopralluoghi effettuati, hanno constatato che le attività di raccolta, accumulo e recupero di materiali nelle aree in questione, fossero a pieno regime, tanto da richiamare persone da ogni dove.
L’attività illecita è stata interrotta e i terreni, le merci e i rifiuti sono stati sequestrati, al fine anche di eseguire una approfondita indagine ambientale finalizzata ad acclarare se le materiche ambientali interessate (suolo, sottosuolo e acque superficiali), abbiano subito, nel tempo, contaminazioni. Non solo merci, non solo rifiuti ma anche robivecchi e oggettistica di antiquariato rinvenuta, saranno inoltre oggetto di ulteriori accertamenti volti ad accertare anche l’effettiva provenienza.
Il soggetto in questione è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo per violazione delle norme in materia di illeciti edilizi e paesistici e per aver svolto attività di raccolta e recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi senza aver alcuna autorizzazione.
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