Dallo scorso 26 luglio, il negozio Coin in piazza del Grano a Firenze, aperto da pochi mesi, è chiuso al pubblico per - a quanto ha comunicato l’azienda - la riparazione di un guasto all’impianto di climatizzazione. Da lì, l'azienda a un tavolo sindacale ha annunciato il ricorso ad un ammortizzatore sociale e ha convenuto su altre richieste dei sindacati.
Stamani, per via orale, le nostre Rsu sono state informate che sarebbero in programma imminenti trasferimenti (di cui non si conoscono ad ora le caratteristiche temporali) di tutte le circa cinquanta lavoratrici di piazza del Grano ai negozi di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio (negozi decisamente più piccoli di quello fiorentino), in maniera del tutto inspiegata ed inspiegabile nel contesto delle informazioni ricevute.
Consideriamo infatti contrario ad ogni principio di correttezza e buona fede rappresentare verbalmente decisioni unilaterali contrarie a quanto pattuito con i sindacati.
Erano, infatti, stati garantiti ammortizzatori sociali con integrazione al 100% della retribuzione e la maturazione dei ratei; inoltre COIN si era impegnata a certificare la corretta applicazione di quanto previsto dalle norme in merito alla garanzia di assoluta sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori; si era impegnata a corrispondere la retribuzione ordinaria a tutte le lavoratrici ed i lavoratori fino all'attuazione dell'ammortizzatore sociale e a mantenere invariato il programma di ferie pianificiato con le RSU.
COIN, scaricando l'intera responsabilità sulle società che hanno eseguito i lavori di ristrutturazione, si era, inoltre, impegnata a formalizzare celermente un “cronoprogramma” dei lavori, utile a definire in maniera quanto più accurata possibile, la rimessa in funzione della struttura e la ripresa della normale attività lavorativa.
L'azienda, inoltre, proseguono i due sindacati, si era impegnata a consegnare ad ogni lavoratrice una card spesa, quale riconoscimento del continuo disagio e della grande disponibilità e collaborazione ampiamente dimostrata da tutto il personale.
Non è ammissibile in uno stato di diritto rappresentare in una trattativa sindacale un percorso ed attuare, in violazione di ogni regola un altro piano puntando alle trattative individuali e sulla soggezione dei singoli lavoratori.
Il negozio è stato appena ristrutturato ed i lavoratori hanno dovuto affrontare importanti sacrifici nelle more dell'attuazione del piano di ristrutturazione aziendale. Un imprevisto ci sta, ma non è possibile vilipendere le parti sociali e far pagare il prezzo ai lavoratori.
E’ proclamato lo stato di agitazione.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa
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